Dopo circa un decennio di straight-to-video low budget visti in tv sulle reti mediaset nelle sere di bassa stagione (tre se li è pure diretti da solo), l’incredibile Dolph Lundgren che fu Ivan Drago in Rocky IV, protagonista per John Woo (BlackJack, 1998), compagno di Brandon Lee in Resa dei conti a Little Tokyo, e per primo The Punisher in carne ed ossa nel 1989, torna sul grande schermo – e lo fa con la versione scorciata per l’estero della miniserie rai in due puntate L’inchiesta, proiettata in una manciata di sale cinematografiche anche in Italia, dopo essere stata mandata in onda dalla tv ad aprile. Giulio Base, veterano delle fiction nostrane con all’attivo titoli del calibro di Padre Pio, Santa Maria Goretti, San Pietro, Don Matteo, affianca al tribuno-detective Tito Valerio Tauro (Daniele Liotti), che nel 36 d.C. si trova a indagare a Gerusalemme per conto dell’Imperatore Tiberio (Max Von Sydow, ormai immancabile in questo tipo di prodotto, insieme a F. Murray Abraham che qui interpreta Nathan il Fariseo…) sulla vicenda che ha visto la crocifissione di Gesù il Nazareno, uno schiavo conquistato dopo la vittoria contro i barbari: Brixos, ombra e spalla fedele del suo padrone, col fisico statuario e il volto impassibile propri di Dolph Lundgren, in un ruolo inusuale per lo svedese campione di karate che esordì sul grande schermo nel 1985 con 007 Bersaglio Mobile. Valerio Massimo Manfredi, l’archeologo-romanziere-conduttoretelevisivo che ha scritto il film sulla scorta del soggetto di Suso Cecchi D’Amico ed Ennio Flaiano da cui Damiano Damiani aveva tratto un’opera omonima nel 1986, sfrutta l’esperienza che gli ha fatto vendere vagonate di copie della sua trilogia di Alexandros (tra gli altri successi letterari) e continua a giocare con Mito e cultura popolare come farebbe un Umberto Eco da supermarket (non è difficile scorgere nel freddo raziocinio del metodo investigativo di Tito Valerio l’ombra del Guglielmo da Baskerville del Nome della Rosa), ma la stratificazione filmica a cui è soggetta la figura di Lundgren, seppur magari involontaria, è quantomai affascinante: Brixos va in giro con una pesante tunica, i capelli lunghi e scompigliati, la barba disordinata, che pare il Predicatore che proprio l’attore interpretava in Johnny Mnemonic; in più, è uno dei pochi a venire salvato di un drappello di soldati sconfitti, come nello strepitoso Universal Soldiers di Roland Emmerich in cui Lundgren affiancava Jean-Claude Van Damme; e nelle scene di lotta, sfodera una massiccia e micidiale ascia che rotea alla maniera in cui il suo He-Man fendeva l’aria con la sua spada di Greyskull nel cult Masters of the Universe. Il corpo-Lundgren sopravvive così finanche al pessimo trattamento riservato a lui e a tutto il resto del cast dal fidato direttore della fotografia di Base, Giovanni Galasso, che fa compiere alla sua mdp talmente tanti voli arzigogolati da mancare clamorosamente spesso il fulcro della sequenza, dell’azione, degli attori implicati. Il detective con il peplo avrà anche il tempo di innamorarsi nella Città Santa della bella Monica Cruz, sorella di Penelope nota al pubblico italiano per il telefilm di culto Paso Adelante.

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Il trailer della versione internazionale del film: 

Regia: Giulio Base

Interpreti: Daniele Liotti, Dolph Lundgren, Max Von Sydow, Monica Cruz, F. Murray Abraham, Giulio Base, Ornella Muti, Anna Kanakis, Enrico LoVerso, Giuliano Gemma, Franco Nero, Ben Kingsley

Distribuzione: Italian International Film

Durata: 105’

Origine: USA/Bulgaria/Italia/Spagna, 2006

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