MORIRE DI LAVORO

Il documentario di Daniele Segre al Detour di Roma dal 29 maggio all'8 giugno

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21.00 NERO PRECARIO. (Italia 2008,5') Schermaglie presenta un video di Vittorio Manigrasso e Davide Caldiero. Montaggio Enrica De Santis. Da una puntata di Blob una puntata dedicata al lavoro precario in italia, basata sui primi articoli della costituzione italiana

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21.10 MORIRE DI LAVORO (Italia 2008, 88') di Daniele Segre. Documentario che indaga la realtà del settore delle costruzioni in Italia, protagonisti i lavoratori e i familiari di lavoratori morti sul lavoro. La trama narrativa si sviluppa attraverso i racconti e le testimonianze dei protagonisti, ripresi in primo piano, che guardano in macchina. Altro elemento espressivo sono le voci di tre attori, due italiani e un senegalese, che interpretano ciascuno il ruolo di un lavoratore morto in cantiere. Nel film si parla di incidenti mortali nei cantieri edili, dell'orgoglio del lavoro, di come si è appreso il mestiere, della sicurezza e della sua mancanza, di lavoro nero, di caporalato. NOTE DI REGIA: Un viaggio difficile e doloroso, ma necessario per testimoniare e stimolare ancora di più l'attenzione sul mondo del lavoro italiano dove ogni giorno muoiono 4 lavoratori, oltre alle centinaia e migliaia che rimangono lesi da incidenti sui luoghi di lavoro, per non parlare delle vedove e degli orfani "da lavoro".

Ogni venerdì e sabato è prevista una seconda proiezione di "Morire di lavoro" alle ore 22.30.
Lunedì 2 giugno il cineclub resterà chiuso.

Giovedì 29 maggio, h21.00 ECCE HOMO, la performance di Sergio Baldassini (1979, Roma) dedicata alle vittime sul lavoro, a cura di Cristina Nisticò, nelle sale della Detour Offgallery – la galleria indipendente di Roma che ha sede presso il Cineclub Detour.
Un uomo senza vita è steso a terra coperto da un lenzuolo bianco. Il suo vestito è una tuta bianca, sporca. Intorno a questa angosciosa presenza è tracciata la tipica sagoma bianca che identifica la zona occupata dalla vittima sul luogo del delitto. Accanto all'uomo c'è una sveglia, un ceppo di legno, una corona di filo spinato e un drappo di tela sporco di rosso. Non vi racconteremo il seguito di questa performance, di questo atto di denuncia. Vorremmo assistervi con tutti voi e vedere insieme quel che rimane di un operaio secondo Sergio Baldassini dopo la sua morte ingiusta.

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