"Il magico Natale di Rupert" di Flavio Moretti
Il cinema intravisto nell'opera riparte dalla preistoria di un cinema evocato quale deposito melesiano di infiniti raggi di luce e azzarda accostamenti arditi e suggestivi tra il realismo presunto della cornice e l'irruzione scomposta del fantastico.
Ne Il magico Natale di Rupert la fantasia torna a riaffacciarsi con forza sul cinema italiano. In questo senso infatti il cinema di Moretti riparte chiaramente da un esprit favolistico (il piccolo protagonista lasciato a casa della nonna la sera della vigilia di Natale, il suo successivo avvicinamento ad un mondo nascosto, inesplorato) ritmato su note sommesse e persino didascaliche, eppure capaci di catturare puri e infantili atomi di piacere descrittivo. Il cinema intravisto nell'opera riparte infatti dalla preistoria di un cinema evocato quale deposito melesiano di infiniti raggi di luce (la lampada che emana il suo personale racconto, proiettandolo direttamente sulla storia principale) e azzarda accostamenti arditi e suggestivi tra il realismo presunto della cornice e l'irruzione scomposta del fantastico (gli alieni, la materializzazione delle fantasie del protagonista). Moretti in questo è addirittura sublime: spazza via in un istante l'ottanta per cento del cinema che si fa oggi in Italia e riparte proprio da figurine esili, filigranate, in un gioco incessante e tenero di rimandi alla fantascienza più artigianale, con un gusto ed uno spirito che travalicano sempre ogni tipo di realismo. Il suo protagonista in questo frangente, su di un piano vicino e al tempo stesso lontano rispetto al Culkin di Mamma ho perso l'aereo, si disperde continuamente nelle insidie di uno spazio estremamente fisico che poi si fa addirittura prismatico e infine labirintico, in un vibrante esercizio di linee infantili e gioiose. Quando il cinema si dimentica di sé (Moretti in questo senso azzera ogni tipo di consapevolezza e si lascia andare…), esce veramente da ogni confine e, come nel caso di Rupert, intreccia dimensioni e mondi disparati, realtà e fantasia, senza preoccuparsi troppo di mode e contesti. Sarebbe un peccato non dargli retta…
Regia: Flavio Moretti
Interpreti: Gianmaria Corolla, Piera Cravignani, Clara Droetto, Renato Liprandi, Carlo Valli
Produzione: UniStudio, Orione Cinematografica, Ministero per i Beni Culturali
Distribuzione: Istituto Luce
Durata: 85'
Origine: Italia, 2004