LETTE E… RIVISTE – Un'altra giovinezza: Il nuovo cinema rumeno

4_mesi_3_settimane_e_2_giorniIn un clima di linciaggi ed espulsioni, successivi ai recenti fatti criminosi avvenuti nella capitale, l’articolo apparso su epd-Film di novembre prova ad arginare il fiume di polemiche piovute sulla nazione neo-europea, riflettendo sul fenomeno della “nuova ondata rumena”. Come araba fenice il cinema di Romania resuscita dalle sue stesse ceneri, grazie alla caparbietà dei “bambini di dicembre”. Lontani dalla ricerca di un “Dogma” collettivo, la generazione di Cristian Mungiu si affaccia vittoriosa alle porte di Cannes

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4_mesi_3_settimane_e_2_giorniLa Romania fa parlare di sé con film d’autore dalle tinte forti

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Negli ultimi anni la Romania, ha fatto incetta di premi nei festival internazionali, come poche altre nazioni. La lista dei riconoscimenti, per parlare solo di Cannes, è lunga e impressionante (si veda l’elenco in fondo alla pagina). Fino a poco tempo fa una tale quantità di successi sembrava del tutto impossibile, considerando la crisi dell’industria cinematografica locale.

 

C’è un avvenimento, del quale si continua a parlare: la vittoria della Palma d’Oro a Cannes di Cristian Mungiu, con 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni. Come pochissimi altri film prima d’ora, per lo meno come nessuno di un regista sconosciuto, proveniente da una nazione ai margini del mercato cinematografico, il dramma di Mungiu ha conquistato il pubblico del festival. Cosa ancora più sorprendente, considerando la tematica piuttosto sgradevole – un aborto nell’ultimo periodo del regime di Ceausescu – e l’estetica dell’assoluta mancanza di conseguenze. Contro ogni previsione “Il rumeno”, come veniva chiamato per semplicità, dalla prima proiezione in poi, nei primi giorni del festival, è rimasto  profondamente impresso nella memoria di quegli ospiti, in genere così distratti. La decisione della giuria alla fine ha messo tutti d’accordo: raramente un verdetto trova una tale unanimità di pareri.

Da allora si è cominciato a parlare di “nuova ondata rumena” o anche di un “miracolo cinematografico rumeno”. In realtà sembra incredibile come una nazione, della quale l’industria cinematografica si trovava fino a poco tempo fa in condizioni di totale arretratezza, possa improvvisamente produrre una tale quantità di intensi film d’autore; quando fin’ora la Romania era principalmente nota al resto del mondo per Dracula e Nadia Comaneci – ed una quantità di notizie più negative relative a problemi sociali ed economici.

 

 The_Death_of_Mr_Lazarescu

I film della “nuova ondata rumena” danno rilievo in modo interessante a questa situazione già piuttosto negativa: The Death of Mister Lazarescu di Cristi Puiu, ad esempio, disegna in modo efficace il quadro di una società che finge efficienza in superficie, ma che in realtà è profondamente trascurata. Un uomo anziano si sente male e chiama i suoi vicini. […] In un’infinita odissea l’ambulanza passa in rassegna gli ospedali di Bucarest, ma dappertutto ci sono casi più urgenti di quello dell’anziano senza parenti. Il regista Puiu compone il suo spaventoso ritratto della società, senza le solite scene d’azione con personaggi mafiosi trendy. Questo suo approccio somiglia a quello di Mungiu in Quattro mesi. Con l’aiuto di lunghi piani sequenza, che fanno da contraltare agli spazi stretti, partecipa al dramma dei suoi personaggi mantenendosi a una certa distanza, in altre parole: è lì, nei loro sguardi, senza rendersi mai completamente manifesto.

 

“Bambini di dicembre”, così si fa chiamare la generazione dei giovani rumeni, la cui esistenza ha subito la decisiva svolta con il cambio al potere del dicembre 1989. Gli avvenimenti burrascosi e nello stesso tempo insoliti di questa rivoluzione sono dunque anche argomento di tre film della “nuova ondata”. In A Est di Bucarest Corneliu Porumboiu si chiede se sia poi esistita una Rivoluzione al di fuori della capitale. […]

Radu Muntean, ne La carta blu, adotta un simile tono ironico, attraverso il quale gli avvenimenti vengono filtrati, per poi sfociare inesorabilmente nell’assurdo. […]

 

Nel terzo film di questa “trilogia per caso” gli avvenimenti di dicembre costituiscono lo sfondo di un racconto di formazione. È singolare come anche The Way I Spend the End of the World di Catalin Mitulescu sia ambientato nella provincia e tratti dei grandi avvenimenti su piccola scala. […]

 

Nessun Dogma collettivo

 

Non è tanto un’unica lingua, quanto la stessa base produttiva, ad accomunare questi registi: i film hanno tutti quanti un budget piuttosto basso, ma grande ostinazione artistica e sono generalmente arricchiti dalla presenza di attori illustri, cosa che dimostra che in Romania sopravvive ancora una tradizione teatrale di buon livello. La nuova generazione si è trovata a lottare congiuntamente per una nuova legge a sostegno del cinema. Dopo il decadimento dell’industria cinematografica statal-socialista, la vecchia generazione di cineasti si era infatti abituata a spartirsi i fondi statali ormai scarsi, mentre in tutta la nazione i cinema chiudevano e l’interesse per i film locali si spegneva quasi del tutto. Nelle altre nazioni dell’est Europa da alcuni anni la ricostruzione del panorama cinematografico si deve all’esempio dei Multiplex stile americano, causa del conseguente allineamento del gusto cinematografico; sembra però – ancor più miracolosamente – che in Romania le cose vadano diversamente: qui la rinascita del cinema non si deve ai gestori dei cinema e ai distributori americani, quanto agli stessi cineasti locali.

 

California_dreamin'Cristian Nemescu nel suo California Dreamin’ ha innalzato un significativo monumento alla potenza della caparbietà rumena, capace di tali sviluppi. Purtroppo il regista appena ventisettenne, durante la fase di post-produzione, perse la vita in un incidente stradale; il Festival di Cannes gli ha reso omaggio postumo quest’anno, con il Grand Prix della sezione „Un Certain Regard“. […]

 

Premi vinti a Cannes:

Catalin Mitulescu: Trafic. Palma d’Oro per il miglior cortometraggio 2004

Cristi Puiu: The Death of Mister Lazarescu. Grand Prix nella sezione “Un Certain Regard” 2005

Doroteea Petre: in The Way I spent the End of The World (regia di Catalin Mitulescu). Premio per la migliore interprete femminile nella sezione “Un Certain Regard” 2006.

Corneliu Porumboiu: A Est di Bucharest. Camèra d’Or a Cannes 2006.

Cristian Nemescu: California Dreamin’. Grand Prix della sezione “Un Certain Regard” 2007.

Cristian Mungiu: Quattro mesi, tre settimane e due giorni. Palma d’Oro a Cannes 2007.

 

„Phönix aus der Asche“, di Barbara Schweizerhof – da epd-Film, novembre 2007

http://www.epd-film.de/

  

Traduzione di Giovanna Canta

 

epd_Film

  

 

Nato nel 1984, il mensile epd–Film è, insieme a Filmdienst, una delle due principali riviste di cinema tedesche. Pubblicato dalla Evangeliche Pressedienst epd e dalla Gemeinschaftswerk der Evangelischen Publizistik gGmbH, il magazine, insignito nel 2003 del Premio della critica cinematografica tedesca, rappresenta una specie di risposta ai Cahiers du cinéma. Contiene recensioni sui film in uscita, articoli di approfondimento su personalità del mondo del cinema, interviste a registi e rubriche informative.

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