LIBRI DI CINEMA – "Un'odissea del cinema. Il 2001 di Kubrick" di Michel Chion

Michel Chion, grande studioso di Kubrick, si cimenta nell'analisi dell'opera più discussa del regista americano e, grazie a molte suggestioni derivanti dalla sua esperienza di compositore, riesce a rispondere a molti dei misteri che 2001:Odissea nello spazio contiene. Un'importante "saggio-guida" del film edito da Lindau.

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UN’ODISSEA DEL CINEMA. IL «2001» DI KUBRICK
Michel Chion
Edizioni Lindau
Finito di stampare nel mese di gennaio 2008
Pag. 240 – 19,50 euro

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Ristampato da Lindau nella nuova veste grafica, questo saggio su una delle più grandi e discusse opere cinematografiche – 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick – è un importante strumento per cercare di capire, di riflettere, di analizzare, oltre al film in questione, il cinema in generale.
Uscito nel 1968, in un periodo cruciale sia a livello storico-politico che culturale, 2001 crea una sorta di spartiacque tra il cinema precedente il film e quello successivo; ma non per questo dobbiamo ritenere che l’opera di Kubrick nasca a sé, bensì è figlia di tutto il cinema precedente e, come sottolinea l’autore del saggio, Michel Chion, «attinge […] sia alle ricerche sonore e ottiche dell’ultimo periodo del cinema muto sia alla modernità degli anni ’60 (Antonioni,Tati) da cui è nato. Incarna un sogno di cinema assoluto, che mira a un’esperienza non-verbale e universale».
Michel Chion, autore di varie opere su Kubrick e teorico dell’ascolto e dell’audiovisione, costruisce in sei parti un viaggio dentro la mente kubrickiana e con acutezza e ricchezza di suggestioni interpreta tutta la simbologia di cui è ricco il film in questione ma anche l’intera produzione del regista americano.
Nei primi due capitoli – tra i più interessanti -, Chion introduce l’opera nel suo contesto storico-culturale e rivela le fonti artistiche e biografiche che hanno sicuramente influenzato la costruzione di 2001.
La guerra fredda e la competizione spaziale tra Usa e Urss, la pop art e il cinema di fantascienza degli anni ’50 assommati soprattutto a quello di Jacques Tati: queste sono le premesse che l’autore cita nella prima parte; mentre la seconda è dedicata alle vicissitudini biografiche del regista, le sue paure ed ossessioni; il racconto di Clarke e le sue testimonianze sulla lavorazione del film; la parti di 2001 eliminate in seguito da Kubrick. Chion dimostra la vastità di documenti letti e visionati e, soprattutto nelle prime pagine, il sincero entusiasmo per un’opera che sicuramente lo ha appassionato e lo appassiona tuttora.
Le quattro parti che seguono sono costituite dall’analisi di ogni scena del film e delle loro possibili interpretazioni. L’autore rivela a volte un reale imbarazzo per alcune scelte registiche a cui, nonostante la mole di materiale cercato, non riesce a dare una spiegazione, ma questo non inficia il lavoro, anzi lo rende più interessante e suggestionante.
Il saggio di Chion non ha ovviamente la pretesa di rispondere a tutti i quesiti che 2001 pone, ma è il resoconto di un’interpretazione personale accurata e ben ragionata.
Lo scrittore francese si spiega in modo veramente logico e semplice e anche nei punti in cui i concetti possono risultare più complessi, soprattutto per il lessico tecnico usato, un ottimo apparato di note (forse sarebbe stato meglio inserire l’appunto in fondo alla pagina in cui è richiamato e non al termine di ogni capitolo) permette anche al lettore meno esperto del settore di seguire le riflessioni esposte nel libro.
Con due appendici, costituite dal press-book di presentazione del film e da un ulteriore saggio di Chion scritto l’anno dopo la scomparsa di Kubrick (la prima edizione è uscita in Francia nel 1998) e in cui viene analizzato 2001 anche in rapporto ad Eyes Wide Shut (1999), il libro termina chiudendo, o forse semplicemente accostando, alcune porte lasciate aperte dal regista, ma svelandone altre, possibili suggestioni future che la visione di questa odissea del cinema – come scritto giustamente nel titolo del volume – continua ad alimentare.
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