La terra dei santi, di Fernando Muraca

la terra dei santi
E’ possibile parlare di mafia in modo diverso, senza realizzare prodotti innovativamente cupi, che puntano solo al dialetto, alle brutte facce e alle sparatorie in strada per rendere chiaro di cosa si sta parlando. Non ci sono eroi e non ci sono santi, gli unici santi sono quelli antichi greco-ortodossi che hanno raggiunto le coste calabresi e che oggi sono stati dimenticati

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la terra dei santiQuesta volta ci siamo: è possibile parlare di mafia in modo diverso, è possibile farlo senza realizzare prodotti innovativamente cupi, che puntano solo al dialetto, alle brutte facce e alle sparatorie in strada per rendere chiaro di cosa si sta parlando.

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La terra dei santi è un film di genere declinato al femminile, nasce dalla principale domanda alla quale il regista e la sceneggiatrice Monica Zapelli (già riconosciuta per I Cento passi) non riuscivano a dare una risposta: come è possibile che le donne della mafia accettino di mandare i loro figli a morire o, bene che vada, a marcire in carcere?

Come è possibile che non facciano niente per salvarli, e che anzi, quando una forza esterna – lo stato – prova a dargli la possibilità di una vita diversa, si oppongano con tutte le loro forze?

Su questa base sono costruiti i tre personaggi principali del film: il magistrato Vittoria (interpretata da Valeria Solarino che dona al film la semplicità del suo corpo asciutto e sincero), che ha lasciato volontariamente il Nord per iniziare la sua carriera a Lamezia Terme; Assunta (interpretata dalla calabrese Daniela Marra), costretta a sposare il fratello del marito assassinato, e la sorella Caterina (Lorenza Indovina), moglie del boss locale latitante, dispensatrice di consigli e ordini. Quando il magistrato comunica ad Assunta la decisione di toglierle la patria podestà dei figli, le sue sicurezze iniziano a venir meno, ma solo la lucidità frutto della più estrema sofferenza può destarla. 


La potenza del film è nella scrittura e nel modo in cui sono delineati i personaggi: le donne sono donne normali, nessun fattore estetico può far immaginare la loro vera identità, sono conformi a tutte le altre,
così come il magistrato, che non è coinvolta in storie d’amore da fiction né è un’eroina. Non ci sono eroi e non ci sono santi, gli unici santi sono quelli antichi greco-ortodossi che hanno raggiunto le coste calabresi per portare il loro messaggio di amore e di fraternità e che oggi sono stati dimenticati. 
L’esordio alla regia cinematografica di Fernando Muraca colpisce anche per i suoi aspetti scenografici: la Puglia, travestita da Lamezia Terme, mostra le sue debolezze alla macchina del regista che riesce a renderla partecipe di un male radicato in una terra che forse potrà essere salvata solo dal mare, simbolo di speranza e di passaggio: come fuga e come arrivo

Regia: Fernando Muraca
Interpreti: Valeria Solarino, Ninni Bruschetta, Lorenza Indovina, Tommaso Ragno, Marco Aiello, Daniela Marra, Giuseppe Vitale, Piero Calabrese, Francesco Colella
Origine: Italia, 2015
Distribuzione: ASAP
Durata: 80'

 

 
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