NapoliFilmFestval 2004 – Sul Mediterraneo il cinema… (sor)vola

Il mare a Napoli è divenuto un segno del destino, uno sbocco di riscoperta identitaria. Paesi sovrapposti, ispessiscono le linearità culturali, le modellano e le assorbono come spugne che colano il marcio della modernità.

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Il direttore artistico Mario Violini ci tiene a sottolineare che ormai questa manifestazione è tra le poche attività culturali della città che ha trovato una certa stabilità a carattere internazionale, ospitando opere, autori e professionisti del settore. Sembra proprio così e il mare a Napoli è divenuto un segno del destino, uno sbocco di riscoperta identitaria. Paesi sovrapposti, ispessiscono le linearità culturali, le modellano e le assorbono come spugne che colano il marcio della modernità. Sbarcano al porto della città le contraddizioni dei popoli, l'intreccio delle ideologie, delle religioni. Ma anche utopie realizzabili, risultati di un'invenzione collettiva, perchè destinate a subire trasformazioni continue e di apporti individuali nel periodo delle non contemporaneità (che potrebbe essere il momento della traversata del deserto, come immagine biblica). A Casablanca les anges ne volent pas, opera prima del marocchino Mohamed Asli (presto distribuito in Italia da Istituto Luce), ha vinto il Vesuvio Award ed è proprio questo: potente e poetica, mélange tragico e burlesco in cui si superano le miserie e si diventa eroi del cinema provando a resistere e a trasformare il mondo. La resistenza è l'unica forma di rivoluzione di oggi: lontani dalle metropoli e dalla corruzione culturale.

È l'insoddisfazione a provocare la ricerca dell'utopia. Non è sempre così. Sammer in the golden valley, del boemo Srdjan Vuletic (già apprezzato in altri festival) è l'altra faccia dell'utopia. Gli aerei sorvolano Sarajevo sfiorando le macerie, i disastri della guerra. La generazione di questo cinema è affetta da una malata incurabile e fa di tutto per uscirne, benchè la cura è lontana dall'essere scoperta. I malati lottano per migliorare la propria situazione (ri)valutando la rassegnazione che rende l'esistenza accettabile.


Guidare in terra libera e democratica, come l'Europa, più che un'utopia sembra un "ossimoro" sociale: Pezzi di ricambio è il sorprendente film dello sloveno Damian Kozole (regista di Porno Film, grande successo di pubblico nel suo Paese) e la dogana per i rifugiati in mano ai contrabbandieri, apre al continente che il mediterraneo regge e "contamina".

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