“Il volto di un'altra” – Incontro con Pappi Corsicato e il cast

Pappi Corsicato

Presentata a Roma la nuova commedia del regista partenopeo, Pappi Corsicato. Insieme al cineasta sono intervenuti, durante la conferenza stampa, gli attori Alessandro Preziosi, Iaia Forte, Laura Chiatti, Lino Guanciale, gli sceneggiatori Monica Rametta e Gianni Romoli e la produttrice Tilde Corsi.

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Pappi CorsicatoPresentato a Roma Il volto di un'altra, nuova commedia del regista partenopeo, Pappi Corsicato. Insieme al cineasta sono intervenuti, durante la conferenza stampa, gli attori Alessandro Preziosi, Iaia Forte, Laura Chiatti, Lino Guanciale, gli sceneggiatori Monica Rametta e Gianni Romoli e la produttrice Tilde Corsi.

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Meglio essere o apparire?

Pappi Corsicato: Il film, secondo me, non parte tanto dal concetto di “essere o apparire, che è uno dei temi del film. Mi divertiva fare una variazione su dei temi come la chirurgia o i media. Voleva essere una metafora di quello che accade nel nostro presente. Oggi va bene tutto e il contrario di tutto. Prendo l'esempio del Papa. Ratzinger si è dimesso, sicuramente ha fatto un gesto molto importante ma anche lì c'è un'ambiguità, il suo gesto ha una doppia lettura. C'è un lato positivo e uno negativo, c'è un giusto e uno sbagliato. Il film, in realtà, vuole anche raccontare questo senso di totale sbandamento. Anche il fatto che possa cadere un asteroide sulla Terra, come è ipotizzato nella pellicola, poteva andare bene. Sono io il primo a subire queste cose. C'è sempre un lato comico e uno tragico. Il film è una summa dei miei pensieri scombinati.

 

 

Questo è un film molto cinematografico dal punto di vista di clima e citazioni. Dalla commedia romantica fino al cinema americano degli anni '40. Quali sono le citazioni cinematografiche che l'hanno sedotto?

Pappi Corsicato: Mi sono posto in maniera molto libera rispetto al film, nel quale mi sono divertito a mettere tutto quello che mi piace. L'arte, la musica, il cinema, l'estetica, la moda. Tra i tanti riferimenti e i generi cinematografici, su tutti le commedie di Billy Wilder e i melò alla Douglas Sirk, ma rivisti in chiave acida e contemporanea.

 

 

Come ti sei posta nei confronti del tuo personaggio?

Laura Chiatti: Ho amato molto questo personaggio, leggendo il copione, mi sono resa conto di quanto fosse completo. Un personaggio che poteva esprimere molti aspetti e molte caratteristiche. Quando ho letto la sceneggiatura, quello che mi ha colpito di più e che si evince anche durante la proiezione, è che ogni scena racconta un genere diverso. È un film che mi ha arricchito moltissimo perchè Pappi mi ha molto bacchettata. Io sono molto pigra e quindi anche nella recitazione tendo sempre ad amare di più i personaggi realistici, invece lui mi ha fatto entrare in questo personaggio veramente molto ricco. Questa donna è molto lontana da me. Molto sicura di sé, ambiziosa, a tratti cattiva, sembra possa redimersi nel corso del film invece non lo fa. Vuole essere sempre perfetta, vuole raggiungere i suoi obiettivi e per farlo è disposta a tutto. Lavorare con Alessandro, Lino e Iaia per me è stato bellissimo. Si impara tanto stando di fianco ad attori così, che hanno alle spalle moltissime esperienze teatrali.

 

 

Laura ChiattiIl film mette anche in atto degli equilibri di coppia, nel tuo caso la competizione.

Alessandro Preziosi: Mi piace raccontare, rispetto a questa domanda, la scena del balletto tra il mio personaggio e quello di Laura, che lascia poi ilposto a una scena di tenerezza tra i due. È un'occasione per ritrovarsi, ritrovare l'amore l'uno per l'altra, anche grazie all'inganno di cui sono coscienti e che stanno per mettere in atto. Ma, purtroppo, sono così accecati dal voler superare professionalmente le qualità l'uno dell'altra che perdono quest'occasione.

 

 

Musa e attrice di Pappi. Il personaggio della suora segue il filone del melò anni '50? Come hai costruito il personaggio?

Iaia Forte: Al di là dell'amicizia ammiro molto Pappi. In un Paese così conformista, Corsicato, mette nei suoi film una costante anarchia senza essere inglobato da un pensiero allineato a quello che lo circonda. Ho una vera ammirazione scevra dall'amicizia. Sicuramente, è vero, c'è nel mio personaggio la citazione al melò italiano, dato che il cinema di Pappi cita molto quello del passato. C'è in lei anche una negazione di un'evidenza. Invece di essere simbolo dei valori che la dovrebbero caratterizzare, ne porta altri, contrari. C'è una forte ambiguità anche in lei.

 

 

Lino, tu sei una delle new entry cinematografiche più interessanti. Come ti sei trovato sul set?

Lino Guanciale: Devo dire di essere un fan di tutti i film di Pappi. Incontrarlo e lavorarci è stato bellissimo. Nel periodo di lavorazione ho imparato molto. Pappi sa parlare e tirare fuori il meglio dagli attori, armonizzando, diciamo, un corpo di atleti che arrivano da campi diversi. Inoltre la sua attenzione all'estetica va contro l'appiattimento che c'è in giro. Come questo film suggerisce tanti spunti su più livelli.

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