FILM IN TV: "La strada scarlatta" di Fritz Lang

Rifacimento de "La cagna" di Renoir, il film di Lang è un'altra implacabile incursione nel noir. Il Greenwich Village, nella sua eleganza, è in realtà uno spazio metafisico, in cui il morbo del male si espande come una peste. Sabato 09/12 a Fuori Orario

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Dal romanzo La Chienne di Georges de La Fourchadière Jean Renoir aveva tratto nel 1931 uno dei suoi grandi capolavori, con Michel Simon e Janie Marèze. Quindici anni dopo, Fritz Lang torna a quella storia di seduzione e caduta, spostandola dalla Parigi di Montmartre al Greenwich Village di New York e scegliendo il volto al tempo stesso angelico e demoniaco di Edward G. Robinson. Un Greenwich Village ricostruito in studio, un universo asettico, una sorta di spazio metafisico, all'interno del quale, come fosse una cassa armonica, i dilemmi dei personaggi, gli incubi, la furia dei sentimenti e degli istinti vengono amplificati a dismisura. L'onesto e infelice Chris Cross (nome denso di significati simbolici, un Cristoforo che porta la croce) rimane intrappolato nella trama ordita da Kitty (Joan Bennett), dark lady quasi suo malgrado, e dal sordido Johnny (Dan Dureya). In realtà quell'inganno, più che assumere la valenza geometrica di un destino implacabile, è un vero e proprio germe, quel morbo di corruzione (nel senso di putrescenza dell'animo) che sembra avvolgere tutto. Il Male è una peste implacabile, cala dall'alto, in maniera obliqua, come le ombre che a poco a poco sembrano occupare gli spazi di luce. E a contatto con esso il lato oscuro dell'essere umano, finora latente, viene a galla. Cross l'idiota si trasforma in assassino e in spergiuro: un processo incontrollabile, implacabile sino alla follia. Non c'è scampo per nessuno, poiché tutti sono al tempo stesso vittime e carnefici. Non c'è scampo per l'amore, costantemente tradito e ingannato. E non c'è scampo neppure per l'idea di giustizia umana, destinata, nel suo ritualismo, a celebrare il proprio continuo fallimento. Rimarrebbe quel rimorso, quel "tribunale interiore", che sembrerebbe richiamare alla mente un'idea di nemesi storica, di una giustizia più alta e infallibile. Ma è ben poca consolazione. L'eleganza del Greenwich Village, con i suoi negozi d'arte, i suoi atelier e i suoi locali, è una maschera tristemente ironica. In realtà è tutto un campo di battaglia, dove il danaro è preda di sciacalli e si aggirano i fantasmi di vite distrutte.

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Titolo originale: Scarlet Street


Regia: Fritz Lang


Cast: Edward G. Robinson, Joan Bennett, Dan Dureya, Margaret Lindsay


Origine: USA 1945


Durata: 98'


 


Sabato 9 dicembre, h 3:05, Rai Tre

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