"La rivolta e lo sberleffo: Cinema 1977 e dintorni"

Al Cinema Gnomo, dal 9 al 14 ottobre 2007 verrà proiettata  una rassegna intitolata: “La rivolta e lo sberleffo: Cinema 1977 e dintorni”, organizzata dall’ Ufficio Cinema del Comune di Milano  e da Obraz Cinestudio

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Al Cinema gnomo, dal 9 al 14 ottobre 2007 verrà proiettata  una rassegna intitolata: “La rivolta e lo sberleffo: Cinema 1977 e dintorni”, organizzata dall’ Ufficio Cinema del Comune di Milano  e da Obraz Cinestudio.   
 
Il 1977 non è stato solamente l’anno che ha preceduto la degenerazione fatale dello scontro sociale, ma anche quello che ha visto l’insorgenza di un movimento caratterizzato da un ficcante senso estetico, giocato sul filo di una creatività innovativa e anticonformista. Non era scritto nel libro del destino, insomma, che il 1977 dovesse diventare, come poi è stato, il punto di svolta verso i famigerati (anche sul piano mediologico) “anni di piombo”.
 
Una sorta di “doppia anima”, infatti, ha attraversato dall’inizio alla fine (ma anche preceduto e seguito) quell’anno ormai divenuto simbolo dell’intero terz’ultimo decennio del secolo scorso (“dannato” o “esaltante”, fate voi). Una “doppiezza” che, insieme con un divenire tumultuoso degli eventi, vedeva anche l’insorgere di un lato sbeffeggiante e ironicamente iconoclasta, intriso di tendenze anticonvenzionali, di ricorsi alla tradizione artistica “sovversiva” del dadaismo e del surrealismo, alla potenza liberatoria del gesto situazionista, alla logica deflagrante del comico e del burlesque. In proposito è bene ricordare che proprio intorno al ’77 le avanguardie storiche cinematografiche – grazie ai cineclub – sone entrate di prepotenza nell’immaginario dei movimenti giovanili, mentre erano state quasi assenti in precedenza dagli schermi nostrani. Per esempio, avevano influenzato scarsamente l’iconografia del ’68 italiano (che pure è stato il più duraturo), mentre invece in Inghilterra un regista come Lindsay Anderson con il suo If si ispirava bellamente a Zero de conduite di Jean Vigo. Il fatto è che quasi non c’erano schermi dove vedere questo cinema prima che i cineclub degli anni Settanta aprissero le loro minuscole salette.   
 
Del resto, chi non ricorda, il “Totòdadaismo” (inteso come fusione del dadaismo con il personaggio di Totò), variante del già noto “Totòfuturismo”, o del più demenziale “Totòmaoismo”? Erano queste, peraltro, le “parole d’ordine” in cui certe aree del movimento più legate alla ribellione estetica – e quindi più dissacranti – traducevano e filtravano la “rénaissance” del grande comico napoletano (dovuta soprattutto al critico Goffredo Fofi), dopo decenni di ostracismo decretati da parte di (quasi) tutta la critica “engagé” (si pensi al clamoroso successo del “ripescato” Totò a colori). Si deve aggiungere, peraltro, che la “riscoperta” di Totò preludeva alla “scoperta” dei Fratelli Marx, che in Italia restavano pressocchè sconosciuti (mentre a Parigi un locale del V° da anni programmava esclusivamente i loro film), e che proprio allora cominciavano ad apparire nei soliti cineclub in lingua originale (il sottotitolaggio in italiano arriverà qualche anno dopo).
 
Il cinema – è ovvio – non poteva che rispecchiare i processi in atto, di trasformazione sociale, ma anche culturale e politica. E non solo il cinema italiano (anche se il ’77, inteso come durezza antagonista, è stato un fenomeno particolarmente italiano), ma anche quello europeo, e naturalmente quello americano.
In Italia, come è noto, arrivavano film eccentrici come Porci con le ali,  Berlinguer ti voglio bene (e poco dopo Ecce Bombo), e inoltre fioriva – appunto – la stagione dei cineclub, luoghi dove si riscoprivano – sono solo esempi – le avanguardie storiche, l’underground, il gotico americano, i Fratelli Marx, Orson Welles, e così via.   E mentre in Germania cominciava e emergere un cinema “inaudito” rispetto agli standard del dopoguerra si veda per tutti L’amico americano di Wim Wenders), nell’area anglo-americana si producevano film graffianti come I duellanti, e magari, subito dopo, amari e aspri come Il cacciatore, eccetera.
Per informazioni:
Ufficio Cinema
Tel. 02 88462451-52-56-60 email: culturas.cinema@comune.milano.it   www.comune.milano.it  
Cinema Gnomo
Via Lanzone, 30/A 20123 MILANO – Tel. 02. 804125
Ingresso valido per tutte le proiezioni della giornata € 4,10 – ridotto € 2,60
 
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