Bullied to Death, di Giovanni Coda

Trasmesso in streaming in occasione della giornata mondiale contro l’omotransfobia, il film di Coda racconta alcuni dei più feroci atti di bullismo ai danni di giovani esponenti della comunità LGBT

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Nell’epoca dell’immagine artatamente libera di dire ciò che la parola non riesce più a fare, incasellare il cinema per dargli funzioni didattiche e/o moraleggianti sembrerebbe un residuo teorico del secolo scorso. Ed invece, dato che l’idea del progresso come scala ascensionale (di classe) verso il paradiso/nirvana è smentita in maniera lapalissiana dal climate change, occorre corsivamente tornare alla necessità di assegnare una patente politica alle immagini. Così, con un parlamento ostaggio più che di un relatore del suo ritardo cronico verso la società civile (gli imbarazzanti passi indietro sull’aborto), tocca ad un piccolo ambizioso film farsi portavoce delle istanze più drammatiche della comunità LGBT. Ecco infatti che Bullied To Death, di Giovanni Coda, trasmesso gratuitamente il 17 Maggio in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia sulla piattaforma di streaming Streeen in lingua originale inglese con sottotitoli in italiano, vuole ricordare l’urgenza di una legislazione che protegga i suoi componenti da abusi spesso mortali.
Il film, presentato dal regista e proiettato in anteprima nazionale già all’edizione 2016 del Torino GLBT Film Festival ma riproposto quest’anno per l’inaugurazione della ventiseiesima edizione di V-art, Festival Internazionale Immagine d’Autore di Cagliari, prende ispirazione infatti da un vero fatto di cronaca. Bullied to death comincia la sua narrazione polimorfica partendo dal suicidio di Jamey Rodemayer, quattordicenne di Buffalo, avvenuto nel settembre del 2011 dopo i ripetuti atti di bullismo e cyber-bullismo conseguenti al suo coming out sul canale Youtube di It Gets Better, progetto online fondato l’anno prima dal giornalista Dan Savage e da suo marito Terry Miller proprio per dare forza ai ragazzi vittima di tali attacchi. Giovanni Coda alterna alle parole del giovane, recitate e rese visibili su schermo dal viso dell’attore Tendal Mann, le performance di un gruppo di artisti sardi agìte come accompagnamento ad altri terribili racconti di adolescenti vessati e qualche volta uccisi soltanto perché avevano un orientamento sessuale diverso da quello etero.

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Bullied to Death vuole essere un’esperienza sensoriale che partendo dal collage di episodi transfobici – il massacro e l’uccisione di Matthew Shepard, la violenza sessuale e l’omicidio ai danni di Duduzile Zoso perché lesbica dichiarata, la morte di Zachary Dutro-Boggess a soli quattro anni soffocato dalla madre per il timore che potesse essere gay, il suicidio di Leelah Alcorn per le vessazioni subite come persona trans – possa per sinestesia artistica spargere il sacro veleno dell’indignazione alle altri parti del corpo. C’è però purtroppo da dire che il lato estetico dell’operazione non riesce sempre a farsi foriero di illuminazione, perturbante che potesse essere: le immagini di uno specchio danzante su sfondo nero o il viso di Giovanni Dettori truccato come un anziano Pierrot non ampliano gli squarci che gli atti di violenza raccontati aprono di per sé.

La fuga dal documentarismo che Coda sembra ricercare come precisa scelta poetica si risolve nel paradosso che sono proprio le parti reali, a causa della loro forza nefasta, a fare presa piuttosto che i passi di una ballerina. Forse Bullied to Death tocca un tema talmente necessario che non può ancora essere oggetto di una rielaborazione comunicativa e che probabilmente avrebbe beneficiato di un po’ di universalismo in meno e un po’ di particolarismo in più – sarebbe stato interessante vedere anche qualche estratto del video del giovane J.R.
Così il film di Coda, assolutamente meritevole nelle intenzioni e nel pudore con cui si approccia alle vicende, rimane invece leggermente appesantito dalla sua volontà di trovare nuove strade di trasmissione che non siano quelle di blande performance o primi piani di artisti en travesti. Il bullismo omofobico e transfobico merita un’opposizione cinematografica più energica (ed una legge che la combatta degnamente ma questo è, purtroppo ancora adesso, un altro discorso).

 

Regia: Giovanni Coda
Distribuzione: Streen
Durata: 75′
Origine: Italia, USA 2016

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4.17 (6 voti)
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