Shrek ha vinto la prima sfida tridimensionale della nuova stagione italiana. Il titolo della Dreamworks ha pienamente riscattato un inizio sofferto e ha tenuto la vetta per il terzo week-end consecutivo: questa volta ha avuto la meglio su Resident Evil: Afterlife, che si presentava con Milla Jovovich in versione stereoscopica. Le quarte avventure dell'orco verde sono ormai vicine ai quindici milioni di euro complessivi, mentre La solitudine dei numeri primi debutta al terzo posto.
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A quanto pare, non bisogna mai sottovalutare
Shrek. E’ questo il primo verdetto emesso dalla stagione italiana, che è iniziata proprio con le nuove avventure dell’orco verde della Dreamworks. Il quarto capitolo della serie non aveva esordito in modo brillante, ma evidentemente la sua partenza stentata deve essere stata causata da un prolungato soggiorno balneare del pubblico dei più piccoli. Appena si è avvicinato il momento di tornare a scuola, il suo rendimento si è mantenuto costante e
Shrek e vissero felici e contenti ha mantenuto la vetta per la terza volta consecutiva, dopo aver aggiornato il suo bilancio complessivo a quasi quindici milioni di euro. La cifra è discreta ma non è comunque un trionfo, se si considera che appena l’anno scorso
L’alba dei dinosauri della Fox veleggiava verso i trenta e che i precedenti episodi non avevano avuto problemi a raggiungere i venti. In più, questa volta la Dreamworks poteva calare l’asso della stereoscopia: tuttavia, l’Italia si è dimostrata un bacino più che affidabile dopo la parziale debacle americana del titolo, che in estate è stato surclassato dal rivale
Toy Story 3 della Pixar. La prima sfida tridimensionale del 2010/2011 si è risolta in suo favore e ha visto la sconfitta di
Resident Evil: Afterlife, che usciva in contemporanea mondiale. Le imprese horror di Milla Jovovich hanno sfiorato il milione e mezzo di apertura: quasi il doppio rispetto ad
Extinction ed in linea con
Apocalypse. L’impressione è che questa volta il 3D abbia inciso meno di quanto ci si aspettasse. Il podio è stato chiuso da
La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo, fresco reduce del Festival di Venezia. I suoi novecento milioni vanno confrontati con i due milioni di euro di
Baaria di Giuseppe Tornatore e con gli ottocento milioni di Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek, che negli anni passati si erano offerti al giudizio del pubblico dopo aver rappresentato il cinema nazionale al Lido. Finora, nessuno dei film presentati alla rassegna ha avuto vita facile al botteghino: il vincitore
Somewhere latita al nono posto e
The American ha dilapidato il traino di George Clooney. Potrebbe essere una giustificazione, ma le cifre appaiono inferiori alle attese, specie in considerazione della popolarità del romanzo di Paolo Giordano.
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