FILM IN TV – Lezioni di piano, di Jane Campion
La strana creatura di Jane Campion in Lezioni di piano ci ospita nel suo (ir)razionale silenzio toccando note erotiche di musica carnale. Una creatura contesa da Dio e dagli uomini, dal mare e dalla terra che ha saputo incantare la giuria del al 46º Festival di Cannes, vincendone la Palma D’Oro e tre Premi Oscar nell'edizione del 1994. Lunedì 10 novembre, ore 21.00, Sky Cult

Lo mise bene a posto –
Poi incise il suo nome – su di esso –
E gli ordinò che all'Est –
Fosse fedele – in sua assenza –
E che sarebbe ritornato –
Con un Equipaggio d'Ambra –
Stavolta – per portarlo a Casa –
I versi/spartito della poesia di Emily Dickinson sembrano scriversi sul libretto metafisico che gradualmente si materializza nelle mani di chi guarda ed immediatamente si immerge nella liquidità del film di Jane Campion Lezioni di Piano. Un Film-Opera appunto, che freme su pellicola (come palco) nutrendosi di musica e azione.
Ada Mcgrath (Holly Hunter) è una giovane donna, muta dall'età di sei anni, che comunica con gli altri attraverso la Figlia Flora (Anna Paquin), l’unica (forse) in grado di comprendere il suo linguaggio fatto di gesti e sguardi. Costretta dal padre a sposare Alisdair Stewart (Sam Neill), parte assieme alla figlia verso un’isola remota della Nuova Zelanda per raggiungere il promesso sconosciuto. Nel viaggio lungo e straziante per mare, la barca

All’approdo Ada subisce la prima violenza dal nuovo compagno, che mostra fin da principio di non possedere la pazienza di dio: è infatti costretta a lasciare il pianoforte sulla spiaggia, mentre tutti si apprestano a raggiungere il villaggio. La sua voce è lì sull’arena, riposa in attesa, rivolta verso il mare. Tra gli uomini presenti solo George Baines (Harvey Keitel), proprietario terriero amico di Stewart, si accorge di quanto atroce sia in realtà quel distacco. E così è. Egli trova il suo Essere e d’istinto, per salvarlo, lo compra: 80 acri per il pianoforte. Dona a Stewart tutto ciò che ha per possedere ciò che desidera.
Da un piccolo e circolare lembo di pelle Jane Campion fa allora esplodere la carica erotica e creatrice che vive e respira attraverso la musica, sempre più corporea e tangibile. Quella fanciulla che abita Ada, incapace di educare la stessa figlia Flora al rispetto genitoriale, muore poco a poco, lasciando che la passione desti in lei la donna intelligente, desiderosa e audace che brama ora disvelare e concedere. Una donna che libera la femminile e acuta intelligenza, senza lasciarla intimidire dalla lacerante prepotenza dell’uomo, padre, marito e insieme debole/deprecabile padrone. Se da principio Ada come Emily Dickinson, cariche nel grembo intellettivo di sensibilità illuminata e consapevole, si isola proteggendosi dalla stupidità di chi non vuol sentire, progressivamente riscatta se stessa squarciando il velo dell’intimo pensiero che si fa carne riempendo il silenzio. Il ritorno diviene così nuova partenza, come nuova è la sposa di vigoniana e Atalantica memoria che non vede più la morte come unica occasione, bensì la volotà come scelta di vita.
The Heart asks Pleasure First (Il cuore chiede il piacere dapprima) scriveva Emily Dickinson, The Heart asks Pleasure First suona il compositore Michael Nyman in Lezioni di piano, per omaggiare colei che “veste unicamente di bianco e che dicono abbia un cervello come un diamante”.
Le vesti bianche di Emily ossessionate dalla morte sfiorano le vesti nere di Ada ossessionate dalla vita, attraverso la carezza registica di Jane Campion che ci parla lì dove non c’è mai stato suono.