È morto Jean-Marie Straub

Il regista si è spento oggi a 89 anni. Portavoce con la moglie Danièle Huillet di un cinema polifonico che attraversava tutte le arti. Lo ricordiamo con la nostra top 5 + testimonianza di Deleuze.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Ci ha lasciato oggi a 89 anni Jean-Marie Straub, portavoce di un cinema politico come critica alla società di classe in chiave marxista e sperimentale, fuori dalle norme con cui, con sua moglie Danièle Huillet (morta nel 2006), non si è mai riconosciuto né riconciliato. La componente visiva è stata solo un elemento di un’opera spesso polifonica, dove l’elemento sonora (non solo le musiche ma proprio ‘l’ascolto’ del film’) è sempre stata fondamentale e ha interagito anche con le opere teatrali, letterarie, pittoriche, musicali di cui Straub-Huillet hanno sempre dato una propria rilettura, radicale nella forma e con un’attenzione filologica al limite della perfezione.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Attivo fin dagli anni ’50, si è proposto come assistente volontario su set come quello di Eliana e gli uomini di Jean Renoir e Un condannato a morte è fuggito di Robert Bresson, entrambi del 1956 e, sempre nello stesso anno, aiuto regista per il corto Le coup du berger dell’amico Jacques Rivette. Con Danièle Huillet ha diretto il primo corto nel 1963, Machorka-Muff, mentre il primo lungometraggio, Cronaca di Anna Magdalena Bach, risale al 1967. Il film, uno dei titoli centrali della loro filmografia, rilegge l’opera e la vita del musicista Bach attraverso il diario immaginario della moglie anna. La ‘visione musicale’ è ancora al centro della fedele versione dell’opera lirica di Arnold Schönberg (Mosé e Aronne, 1974).

I loro adattamenti letterari hanno spaziato a loro volta da Cesare Pavese (Dalla Nube alla Resistenza, 1979 e Il ginocchio di Artemide, 2007), Heinrich Böll (Non riconciliati, 1965), Frank Kafka (Rapporti di classe, 1984), Elio Vittorini (Sicilia!, 1999, Operai, contadini, 2001), Franco Fortini (Fortini/Cani, 1976). È un cinema che ha anche dialogato direttamente con Bertold Brecht (Antigone, 1991 e, insieme a Corneille, Corneille-Brecht, 2009) e Paul Cézanne (Cézanne, Dialogue avec Joachim Gasquet, 1989; Una visita al Louvre, 2004)

Lo scarto parola/immagine  è spesso stato il marchio di un cinema che ha sempre puntato alla purezza assoluta degli elementi della messinscena e ha segnato uno dei film più rappresentativi del loro cinema, Troppo presto, troppo tardi (1981) dove la scansione del testo (una lettera di Engels e Class Conflict in Egypt di Mahmoud Hussein) resta fuori campo. Nel 2017 il Locarno Film Festival lo ha omaggiato con il Pardo d’onore alla carriera. Il suo ultimo lavoro è stato il corto La France contre les robots del 2020.

 

LA NOSTRA TOP 5

Cronaca di Anna Magdalena Bach (1967)

 

Dalla Nube alla Resistenza (1979)

 

Troppo presto, troppo tardi (1981)

 

Sicilia! (1999)

 

Une visite au Louvre (2004)

 

Gilles Deleuze su Straub-Huillet

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array