“Cirque du Soleil 3D – Mondi Lontani”, di Andrew Adamson

Il mondo circense è lontano da quello cinematografico, forse per la concezione di spettacolo che è alla base delle due esperienze. Il 3D non riesce a catturare la profondità di una forma d’arte che ha già raggiunto la piena maturità estetica, riducendo la prospettiva a un frenetico susseguirsi di immagini che perdono di valore proprio per il loro tecnicismo ostentato.

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cirque du soleilIl circo è da sempre un luogo fascinoso, malinconico e divertente allo stesso tempo. Un po’ come lo aveva descritto Fellini in quel suo viaggio della memoria, nostalgico, che decretava con la scena del funerale la fine di un mondo e di un’epoca. Un mondo lontano che oggi rivive sul grande schermo grazie all’ultima produzione del Cirque du Soleil, la prima in 3D realizzata con la consulenza di James Cameron, che sembra aver fatto di questa tecnologia una nuova forma di spettacolo audiovisivo.

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Una ragazza trascorre la serata in una fiera di paese, dove incontra un clown che le dà il volantino di un trapezista; entrata nel tendone per assistere alla sua esibizione, durante il numero scambia con lui uno sguardo d’apprezzamento, che lo distrae facendolo cadere a terra. Sotto di loro si apre un varco che li risucchia in un’altra dimensione, un paese delle meraviglie che dovranno attraversare prima di ritrovarsi e ricongiungersi. Il film è concepito come un unicum: un esile filo narrativo tiene insieme i diversi numeri, tratti dagli spettacoli stabili messi in scena a Las Vegas. Mimi, giocolieri e acrobati si esibiscono in coreografie di forte impatto che restituiscono al movimento una fluidità ancestrale, quasi onirica: aria, fuoco, terra e acqua si fondono con la fisicità pura, senza bisogno di effetti speciali. Un viaggio dantesco nei gironi dell’immaginazione, dove il meccanismo cardine di tutto l’ingranaggio è l’amore. Non a caso All You Need Is Love accompagna i titoli di coda, proprio come il triciclo, mosso da due stivali, guida la protagonista alla ricerca del trapezista perduto.

Il mondo circense è però lontano da quello cinematografico, forse per la concezione di spettacolo che è alla base delle due esperienze. Il 3D non riesce a catturare la profondità di una forma d’arte che ha già raggiunto la piena maturità estetica, riducendo la prospettiva a un frenetico susseguirsi di immagini che perdono di valore proprio per il loro tecnicismo ostentato. Sembra che il film di Andrew Adamson (regista avvezzo al genere fantasy, ha diretto infatti Shrek, Shrek 2 e la saga disneyana de Le cronache di Narnia) voglia dimostrare più che mostrare, senza fuggire la realtà offrendo uno sguardo privato, e magari anche visionario.

 

Titolo originale: Cirque Du Soleil: Worlds Away 3D

Regia: Andrew Adamson 

Interpreti: Matt Gillanders, Jason Berrent, Dallas Barnett, Lutz Halbhubner, Erica Linz
Origine: Usa, 2012 
Durata: 91'
Distribuzione: Nexo Digital

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