Nothing Changed: una sempre più classica storia americana

Dalle morti sotto il palco di Travis Scott al’assassinio di Takeoff; dagli arresti di Young Thug e Gunna alle dichiarazioni di Kanye West su George Floyd: la violenza è tornata nell’hip hop?

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

“When you start getting a little changeWatch how your partners and everything change (change)And when you step foot in that fieldMake sure you’re strapped and make sure you got aim (grrah)My niggas, they shooting to live, I seen some niggas, they shooting for fame (nah)They don’t know that this shit real, that’s how you end up getting blown out your brains (brr)” 

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

La morte del rapper statunitense Takeoff, avvenuta lo scorso primo novembre, può essere considerata a tutti gli effetti l’assassinio degli ultimi padrini dell’America contemporanea. La dipartita di uno dei massimi fautori del sottogenere della trap, recentemente uscito insieme al fratello Quavo con l’album Only Built For Infinity Links, non ha fatto altro che rivelare l’angosciante stato in cui versa da tempo la scena negli Stati Uniti, una gigantesca voragine senza fondo dove queste esecuzioni “marziali” stanno assumendo sempre di più un loro malsano fascino immaginifico. Atti catturati, dissezionati e archiviati attraverso lo schermo col fine di cristallizzare nell’eternità le grandi figure della cultura hip hop come i classici 2Pac o The Notorious B.I.G o i più recenti fenomeni iconografici Pop Smoke e XXX Tentacion, continuano ad avere un loro controverso e sadico valore referenziale nell’evoluzione del settore come capri espiatori della decadenza culturale e sociale americana. Come se non si aspettasse altro che imprigionare tali figure all’interno di un congegno a circuito chiuso dove tutto l’ambiente rap progressivamente viene condotto verso la sua deriva più oscura, sia per ragioni interne alla scena che esterne ad essa.
Il punto da cui partire è sicuramente il disastro di Houston con l’Astroworld di Travis Scott. Un episodio chiave che ha visto l’ideatore di uno degli eventi più epocali della storia recente dell’entertainment come il volto di una carneficina che ha cambiato irreversibilmente i dogmi delle esibizioni live, soprattutto memori degli ultimi anni di fermi e restrizioni causa Covid. L’Astroworld come un imponente ma fragile vaso di Pandora che con la sua rottura ha scardinato episodi già imputabili in tempi non sospetti. E tutta la valanga di odio e veleno abbattutosi su Scott, anche da parte dei colleghi dell’ambiente pop quali Billie Eilish e Taylor Swift, letteralmente si può identificare come la crisi di un costrutto culturale modellato dall’ultima classe di rapper sull’orlodell’autodistruzione spirituale e prede del controllo di orwelliana memoria da parte dei media, dove la musica suo malgrado è sempre più uno spettatore pagante. Il caso Astroworld, con le sue 8 morti durante il concerto di Scott, ha scoperchiato tutte le criticità del caso, evidenziando quanto questo confine di puri paradossi stia conducendo il “Rap Game” a circoscrivere il proprio background nuovamente nelle strutture e nelle regole della strada, del marciapiede, assumendo le fattezze del tanto redento ghetto d’appartenenza.

Sicuramente dopo l’Astroworld, il caso YSL e le recenti e abissali dichiarazioni di Kanye West sulla morte di George Floyd, hanno contribuito ad attestare questa enorme crisi identitaria nel settore. Ye nel corso degli anni spesso ci ha abituato a queste uscite ma difficilmente si è stati testimoni di una debacle professionale di tale misura come quella avvenuta con il rapper di Chicago che ad un tratto sembrava poter perdere di colpo tutta la sua autorevolezza.

Il brand-Ye scricchiola, e un brand lo sono anche Young Thug e Gunna, recentemente arrestati con 56 capi d’accusa, che invece raffigurano il lato più grezzo e “old school” di ciò che rimane del Game. Due artisti insoddisfatti del proprio successo personale e creativo che attraverso il crimine ritrovano una loro personale emancipazione culturale. Anche se dietro la facciata dei giganti dal carattere fragile questi episodi raccontano con uno sguardo analitico lo strano caso che ha colpito la scena nell’inseguire e ricalcare strutture archetipiche. Per fortuna questa musica oggi cavalca anche altre vibes, che stanno attuando una radicale destrutturazione delle ultime frontiere rimaste da raggiungere, come fa con il recente Entergalactic Kid Cudi, rappresentando una cospicua particella benefica in questa sempre più grottesca storia americana.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array