Box Office USA 29/3/2010

dragon trainer
Ci voleva un altro film in 3D per sconfiggere Alice in Wonderland, e How to Train Your Dragon è riuscito nell'impresa di scalzare il film di Tim Burton dalla vetta della classifica. Tuttavia, l'esordio dell'ultimo nato in casa Dreamworks non è stato convincente: ha perso il confronto con il precedente Monsters Vs. Aliens e il suo modesto bottino di quarantatre milioni di dollari ha un po' raffreddato gli entusiasmi di inizio anno.

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dragon trainer della dreamworksDopo aver inaugurato il 2010 con una serie di successi consecutivi, il 3D è incappato in un mezzo passo falso. O meglio, in un incasso che è finito ben al di sotto delle aspettative. Dopo le inebrianti affermazioni di Avatar e di Alice in Wonderland, tutti i riflettori erano puntati su How to Train Your Dragon, l’asso nella manica primaverile della Dreamworks. Il suo punto di riferimento era ovviamente Monsters Vs. Aliens, il kolossal stereoscopico che l’anno scorso conquistò il periodo pasquale. Il confronto tra i due esordi ha dimostrato un’innegabile flessione: appena dodici mesi fa erano arrivati sessanta milioni di dollari, mentre adesso Steven Spielberg, David Geffen e Jerry Katzenberg ne hanno raccolti solo quarantatre. La cifra è stata almeno sufficiente a scavalcare le nuove avventure dell’eroina creata da Lewis Carroll: il film di Tim Burton ha lasciato il primo posto dopo tre settimane, ed ha ormai avvicinato i trecento milioni di dollari complessivi. La parziale delusione commerciale legata ad Hiccup, il vichingo amico dei draghi (la sua voce è quella di Jay Baruchel, che è in classifica anche con la commedia giovanile She’s Out of My League), gli ha anche tolto di mezzo un potenziale avversario nella corsa per il titolo di film più visto dell’anno: le sorprese sono sempre dietro l’angolo, ma è difficile prevedere che il film della Dreamworks possa riuscire a superare i duecento milioni di dollari totali. How to Train Your Dragon non è un disastro totale come Green Zone di Paul Greengrass – lontano dal ripetere il boom della saga di Bourne, è affogato in fondo alla classifica con il misero bottino di trenta milioni – o come Repo Men con Jude Law, ma non ha certo seguito il suo destino: quello di un trionfo che sembrava già scritto. Il week-end ha anche regalato un addio: dopo tredici settimane di presenza ininterrotta, Avatar si è trovato costretto a lasciare i primi dieci posti. Il film di James Cameron ha condizionato tutto l’inverno, e dopo aver frantumato ogni record di incasso adesso si gode i suoi numeri ormai definitivi: quasi settecentocinquanta milioni di dollari in patria (maggiore incasso americano di tutti i tempi, il quattordicesimo nella classifica aggiornata all’inflazione), e un tesoro globale che è arrivato alla cifra mostruosa di due miliardi e settecento milioni (anche in questo caso, nessuno era mai riuscito a fare di meglio).

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