"Il cinema italiano non è il cinema della parolaccia. In questo film la parolaccia non è mai volgare, è un gioco, una parolaccia fra virgolette." Incontro con il produttore Vittorio Cecchi Gori insieme agli altri protago …

"Il ritorno del Mondezza" ha come protagonista Rocky Giraldi, figlio di Nico Giraldi, il mitico poliziotto degli anni '70-'80. A vestirne i panni è Claudio Amendola, per la regia di Carlo Vanzina che insieme al fratello Enrico alla sceneggiatura, hanno ridato vita ad un filone comico-popolare del cinema italiano da tempo messo da parte.

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Come il padre anche Rocky Giraldi è un agente in borghese dei reparti operativi della Polizia e come suo padre fa spesso di testa sua usando metodi forse poco corretti ma efficaci.

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Come è nata quest'idea?


 


Vittorio Cecchi Gori: Come famiglia abbiamo prodotto più di 300 films, ed è rivisitandoli che ci si è resi conto perché certe storie hanno particolarmente funzionato. Con la diffusione dei DVD ci siamo accorti del successo tra i giovani di molti vecchi films. Ed in particolare il personaggio del Mondezza con le sue storie è stato uno dei prodotti in DVD più gettonati. Quindi ho pensato che ci potesse essere un pubblico potenzialmente vasto per un nuovo film. Il Mondezza è un personaggio che io trovo più attuale ora che allora: il giustiziere, colui che deve arrivare in qualsiasi modo alla giustizia.


 


Quindi si può dire che il ritorno del Mondezza sia stato evocato dai giovani?


 


Claudio Amendola: A Roma la notizia della preparazione e dell'uscita di questo film si è sparsa a macchia d'olio. C'è la voglia di un cinema spensierato, ma è anche molto importante rispettare chi vede questo personaggio come un'icona, che sicuramente starà con il fucile puntato.


 


Sono state utilizzate battute dei vecchi films?


 


Carlo Vanzina: Non li abbiamo rivisti tutti, i primi che abbiamo visto sono quelli della trilogia prodotta da Cecchi Gori. Ci ha divertiti molto l'ultimo della serie dove c'erano pezzi di Bombolo esilaranti. La bravura era tale sia di Tomas Milian, che di Bombolo che dello stesso Ferruccio Amendola come doppiatore. In generale abbiamo attinto un po' da tutta la serie.


 


Enrico Vanzina: I personaggi sono giovanili e molto simpatici, parlano un linguaggio comune, quindi sicuramente piacerà a tutti. Ci sono dei richiami alle vecchie battute ma con rispetto. Abbiamo cercato di ricreare le atmosfere ma con modo ed alcune battute divenute famose sono state attualizzate.

Come è stata vissuta questa esperienza dagli attori?


 


Claudio Amendola: Mi sono sentito completamente a mio agio nei panni  del Mondezza. Ho un ricordo molto intimo e importante del personaggio. Seguivo papà nel doppiaggio e mio zio Mario Amendola che scriveva le sceneggiature insieme a Bruno Corbucci: quelle battute che io spesso provavo da solo davanti ad uno specchio. Sento di avere un rapporto molto forte con questi film del passato e la scena finale è un omaggio a quanto è stato fatto da tutti i protagonisti.


 


Enzo Salvi: Sono un fan sfegatato della storia del Mondezza: mi sono trovato benissimo sul set, mi sono sentito come a casa. Ci siamo tutti divertiti, tanto che molte battute sono nate spontaneamente mentre si girava. E' la mia prima esperienza di attore vero e l'opportunità di recitare il ruolo del figlio di un personaggio mitico come Bombolo mi ha lusingato ed emozionato.


 


Elisabetta Rocchetti: Io ero stata notata dalla produzione ne "L'imbalsamatore" e in un film di Verdone e probabilmente sono stata scelta per la mia spontaneità e schiettezza. All'inizio ho trovato delle difficoltà perché non avendo mai fatto una commedia da protagonista non riuscivo a chiudere le battute. Ma Claudio Amendola mi ha aiutato molto, ha una professionalità generosa. Io non mi sentivo all'altezza ma poi mi sono fatta trascinare dal turbine del trash.


 


E' esatto considerare il Mondezza un genere trash?


 


Enrico Vanzina: Il trash è qualcosa di attualmente sofisticato. C'è trash e trash e della serie di Tomas Milian rimane il modo di affrontare la vita da parte dei singoli personaggi. Il trash vive di personaggi che vanno oltre il valore del prodotto. Il trash rimette in circolo cose che sono state dimenticate ma poi rivalutate.


 


Ma siamo sicuri che per riportare i giovani nelle sale cinematografiche bisogna usare un linguaggio del genere?


 


Vittorio Cecchi Gori: Il cinema italiano non è il cinema della parolaccia. In questo film la parolaccia non è mai volgare, è un gioco, una parolaccia fra virgolette.


 


Enrico Vanzina: Già il successo di allora era dato proprio dal modo disinibito di esprimersi da parte dei personaggi. La parolaccia è tale se si vuole offendere qualcuno, ma ciò non avviene nella nostra storia. La volgarità è un'altra cosa, d'altronde nel film si parla di poliziotti e ladri che normalmente parlano così. Ed io e Carlo continueremo su questa strada, cioè a rivisitare il linguaggio popolare, non perché ci mancano le idee ma perché esisteva negli anni Settanta e Ottanta un cinema italiano prorompente che ad un certo punto, non si sa perché, è stato bloccato. I registi attuali non si rifanno più a quel genere di comicità cinematografica, invece penso proprio ci sia una forte necessità di rivitalizzare certe commedie che hanno caratterizzato la storia del cinema italiano. Stiamo già organizzando, ad esempio, la rivisitazione di un film come "Eccezzziunale..veramente", le cui riprese dovrebbero iniziare alla fine dell'estate.

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    "Il cinema italiano non è il cinema della parolaccia. In questo film la parolaccia non è mai volgare, è un gioco, una parolaccia fra virgolette." Incontro con il produttore Vittorio Cecchi Gori insieme agli altri protago …

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    Vittorio Cecchi Gori: Come famiglia abbiamo prodotto più di 300 films, ed è rivisitandoli che ci si è resi conto perché certe storie hanno particolarmente funzionato. Con la diffusione dei DVD ci siamo accorti del successo tra i giovani di molti vecchi films. Ed in particolare il personaggio del Mondezza con le sue storie è stato uno dei prodotti in DVD più gettonati. Quindi ho pensato che ci potesse essere un pubblico potenzialmente vasto per un nuovo film. Il Mondezza è un personaggio che io trovo più attuale ora che allora: il giustiziere, colui che deve arrivare in qualsiasi modo alla giustizia.


     


    Quindi si può dire che il ritorno del Mondezza sia stato evocato dai giovani?


     


    Claudio Amendola: A Roma la notizia della preparazione e dell'uscita di questo film si è sparsa a macchia d'olio. C'è la voglia di un cinema spensierato, ma è anche molto importante rispettare chi vede questo personaggio come un'icona, che sicuramente starà con il fucile puntato.


     


    Sono state utilizzate battute dei vecchi films?


     


    Carlo Vanzina: Non li abbiamo rivisti tutti, i primi che abbiamo visto sono quelli della trilogia prodotta da Cecchi Gori. Ci ha divertiti molto l'ultimo della serie dove c'erano pezzi di Bombolo esilaranti. La bravura era tale sia di Tomas Milian, che di Bombolo che dello stesso Ferruccio Amendola come doppiatore. In generale abbiamo attinto un po' da tutta la serie.


     


    Enrico Vanzina: I personaggi sono giovanili e molto simpatici, parlano un linguaggio comune, quindi sicuramente piacerà a tutti. Ci sono dei richiami alle vecchie battute ma con rispetto. Abbiamo cercato di ricreare le atmosfere ma con modo ed alcune battute divenute famose sono state attualizzate.

    Come è stata vissuta questa esperienza dagli attori?


     


    Claudio Amendola: Mi sono sentito completamente a mio agio nei panni  del Mondezza. Ho un ricordo molto intimo e importante del personaggio. Seguivo papà nel doppiaggio e mio zio Mario Amendola che scriveva le sceneggiature insieme a Bruno Corbucci: quelle battute che io spesso provavo da solo davanti ad uno specchio. Sento di avere un rapporto molto forte con questi film del passato e la scena finale è un omaggio a quanto è stato fatto da tutti i protagonisti.


     


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    Enrico Vanzina: Il trash è qualcosa di attualmente sofisticato. C'è trash e trash e della serie di Tomas Milian rimane il modo di affrontare la vita da parte dei singoli personaggi. Il trash vive di personaggi che vanno oltre il valore del prodotto. Il trash rimette in circolo cose che sono state dimenticate ma poi rivalutate.


     


    Ma siamo sicuri che per riportare i giovani nelle sale cinematografiche bisogna usare un linguaggio del genere?


     


    Vittorio Cecchi Gori: Il cinema italiano non è il cinema della parolaccia. In questo film la parolaccia non è mai volgare, è un gioco, una parolaccia fra virgolette.


     


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