La Casa di Famiglia, di Augusto Fornari

La Casa di Famiglia non fa certo gridare allo scandalo ma è un perfetto figlio del virus che ha colto le commedie in Italia che, trascurate, meriterebbero solo di essere prese sul serio.

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Quando un genitore anziano è in coma da cinque anni siamo legittimati a credere che non ci sia più nulla da fare? Alex (Lino Guanciale), Giacinto (Libero De Rienzo), Oreste (Stefano Fresi) e Fanny (Matilde Gioli) decidono a malincuore, dopo anni di incoscienza dell’amato padre Sergio (Luigi Diberti), di vendere la casa di famiglia dove sono cresciuti. Ma una notte accade l’impensabile: Sergio si sveglia. La soluzione migliore per farlo riprendere tranquillamente è fingere che la casa non sia mai stata venduta.
La basi per la ricetta della commedia sono poste, nel calderone si trovano gli ingredienti per la  formula perfetta: menzogne, equivoci, pericoli da scampare e mobili spersi da recuperare. E tutto ribolle nel luogo più adeguato, fonte reale di ogni tragedia umana e al contempo di ogni situazione comica e grottesca: la famiglia.

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La Casa di Famiglia, esordio alla regia dell’attore Augusto Fornari, si snoda su una trama semplice e man mano si colora di dettagli e personaggi di contorno: scaramucce fra fratelli e problemi esistenziali da risolvere; Drago lo zingaro (Marco Conidi), Masha (Nicoletta Romanoff) la badante russa e il Bavosa, vicino ricco e viscido interpretato dal fratello del regista Toni Fornari. Tralasciando qualche scivolone retorico, questo film non ha niente di propriamente sbagliato; si ridacchia e si sorride, a volte si perde l’attenzione e la mente vaga lontana, ma insomma, è ordinaria amministrazione. Perché, e non ce ne voglia il regista, La Casa di Famiglia è un ottimo esempio per riflettere su questo virus che ha sopraffatto la commedia italiana: una sorta di pigrizia, di sonnolenza cosmica che affligge registi e sceneggiatori. La sensazione, ultimata la visione, è sempre la stessa: avvertiamo dinamiche portate a termine frettolosamente, forse abbiamo anche sorriso ma il film non ci ha toccato l’umore, ci è semplicemente passato davanti precludendoci la magnifica e profonda esperienza della risata. Il risultato finale corre il rischio di dare un’impressione di trascuratezza.

La Casa di Famiglia (non più di altri prodotti degli ultimi anni) non fa di certo gridare allo scandalo, ma in tempi come questi, bulimici a livello di proposta visiva, ha realmente senso evitare sciattamente gli sforzi di inventiva? Viene da pensare a C’est la vie, la bella commedia francese vista di recente Festa del Cinema di Roma. Dettagli curati con estrema precisione, incastri perfetti… Ogni elemento ben seminato è infine raccolto, fino a una deliziosa esplosione di risate. Lo spettatore è coccolato, perché la risata non meno di una torta al cioccolato, è una coccola e andrebbe sempre presa sul serio. 
Tutto questo ci fa pensare che urge tornare ad essere bravi alunni, non necessariamente ligi al dovere, dediti alla commedia come meccanismo ad orologeria da eseguire alla perfezione, anche nella marachella, nella delizia di evadere le regole.

 

Regia: Augusto Fornari
Interpreti: Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lino Guanciale, Matilde Gioli, Toni Fornari, Luigi Diberti, Nicoletta Romanoff, Marco Conidi, Michele Venitucci
Origine: Italia, 2017
Distribuzione: VISION DISTRIBUTION
Durata: 90′

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