Dopo anni passati a fare da comprimario nei film di Judd Apatow, finalmente a Bill Hader è stata concessa la possibilità di essere protagonista: peccato che in Cloudy with a Chance of Meatballs di lui si senta solo la voce, prestata al protagonista Flint Lockwood, l’inventore al centro del nuovo film d’animazione della Sony. Per la major, oltre alle polpette sono piovuti dal cielo quasi trenta milioni di dollari: sono ancora lontane le cifre abitualmente portate a casa dalla Pixar e dalla Dreamworks, e anche il successo di un franchise come Ice Age della Fox (nella classifica degli incassi su scala mondiale, le avventure di Scrat sono diventate il secondo film più visto dell’anno: le sue entrate vengono dall’estero quasi per l’ottanta per cento) è ancora un miraggio. Tuttavia, ora la Columbia può vantarsi di aver messo una sua produzione al primo posto della classifica, in un campo in cui è ancora alla ricerca della chiave giusta per fare presa sul pubblico. Stavolta, affidarsi ai creatori della serie Clone High è bastato ad avere la meglio su Matt Damon, che ha portato The Informant! sui dieci milioni. Sul mercato, i film di Steven Soderbergh sembrano subire sempre lo stesso destino: con la presenza di entrambi i suoi attori preferiti, sbarcano sul mercato prepotentemente (come nel caso della saga di Ocean), se ce ne è uno solo si presentano in modo mediocre (qui come in The Good German con George Clooney), se invece non ve ne è nessuno, non danno alcuna notizia di sé. La vera delusione del week-end è stata Megan Fox, che non riesce mai a confermarsi dopo Transformers e i suoi fasti: Jennifer’s Body è stato battuto da un innocuo romance come Love Happens, con la specialista Jennifer Aniston e Aron Eckhart, e assieme alla pin-up, qui nei panni di una cheer-leader assassina, ha fallito anche la sceneggiatrice Diablo Cody, che non si è ripetuta dopo l’exploit e l’Oscar di Juno. Tuttavia, nessuno dei protagonisti del week-end ha brillato: Cloudy with a Chance of Meatballs dovrà difendere la vetta da Fame, il remake del film omonimo di Alan Parker, da Surrogates della Disney – con Bruce Willis di nuovo nelle vesti favorite di action hero – e da Astro Boy: dopo la Sony, anche l’emergente e ambiziosa Summit Entertainment tenta la strada dell’animazione, con il remake del celebre personaggio creato da Osamu Tezuka nel 1952.

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