DVD – "The Blues Brothers" di John Landis

the blues brothers dvdCommedia anarchica, The Blues Brothers gioca con uno dei generi che ha fatto grande Hollywood, il musical, e lo mette a disposizione di due attori genialoidi e sufficientemente folli e di una serie di grandi, grandissimi musicisti. Un ottimo DVD targato Universal per festeggiare il 30° Anniversario del film di Landis

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the blues brothers dvd
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Titolo originale: The Blues Brothers
Anno: 1980
Durata: 142’
Distribuzione: Universal
Genere: Commedia musicale
Cast: John Belushi, Dan Aykroyd, Kathleen Freeman, James Brown, Henry Gibson, Carrie Fisher, Cab Calloway, Ray Charles, Aretha Franklin, John Candy, John Lee Hooker, Charles Napier
Regia: John Landis
Formato DVD/Video:  1,85:1 Anamorfico
Formato audio: Dolby Digital Surround
Sottotitoli: Inglese, Italiano, Spagnolo, Francese, Portoghese, Olandese, Russo, Danese, Norvegese, Romeno, Svedese, Sloveno.
Extra: (DVD 1) La storia dietro alla creazione dei Blues Brothers, Trailer, Cast e biografie, Note di produzione; (DVD 2)Introduzione al film di Dan Aykroyd, Musiche più importanti, In giro: un giorno in tournée con i Blues Brothers, Trasporre la musica, Ricordando John
 
 
 

IL FILM
I fratelli Blues, Jake e Elwood, hanno a cuore il destino del vecchio orfanotrofio di Chicago dove sono cresciuti. Per impedirne la chiusura devono assolutamente racimolare 5000 dollari. Devono farlo in fretta. E per di più, cosa ancor più difficile, in modo onesto. Devono redimersi, come gli urla la vecchia madre superiora che dirige l’istituto. Decidono di rimettere in piedi la vecchia band e di rimettersi a suonare. Solo che le cose non sono così semplici, soprattutto perché
 

the blues brothers

Jake è appena uscito di prigione e la catena di pasticci in cui i due si cacciano non promette niente di buono. Ma i fratelli e i loro soci sono in missione per conto di Dio, e vanno avanti per la loro strada. Combineranno talmente tanti guai da avere ben presto mezza polizia, e non solo, dell’Illinois alle calcagna. Ma a loro non importa. E anche se alla fine si riaprissero le porte della prigione, l’importante sarà aver assicurato un futuro ai bambini dell’orfanotrofio e alla burbera suora.Cosa si può dire su un film di culto che non sia già stato detto? Probabilmente ben poco. Il successo di The Blues Brothers sorprese tutti, compreso lo stesso John Landis che, a due anni di distanza da Animal House (1978), richiamò con sé John Belushi. L’idea era nata proprio da John e dal suo amico Dan Aykroyd che, durante le riprese di Animal House, si erano esibiti sotto le spoglie di Jake e Elwood Blues al Saturday Night Live in una serie di sketch musicali.Il film costò circa 30 milioni di dollari, ben 18 milioni in più dei 12 inizialmente previsti dalla Universal. Strano caso di block-buster a scoppio ritardato: almeno in Patria, dove stentò a decollare e lo fece dopo che all’estero era già iniziata la Blues Brothers mania.Commedia anarchica, bizzarra, The Blues Brothers gioca con uno dei generi che ha fatto grande Hollywood, il musical, e lo mette a disposizione di due attori genialoidi e sufficientemente folli e di una serie di grandi, grandissimi musicisti. John Landis traspone in immagini e musica la sceneggiatura che lui stesso aveva firmato insieme a Dan Aykroyd. Dopo Animal House è la consacrazione assoluta di John Belushi.L’impatto più grande del film fu soprattutto sulla musica, che vide il ritorno prepotente e inaspettato di geni dimenticati del calibro di Ray Charles, Aretha Franklin, Cab Calloway e James Brown, in un periodo, quello dei primi anni ’80, in cui musica nera e blues volevano dire “Le freak c’est chic” o, peggio ancora, “Disco Inferno”.Catturare l’essenza, le ragioni profonde che fanno di un film di successo un film di culto non è cosa semplicissima. C’è un margine, un confine non ben delineato, attraversato il quale scatta qualcosa all’improvviso. Una sceneggiatura volutamente strampalata, due attori che, moderni fratelli Marx, si immergono in due personaggi coraggiosamente marchiati fisicamente, una città, Chicago, trasformata in una sgangherata sinfonia post-industriale. Poche parole e tanti fatti. Inseguimenti, accartocciamenti di macchine, ponti che si aprono al momento sbagliato, una donna misteriosa (è la principessa Leila-Carrie Fisher) che prepara attentati e semina dinamite e distruzione, i nazisti dell’Illinois. E soprattutto tanta, tantissima musica. 
 

 

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the blues brothersIL DVD
Un bel regalo per tutti quelli che hanno amato i Blues Brothers quest’edizione che festeggia il trentesimo anniversario del film di Landis. Buono il formato video, che rispetta la qualità originale della pellicola. Altrettanto buono è l’audio; cosa importantissima in un film musicale. Molto ampia la scelta dei sottotitoli, che vanno dalle lingue neolatine a quelle slave. Ma la ricchezza dei due dvd sta nei contenuti extra. C’è praticamente tutto quello che un fan dei Brothers vorrebbe vedere ( e ascoltare). Ma anche tutto quello serve ai non adepti al culto di Elwood e Jake Blues per capire e conoscere un film che ha fatto, suo malgrado, la storia del cinema degli ultimi 30 anni. Landis e Aykroyd, autori della sceneggiatura, fanno un po’ di storia, raccontando com’è nata l’idea e le prime fasi della lavorazione. Scopriamo che Belushi, nato a poche miglia da Chicago, una delle città del blues, era un grande appassionato di heavy-metal ma della musica dell’anima sapeva ben poco, al contrario del suo amico canadese Dan Aykroyd che contribuì ad istruirlo e a farlo diventare un appassionato di blues. Jim Belushi, Judy Pisano-Belushi (vedova di John), Dan Aykroyd, John Goodman, John Landis e molti altri, compresi alcuni musicisti, produttori, stuntmen e tecnici: tutti raccontano qualcosa su The Blues Brothers o, soprattutto nella parte a lui dedicata, su John. Di cui, chiaramente, non si poteva non parlare. I colleghi, gli amici del grande comico di origine albanese lo fanno in modo sincero, senza indulgere su particolari macabri o scandalistici. Di John viene ricordata non la morte avvenuta troppo presto, solo due anni dopo l’uscita di The Blues Brothers, ma la vita, l’energia e le stranezze. E una frase, riportata dal fratello Jim: a chi gli chiese in tv, a brutto muso, se non ritenesse che le cifre spese per The Blues Brothers , che era in fondo solo un film, non fossero troppe, rispose che sì, forse lo erano. Ma ogni anno molti più soldi venivano spesi per missili e testate nucleari. E quelli non facevano neanche ridere.

 

 

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