C’era una volta a… Hollywood – Tarantino, Margot Robbie e DiCaprio a Roma

Il regista e la coppia di protagonisti hanno incontrato la stampa italiana a Roma in seguito alla premiere del film già presentato a Cannes 2019. Ecco il nostro resoconto della chiacchierata

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Si è svolta a Roma, il primo giorno di Agosto, la premiere italiana dell’ultima fatica di Quentin Tarantino; C’era una volta a… Hollywood. Accompagnato da Margot Robbie e Leonardo DiCaprio, il regista ha sfilato sul piovoso red carpet di Piazza Cavour per poi mostrare il suo film a qualche fan fortunato e ad una platea di vip italiana. Il giorno dopo, sabato 2 Agosto, i giornalisti romani ha avuto il privilegio di assistere ad una conferenza stampa con tutti e tre i protagonisti del red carpet della sera prima.

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Il più frizzante ed eloquente è stato proprio Quentin Tarantino, che ha esordito raccontando alla stampa perchè ha voluto realizzare C’era una volta a… Hollywood: “Molte cose di cui parliamo nel mio film le ho viste all’epoca, nonostante fossi molto giovane. Sharon Tate era una donna divertente e vedere che questa ragazza così carina possedesse anche uno humour incredibile, mi faceva incantare. Mi ricordo che tutti impazzirono per lei e questo mi ha dato l’ispirazione e fatto scrivere anche parte di ciò che ha recitato Margot. Ho adorato The Wrecking Crew, Sharon era molto brava e aveva tanto fascino”.

Riguardo il successo che l’opera sta avendo in tutto il mondo, il regista ha poi aggiunto: “Credo che il pubblico abbia reagito bene al film grazie a quest’elemento nostalgico. Credo che interessi il cast. Io amo i film di genere e sono appassionato dei B-Movies. Ho sempre amato il modo in cui gli italiani hanno sviluppato il tema del western o la commedia sexy all’italiana, o i polizieschi. L’idea di prendere vecchi generi e reinventarli all’italiana è straordinaria e pazzesca. È un modo per vedere le cose con occhi nuovi. Quasi tutti i registi degli spaghetti western prima facevano gli sceneggiatori o i critici, ma erano così appassionati che poi si sono trasformati in registi come accadde per la nouvelle vague francese. Il cinema di genere è appetibilissimo per un regista. Il primo libro che ho mai letto sugli spaghetti western era “L’opera della violenza” e io sto cercando di fare ciò da quando faccio cinema”. 

Come domanda finale è stato chiesto a Tarantino quanto il cinema fosse cambiato negli ultimi quarant’anni e la risposta non si è fatta mancare: “Beh il cinema è già molto diverso da come lo era a quei tempi. Ogni volta che mi fanno una domanda del genere penso alla prima cosa che mi viene in mente e cioè; “Ai vecchi tempi”… ma in realtà già nel ’90 e nel 2000 la gente si impegnava ad esempio a creare dei set senza green screen e post produzione. Ci sono film con set meravigliosi, dove le scene sono reali e senza CGI. Costavano un sacco di soldi ma era bello che avvenisse. E adesso invece neanche le grandi produzioni utilizzano più questo modo di fare molto artigianale e genuino. Si sta perdendo qualcosa di importante. Non voglio fare il vecchio nostalgico, ma il punto è che prima c’erano e ci sono professionisti bravissimi che rischiano di perdere il lavoro per via di questo abuso del digitale. Certo, la tecnologia aiuta molto in certi casi, ma le persone che sanno gestire un film a tutti i livelli sanno far uscire una cosa fantastica senza per forza abusare di un elemento in particolare”.

Dopo questa lunga serie di domande e risposte da parte di un divertito Tarantino, che ha concluso dicendo che è stata l’intervista più intellettuale a cui abbia partecipato, anche Leonardo DiCaprio si è concesso ai microfoni della stampa parlando del perchè abbia accettato di lavorare in C’era una volta a… Hollywood e di come sia entrato nel mondo del cinema quando era molto piccolo: “La sceneggiatura era brillante e il rapporto tra stunt-man e attore era molto stretto. La cultura hollywoodiana cambia assieme all’industria e in questo film si cerca di sopravvivere, assistendo per un paio di giorni alla vita di due persone. Per il mio personaggio, io e Quentin abbiamo immaginato alcuni momenti particolari che portassero alla luce la vera natura di quest’uomo. Magari è bipolare e angosciato dal fatto che il mondo va avanti malgrado lui. Uno dei nostri privilegi è entrare in fatti e tempi non più aperti a tutti e Quentin è un cinefilo incallito, e proprio grazie a questo sono entrato in questa dimensione della televisione western degli anni 50. Tutti i film e gli attori che ho sempre visto con passione, Quentin li rispetta moltissimo. Ha una cultura pazzesca e ci ha portato dentro a tutto ciò con rispetto, passione e ricerca per cose ormai dimenticate. È un grande contributo al cinema e alla televisione. Sono cresciuto guardando film e mai avrei pensato di fare quello che facevano i miei idoli, quindi ho sempre cercato di migliorare in tutti i modi. Sono sempre andato al cinema fin da giovane. Ogni qualvolta un giovane mi dice di voler entrare in questo mondo io gli dico di guardare migliaia di film per poter crescere sulle spalle di veri e propri giganti. Le masse di persone che hanno unito i loro talenti per creare generi e storie diverse, mi hanno influenzato e creato la mia personalità. Con chi posso lavorare? Con chi posso migliorarmi? Quale regista sarà più capace di farmi recitare bene e dare al pubblico un senso di far parte di ciò che vede? Questo mi chiedo scegliendo i miei progetti”.

Più silenziosa la splendida Margot Robbie, che ha detto la sua sul periodo di cambiamento che il settore sta vivendo anche per quanto riguarda le donne: “Sotto tanti aspetti sono felicissima di lavorare ora, come donna. Però anche ai tempi esisteva qualcosa del genere. Vedere dei film degli anni ’60 e ’70 ora, ti fa capire che Hollywood è molto cambiata. Sta passando per un periodo in cui le cose cambiano, come fu ai tempi tra quei due decenni”.

C’era una volta a… Hollywood è in sala in Italia dal prossimo 19 settembre.

 

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