DVD – "Nel corso del tempo" di Wim Wenders

Con il film di Wenders la mitologia on the road dei giovani degli anni '70 non era più un sogno proiettato esclusivamente sugli schermi hollywoodiani, lontani quanto Marte dagli spazi e dai tempi europei, ma apparteneva a tutti come un modello di narrazione e di vita che chiunque poteva fare propria. Da Ripley's Home Video, un DVD fantastico!

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Titolo originale: Im Lauf der Zeit

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Anno: 1975


Durata: 175'


Distribuzione: Columbia Tristar


Genere: roadmovie.


Cast: Rudiger Vogler, Hans Zischler, Lisa Kreuzer, Rudolf Schundler


Regia: Wim Wenders


Formato DVD/video: 16:9/itbx1.66:1


Audio: tedesco mono, tedesco Dolby Digital 5.1


Sottotitoli: italiano


Extra: edizione in tre Dvd e un Cd audio:


1 Dvd: film, selezione scene, sottotitoli e versione con commento del regista.


2 Dvd: intervista ad Hans Zischler, Scene tagliate, trailer.


Cd: musiche originali composte da Axel Lintsadt. 


 



 


 

IL FILM


 


Quando Im Lauf der Zeit uscì in Italia, nel 1976, nessuno ad eccezione di qualche germanofilo aveva mai visto un film di Wim Wenders. E nessuno aveva mai visto nulla di simile al cinema: con imperdonabile semplicità, un appena trentenne regista di Dusseldorf aveva realizzato il sogno segreto di ogni regista e di molti spettatori. Improvvisamente la mitologia on the road dei giovinastri degli anni '70 non era più un sogno proiettato esclusivamente sugli schermi hollywoodiani, lontani quanto Marte dagli spazi e dai tempi europei, ma apparteneva a tutti come un modello di narrazione e di vita che chiunque poteva fare propria. Ancora oggi Nel corso del tempo è il film che ogni cineasta vorrebbe girare, frutto del lavoro di una troupe di amici (Wenders si portò dietro molti tra i realizzatori dei suoi precedenti film, dallo straordinario direttore della fotografia Robbie Muller alla scenografa Heidi Ludi ai protagonisti Rudiger Vogler e Hans Zischler); un film senza storia, un road-movie in cui "l'unica invenzione era la situazione stessa, il camion e l'itinerario: il resto erano delle trouvailles". Una sceneggiatura scritta al momento, che via via nasceva naturalmente dai luoghi, dagli odori colti al volo, dai riflessi su uno specchio d'acqua lungo la linea di confine tra le due Germanie: un paesaggio aperto e struggente, immerso in una luce diffusa che si faceva beffe d'ogni sedimentato stereotipo iconografico. Un film girato in sequenza, frutto di un  sistema produttivo pressoché unico e irripetibile nella storia del cinema: quello del Filmverlag der Autoren, casa di produzione e distribuzione indipendente fondata nel 1971 da un agguerrito manipolo di giovani tedeschi tra cui Fassbinder e lo stesso Wenders: esperienza breve ma fondamentale per la storia del cinema tedesco e mondiale. La realizzazione di Im lauf der Zeit rovesciò il tradizionale rapporto coercitivo tra il piano di lavorazione e lo scorrere del tempo vissuto, che del film è protagonista assoluto, dilagante come una star hollywoodiana oltre qualsiasi confine eretto dalla narrazione tradizionale, e che in un istante satura l'immagine e la svuota l'istante successivo, incessantemente, come la respirazione ci soffia e ci ruba la vita. "Le storie esistono solo nelle storie, mentre la vita scorre nel corso del tempo e non ha bisogno di storie": le parole di Friedrich Munro, protagonista de Lo stato delle cose (1982), esprimono proprio la ferrea volontà fideistica wendersiana, la sua mistica cinematografica che lo spinge a cercare nell'immagine in movimento la chiave del mistero del divenire: il cinema è davvero più "lungo" (quanti secoli di cinema sono stati girati sino ad oggi?) e "largo" (lo schermo) della vita, è davvero bigger than life come dimostrò per l'ultima volta Nicholas Ray dirigendo la propria morte in Nick's Movie (Wenders, 1980). Un vuoto, quello evocato dallo schermo bianco che chiude Nel corso del tempo (Weisse Wand) e dall'epigrafe sulla tomba di Yasujiro Ozu (Mu[nro]) è quanto rimane del tempo che il cinema ha ucciso per sempre e che in ogni istante continua a uccidere; l'uomo solo sullo schermo è quindi un vuoto in lotta con il vuoto di cui è parte, e con i suoi fantasmi (è la sintesi del cinema di John Ford, nume tutelare wendersiano). Proprio come un eroe fordiano, il riparatore di proiettori cinematografici Bruno (Rudiger Vogler) è tanto oppresso dal proprio passato quanto ne è privo, mentre  Robert fugge dalle parole (è un logopedista) sapendo, come Wenders, che non potrà mai rinunciare al logos, e che la strada del nulla è impraticabile: si dovrà puntare allora sulla rinascita, sul rinnovamento ("bisogna cambiare tutto"). Si incontrano per caso, i due uomini, come per caso si lasceranno e per caso si incontreranno di nuovo in uno dei finali mèlo più intensi della storia del cinema, un addio con tanto di sguardi e sussurri dietro a un vetro. Nella speranza di vedersi di nuovo, chissà in quale secolo e in quale film.


 

IL DVD


Edizione di lusso con due Dvd e un Cd audio. La confezione è elegante, la grafica estremamente curata. Il primo Dvd comprende il film supportato da due formati audio, Mono e Dolby Digital 5.1, entrambi in lingua tedesca con sottotitoli in italiano (reputandolo un probabile insuccesso commerciale, i distributori dell'epoca fecero uscire il film in pochissime copie e senza doppiarlo). L'immancabile versione commentata dal regista (con sottotitoli) è da non perdere, in un film in cui la vicenda produttiva è così sostanziale alla sua genesi e affiora così nettamente in ogni inquadratura. Il secondo Dvd comprende un'intervista a Hans Zischler (Robert), una serie di scene tagliate e un trailer. L'intervista, rilasciata da Hans Zischler a Giovanni Spagnoletti nel marzo 2005, dura circa quindici minuti e scava nella memoria dell'attore tedesco per evocare l'irripetibile spirito d'avventura che animava la troupe; teutonicamente poco incline alle nostalgie, Zischler ricorda Wenders come "un regista dalle idee sempre molto chiare" e Vogler come "un tipo strano, molto diverso da me…non legammo molto". Tra le scene tagliate, principalmente inquadrature di raccordo, nessuna è di particolare rilevanza; nell'insieme si evince però come, a dispetto della durata, il film sia un esempio di economia e sintesi narrativa. Il trailer, in lingua tedesca, è piuttosto lungo e punta giustamente sul versante umoristico del film per dimostrare allo spettatore dell'epoca che il famigerato Nuovo Cinema Tedesco non era così mortalmente noioso che si diceva in patria. La vera sorpresa di quest'edizione è il Cd audio, contenente le musiche originali composte da Axel Lintsadt ed eseguite dagli Improved Sound Limited per un totale di circa 16 minuti. Semplici e quasi ingenue nel loro richiamarsi al Dylan di Pat Garrett & Billy the kid, sembrano sgorgare dalle immagini tanto naturalmente che la fruizione fuori contesto audiovisivo risulta mutilata. Quella di nel corso del tempo resta comunque, come scriveva 1978 il futuro regista Davide Ferrario su Cineforum, "una delle colonne sonore più belle, più complesse e più consapevoli degli ultimi anni".          

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