I misteri del bar Étoile, di Dominique Abel e Fiona Gordon

Un film che parte con i toni del noir, su cui gli autori costruiscono la loro abituale, complessa coreografia di movimenti e gag. Presentato in anteprima ai Rendez-vous del nuovo cinema francese

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In una sera di pioggia, un uomo entra in un bar vuoto, l’Étoile filante. Si dirige al bancone e ordina una birra. Ma è solo un pretesto. Sotto gli occhi increduli del proprietario, apre un giornale del 1986 in cui si dà notizia di un attentato terroristico. Neanche a dirlo, l’attentatore che appare in foto ha gli stessi lineamenti del barista.  “So chi è lei”, dice l’uomo misterioso. E tira fuori una pistola. Ma il suo proposito di vendetta non va a buon fine.

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Parte così I misteri del bar Étoile, il nuovo film di Dominique Abel e Fiona Gordon, presentato in anteprima italiana agli ultimi Rendez-vous del Nuovo Cinema Francese. Un tuffo nelle atmosfere notturne e fumose del noir. Subito smentite e smontate, letteralmente, dalla meccanica stravagante e inopportuna dei corpi. Il braccio finto di Georges, l’uomo in cerca di vendetta, interpretato da Bruno Romy, vecchio complice della coppia di registi e protagonisti, cade per il contraccolpo dello sparo. E così il potenziale drammatico della scena viene disinnescato, vira immediatamente verso l’assurdo. Da lì parte tutta una storia di doppi, misteri, fraintendimenti, su cui Dominique Abel e Fiona Gordon montano la loro abituale, complessa coreografia di movimenti e di gag che ridefiniscono in chiava umoristica il senso delle cose. Ma sulla superficie del film resta, comunque, impressa l’evidenza di un immaginario codificato: vecchi criminali che sfuggono al passato, detective privati con l’impermeabile, vite marginali e solitarie, strade deserte di città, locali desolati su cui sembrano aleggiare le storie del milieu. Nel gioco compositivo dei rossi, dei blu e dei gialli, nei tagli di luce e ombre, s’intravede il riflesso di un mondo alla Aki Kaurismäki, la desolata ironia di un tono che si carica di tutto un universo di riferimenti cinematografici. Ma il fatto è che dietro il sorriso amaro di Kaurismäki, si avverte sempre la densità di un mondo reale, e di una visione dolente, profondamente umana. Un cuore, verrebbe da dire. Che invece, nella prospettiva di Dominique Abel e Fiona Gordon, resta proiettato sullo sfondo. Forse perché i loro riferimenti privilegiati sono un po’ diversi. Tutta una tradizione comica clownesca, come direbbero loro, che tende a scartare dalla situazione concreta, dalle abituali leggi della fisica, per muoversi in una dimensione che si regge su regole diverse, su dinamiche illogiche, o meglio altrimenti logiche.

Se davvero il punto di partenza di questo cinema è di “impronta sinceramente naturalistica”, come dicono Abel e Gordon, lo è nel senso che si fonda espressione immediata dei corpi, dalla dinamica dei movimenti. Ma il punto d’arrivo è tutt’altro. Così come nei precedenti film, anche ne I misteri del bar Étoile si intuisce il peso di una verità più dura. Specialmente in ciò che appare e resta ai margini del racconto: una fotografia, la lapide di un cimitero, una lacrima che bagna il volto, un cerotto antidepressivo. Ma è come un rumore di fondo, come i canti di protesta della folla che attraversa le vie di Bruxelles. La sostanza sta in questi corpi che si disarticolano, che ruzzolano e capitombolano come in uno spettacolo da circo, che si aprono in improvvise ipotesi musical. Marionette, come giustamente detto, governate da fili invisibili, animate da un’energia nascosta, ma sempre a rischio di collassare e afflosciarsi. Corpi incapaci di essere adatti alla situazione. E, quindi, sempre sottilmente eversivi. Ma per gioco, più che per consapevole rifiuto. Come stelle cadenti che disegnano una traiettoria fantastica. Bella, ma effimera.

Titolo originale: Étoile filante
Regia: Dominique Abel e Fiona Gordon
Interpreti: Dominique Abel, Fiona Gordon, Kaori Ito, Philippe Martz, Bruno Romy, Céline Laurentie, Bruce Ellison
Distribuzione: Academy Two
Durata: 98’
Origine: Belgio/Francia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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Il voto dei lettori
3 (3 voti)
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