CANNES 63 – "Non trovo nessun motivo valido per fare per forza cinema con ritmi più alti". Incontro con Xavier Beauvois
Xavier Beauvois, in concorso, racconta una storia vera di otto trappisti francesi che vivono in convento tra le montagne algerine dell'Atlas. Saranno giustiziati nel 1996 da un gruppo di mujaheddin. Una perfetta e pacifica integrazione nella comuinità mussulmana è presto compromessa dal fanatismo religioso. Quando la minaccia fondamentalista si fa più pressante, i monaci devono decidere se restare o ritornare in Patria… Nel cast, Lambert Wilson e Michel Londsale, presenti alla conferenza
Il regista francese (a Venezia nel 2005 con Le petit lieutenant), in Des Hommes et deus Dieu (Concorso) racconta una storia vera di otto trappisti francesi che vivono in convento trale montagne algerine dell'Atlas. L’epilogo è tragico: saranno giustiziati nel 1996 da un gruppo di mujaheddin. I monaci hanno all’inizio rapporti tolleranti e pacifici con la comunità mussulmana, portando la parola di un altro Dio e aiutandola con medicinali e supporto morale. Quando la minaccia fondamentalista si fa più pressante, saranno costretti a decidere se restare o ritornare in Patria… Nel cast, Lambert Wilson e Michel Lonsdale, presenti alla conferenza.
Non sopporti i dogmi, anche se ho un profondo rispetto per le religioni. Penso che il film rappresenti un esempio di come effettivamente si possono aiutare le persone, a parte tutti i discorsi inerenti la religione. Ci mostra l'essenziale, ovvero la possibilità d'amore tra le persone.
La fusione che i monaci sono riusciti a mostrare nel film, noi effettivamente l'abbiamo vissuta. Anche con tutta l'equipe si è instaurato un rapporto molto bello e solidale. Ci troviamo oggi a presentare il film come fratelli e non semplicemente come professionisti.
Siamo in una società che ci obbliga ad andare a velocità elevate, vedi le pubblicità e i videoclip di oggi. Penso che lo spettatore sia intelligente, che comprenderà il ritmo di questo film. Non ho alcun motivo valido per accelerare i miei ritmi, soprattutto per questo film in cui si parla della vita monastica.
Oggi con il dibattito sul Burka si ha l'esempio più eclatante di quanto la politica indirizzi il discorso su un fenomeno ristretto che certo non abbraccia tutto il problema. Ci sono problemi ben più importanti da affrontare, come tutte quelle persone senza una casa, una tranquillità economica e con una certa cultura, tipo quella contadina, sull'orlo del baratro. Ho amici musulmani che sono davvero esausti per questi falsi dibattiti, stanchi di essere ostracizzati.