Crawlspace, di L. Gustavo Cooper

Un film d’assedio che dopo una buona partenza perde colpi e non riesce a proseguire se non a fiammate. Ma manca un’identità forte e il desiderio di raccontare davvero una storia. Netflix.

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Crawlspace, per un attimo, pare voler dare l’impressione di aver fatto i compiti a casa. È un indie dal persistente retrogusto televisivo ma che sa anche dove guardare. Perché la storia di Robert Mitchell, idraulico come tanti che dopo essere divenuto testimone di un omicidio è costretto a difendersi dai due assassini pronti a mettere a ferro e fuoco la casa in cui si sta nascondendo, pare voler mettere a sistema certe suggestioni dell’action alla Gerard Butler dell’ultimo periodo, quello proletario, in cui l’eroe finisce per essere un comune pilota di aerei, un ingegnere, un normale impiegato.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

È un concept che fa ben sperare, quello del film di Cooper, la cui (almeno apparente) consapevolezza lo protegge da certe evidenti sbavature tipiche di un film a basso budget (prima tra tutte una recitazione rigidissima) e riesce, in modo non scontato, a portare l’attenzione dello spettatore su un linguaggio, su una scrittura che sulle prime fanno la voce grossa.

Crawlspace pare cogliere in effetti una grande intuizione quando sceglie di iniziare il confronto tra il protagonista e gli assassini portando l’accento sull’inferiorità tattica di Robert. A posteriori pare un bivio essenziale di Crawlspace, il vero snodo dove giocarsi il tutto per tutto. Da qui il film avrebbe potuto creare nuove idee, nuove soluzioni linguistiche, invece, come il suo protagonista, più o meno simbolicamente si nasconde.

È il rovinoso svelamento di un film che funziona solo in superficie ma che soprattutto appare incapace di afferrare davvero il centro della narrazione e del genere. E così prende tempo, vorrebbe sparigliare le carte con la scrittura, costruendo una narrazione tensiva in punta di penna, retta dal dialogo tra Robert e i due assassini ma nessuno pare davvero all’altezza del compito. Crawlspace finisce per rallentare i giri fin da subito e sembra funzionare solo per fiammate, per un paio di giocosi momenti ai limiti dello splatter, per la capacità (mai davvero portata in primo piano) di far percepire, raccontare, il peso di ogni colpo sparato. Poi, però, ogni volta, deve fermarsi, respirare, far ripartire quasi da zero. Il film pare davvero rendersi conto troppo tardi di aver fatto il passo più lungo della gamba e forse non è un caso se, appena può, si allontana dall’azione e svela un’altra linea narrativa, un buddy movie al femminile in cui un agente FBI e una del dipartimento dello sceriffo scoprono alcuni loschi traffici nella zona, tra contrabbando di legname e spaccio di oppioidi. Ecco, in questi segmenti, che finiranno per alternarsi a quelli della linea principale, per quanto, ancora, impantanato in una messa in scena opaca e soprattutto in una scrittura costantemente distratta dai dettagli di contorno della storyline, il film pare trovare una sua misura, diventare quantomeno riconoscibile e Cooper pare appassionarsi alla materia. Solo fino ad un certo punto, però, perché alla regia, alla scrittura, pare mancare costantemente il punto di svolta, il momento in cui le linee del film possano entrare davvero in comunicazione ed il racconto acquisti finalmente equilibrio. Così la narrazione si sfalda e le due linee narrative sembrano sempre più due di atti di film diversissimi uniti in sala di montaggio giusto per arrivare ad un minutaggio accettabil.

Per questo è inevitabile che quando le due narrazioni si incontrano lo facciano quasi per caso, in un ultimo atto più che frettoloso convenzionale, uguale a decine di altri, funzionale ad un film che quasi sembra voglia sparire nell’oblio prima di ammettere di aver fatto male i conti con le sue ambizioni.

 

Titolo originale: id.
Regia: L. Gustavo Cooper
Interpreti: Henry Thomas, Jennifer Robertson, Olivia Taylor Dudley, Bradley Stryker, C. Ernest Hart
Distribuzione: Netflix
Durata: 90′
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array