"Matrimonio Tardivo", di Dover Kosashvili

Opera prima di un giovane ebreo di origine georgiana che ha studiato filosofia, su di un giovane ebreo di origine georgiana che studia filosofia… Tra autobiografismo e teoria arriva dal "Certain Regard di Cannes" un film che si mostra fino in fondo interrogandosi sul "tradimento delle tradizioni".

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Zaza è uno studente di filosofia di 31 anni, un uomo tardivo, già in ritardo nel percorso che gli è stato "assegnato" dalla sua famiglia ebraica di provenienza georgiana (o georgiana dalle origini ebraiche), premurosa nel soddisfare i suoi bisogni, in maggioranza presupposti o appositamente creati sulla base della "Tradizione". Prima ancora del lavoro è il matrimonio l'urgenza che Yasha e Lili scaricano sulla loro creatura/creazione organizzandogli "spettacoli" dalle arcaiche regole ferree, in cui rituali "pagani", invocanti le misteriose forze del mondo, si uniscono a quelli "borghesi", che si richiamano alla categoria del buono (gusto e senso) di derivazione biblica, finalizzati alla combinazione di un "giusto" connubio con una brava ragazza (vergine), adatta a lui (dei paesi tuoi) e di buona famiglia (coi soldi).

--------------------------------------------------------------
OPEN DAY SCUOLA SENTIERI SELVAGGI, IN PRESENZA/ONLINE IL 7 GIUGNO!

--------------------------------------------------------------

Da vitellone Zaza, forte della carta di credito di famiglia, accetta di sottoporsi alla parte assegnatagli di volta in volta dai genitori per poi correre subito dopo tra le braccia di Judith, marocchina divorziata con una figlia, a cui è legato da un amore profondo e clandestino che nel film si esplica attraverso il rituale del sesso, immortalato in una meravigliosa e infinita sequenza. Stretto in questa situazione si affida al razionalismo scettico privandosi del "gusto" della scelta che scontenterebbe comunque qualcuno e, anche quando il gioco viene scoperto, agisce provando ad accontentare tutti (tranne se stesso).


Al suo primo lungometraggio l'ebreo/georgiano Kosashvili mischia autobiografismo (di Zaza ha la stessa età, gli stessi studi, le stesse origini, tanto da mettere la propria madre, Lili, a fare la sua) e tecniche di regia "classica" per costruire un film giocato su suspense e effetto surprise, che unisce momenti tragici e comici molto marcati, difficilmente etichettabili come commedia. Guardando alla sua famiglia, neanche al "suo villaggio", Kosashvili cerca una parabola non conclusa sul "condizionamento circostante" che agisce nelle scelte individuali di ognuno (e il volto di Lior Louie Ashkenazi è più "globale" di quello di Brad Pitt); allo stesso tempo costruisce uno scontro dialettico tra cultura patri/matrilineare (anche questo senza sintesi), con la madre e Judith che invocano "dionisiacamente" (l'una avvolgendo in un fazzoletto un prepuzio, l'altra bruciando lo stesso oggetto intriso del suo sperma) le stesse "forze", mentre Yasha e la giovane sposina rimangono più pragmatici, "apollinei". Tra donne obese e maschi cinquantenni spacconi, crisi d'identità di trentenni e dialoghi variegati (inevitabilmente dispersi nel doppiaggio), Kosashvili ci dimostra che un altro Muccino è possibile; come è possibile che quel nascondere la realtà sotto (dopo, nel percorso della durata) lo "spettacolo" renda Zaza un archetipo di teoria filmica. Per questo staremo a vedere, per ora è importante non essere come al solito tardivi e lasciare che questo "matrimonio" non passi inosservato.

----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

 


Titolo originale: Hatuna Meuheret
Regia: Dover Kosashvili
Sceneggiatura: Dover Kosashvili
Fotografia: Dani Schneor
Montaggio: Yael Perlov
Musica: Joseph Bardanashvili
Scenografia: Avi Fahima
Costumi: Maya Barski
Interpreti: Lior Louie Ashkenazi (Zaza), Ronit Elkabetz (Judith), Moni Moshonov (Yasha), Lili Kosashvili (Lili), Aya Steinovits Laor (Ilana), Rozina Cambos (Magouly), Simon Chen (Simon), Sapir Kugman (Madona)
Produzione: Udi Yerushalmy per Morgane Production/Transfax Film/Arte France Cinéma
Distribuzione: Istituto Luce
Durata: 102'
Origine: Palestina/Francia, 2002

 

 

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array