"Così fan tutti"… se si ha il potere in mano!

"Con questo film volevamo parlare del potere dal punto di vista di chi lo subisce, non di chi ce l'ha". Incontro con Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri.

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Premiata come migliore sceneggiatura al Festival di Cannes 2004 questa commedia corale è già campione di incassi in Francia, battendo al botteghino anche il film di Spielberg "The Terminal". La pellicola è stata presentata a Roma dalla regista Agnès Jaoui, nel film anche interprete e sceneggiatrice insieme a Jean-Pierre Bacri. I due scrivono insieme da quindici anni, un sodalizio importante visto i successi acquisiti nel tempo.

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E' stato difficile scrivere un film basato sui "giochi di potere"?


 


Agnés Jaoui: In effetti non è stato così facile scrivere il film: innanzitutto per la pressione esercitata dal successo avuto con il precedente film "Il gusto degli altri", e poi perché c'erano molti argomenti da mettere insieme. E' un film corale ed una delle difficoltà è legata proprio ai tanti personaggi che affrontano i vari argomenti.


 


Jean-Pierre Bacri: Avevamo deciso di scrivere una sceneggiatura sui rapporti di potere e ci siamo subito chiesti quanto sarebbe stato difficile trasporre questo tema in un film. E' stata un'impresa ardua con le sue complessità. Per arrivare al prodotto finale in realtà avevamo scritto molto di più: almeno altri venticinque minuti poi tagliati.


 


Cosa vi ha spinto a parlare dei rapporti di potere nella vita quotidiana? C'è stato un fattore scatenante?


 


Agnès Jaoui: Migliaia di aneddoti che fanno parte della vita. Volevamo parlare del potere dal punto di vista di chi lo subisce, non di chi ce l'ha. Mi stupisce sempre vedere come le persone possano accettare il modo in cui gli altri si rivolgono a loro. Ma non volevamo mettere in questione il potere: è una cosa che esiste. Volevamo esplorare l'abuso di potere e come viene subito. Ci siamo resi conto che se uno non ha mai detto "no" a suo padre, non è capace di dire "no" agli altri. Non volevamo con questo film criticare l'ambiente borghese, abbiamo parlato di questo ambiente solo perché è quello che conosciamo meglio.


 


Jean-Pierre Bacri: Il successo mette in luce il potere: c'è un legame ma è il modo in cui lo abbiamo visto noi esprimendolo in un ambiente letterario dove uno scrittore acquisisce il potere grazie al successo, ma questo è applicabile in qualsiasi altra situazione sociale e culturale.


 

La musica ha un ruolo importante nel film.


 


Agnès Jaoui: E' l'aspetto autobiografico del film. Ho cominciato a recitare a 15 anni e mi sono subito accorta che si dava troppa importanza al fisico. Allora mi sono avvicinata al conservatorio per studiare canto ed ho verificato che nella musica non è così importante il fisico. Recentemente però ho scoperto che alla scuola dell'Opéra di Parigi persone troppo in carne non vengono prese. Per me è spaventoso, ma è così.


  


Siete mai stati ospiti in una trasmissione televisiva così particolare come quella proposta nel film?


 


Jean-Pierre Bacri: All'inizio della carriera ho partecipato a dei programmi per il desiderio di mettermi in mostra ma anche perché mi sembrava di contribuire in qualche modo alla promozione di un progetto. Poi ho capito che la mia partecipazione veniva fraintesa, come se lo facessi per apparire a tutti i costi diverso. Allora ho lasciato stare.


 


Affrontando un nuovo film questo stile di commedia così raffinato che avete inventato verrà riproposto? E quanto vi è dispiaciuto non essere stati selezionati per gli Oscar?


 


Agnés Jaoui: Non so se ho davvero inventato un nuovo stile. In Francia c'è chi dice che i miei films sono troppo classici. Per quanto riguarda l'esclusione dagli Oscar è la produzione ad esserne rimasta delusa. Per me l'esperienza con "Il gusto degli altri" è stata così penosa e sgradevole che ho preferito così, non ero pronta a fare il lavoro previsto per la partecipazione agli Oscar. Troppo lobby. Nessuno aveva visto il film ed erano interessati solo ad acquistarlo per farne un remake, o interessati a coinvolgere me per girare un film in America. Quando dicevo che la cosa non mi riguardava se ne andavano considerandomi una persona troppo bizzarra. Negli ambienti legati agli Oscar è preponderante il termine industria.


 

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