Omen. L’origine del presagio, di Arkasha Stevenson

Un prequel apertamente politico, capace di indagare la mitologia della celebre saga horror, fino a radicare la fondazione del male nella corruzione morale e ideologica dell’istituzione ecclesiastica

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Roma, 1971. Il tessuto sociale della città – e per estensione, della nazione – è affossato dalle tensioni degli anni di piombo, e agli occhi delle nuove generazioni non esiste autorità che soddisfi le esigenze giovanili. E in questo clima di travagliate polarizzazioni, dove le organizzazioni del passato mostrano tutti gli anacronismi che li contraddistinguono, la Chiesa non riesce più ad esercitare alcun ruolo in un mondo che ne ripudia le istanze su cui ha storicamente fondato il proprio rapporto con la cittadinanza: al punto che nessuno, sembrano suggerire le immagini di Omen. L’origine del presagio, si affida più alla religione per disinnescare le crisi dell’animo, denobilitando un’istituzione che si nutre del cieco asservimento dei fedeli per poter affermare la propria funzione nel mondo. Serve allora una scossa, un’inversione di marcia drastica che porti i cittadini a rimettere la neutralizzazione delle loro paure nelle mani della Chiesa: una “rivelazione” che il film individua, alla pari di Rosemary’s Baby, nella nascita dell’anticristo.

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Nella mitologia de Il presagio fondata dall’omonimo film del 1976 di Richard Donner – e dal romanzo di David Seltzer da cui è adattato – l’avvento della figura antimessianica è il fulcro dell’universo narrativo della saga, la genesi di tutte quelle incursioni esoteriche nei meandri della fede, e della sua distorsione semantica, a cui le varie pellicole del franchise hanno legato i loro orizzonti tematici e simbolici. Ma come ci suggerisce qui il titolo, Omen. L’origine del presagio fonda le sue istanze sulla ricerca delle radici mitologiche della saga, e non sulle loro conseguenze future: per cui agli occhi di Stevenson bisogna risalire ai fenomeni stessi (culturali, ma anche politici) da cui si origina la fondazione del male. Individuata qui nella contaminazione dei principi puritani di matrice cattolica con il loro elemento antinomico: l’erotismo. Che “deturpa” anche il corpo dell’eroina/credente, portandola così a generare il frutto (religioso) del demonio.

Non è un caso, infatti, che nel momento stesso in cui la giovane Margaret (Nell Tiger Free) arriva in un convento romano per prendere i voti, il suo contatto con il mondo ecclesiastico si traduca in un cammino di risveglio (o rinascita?) sessuale, messo in moto – deliberatamente – dall’interazione con la travagliata Carlita, indicata da padre Brennan (Ralph Ineson) come la futura madre dell’anticristo. Se prima di incontrare la ragazza, Margaret non ha mai operato al di là della bussola morale (e moraleggiante) che le è stata inculcata sin da bambina, nell’istante in cui entra in relazione con la sua omologa, ecco che la protagonista di Omen. L’origine del presagio, in quanto testimone e progenitrice mitologica della saga horror, non può più disattendere il diabolico destino che è chiamata, brutalmente, a conseguire.

Quello appena descritto si equipara, a tutti gli effetti, al momento dell’epifania: a quel fenomeno primigenio che porterà il franchise intero ad individuare nelle traiettorie demoniache di Damien le sue visioni orrorifiche, e di cui Omen – L’origine del presagio radica sapientemente la fondazione nel corpo sessualizzato di una moderna Madonna anti-virginale. Quasi a suggerire come sia la deviazione stessa dalla missione ecclesiastica a generare il male: scardinando con forza tutte le etichette e le false dottrine di un’istituzione che culla, nelle sue liturgie cultistiche, il seme della più nefasta corruzione.

E malgrado Omen. L’origine del presagio fatichi a trovare una corrispondenza tra le tematiche millenariste del racconto e le immagini su cui si fonda, è pur vero che questo prequel ha la grande capacità di innervare l’orizzonte apocalittico in cui si muove la saga di una venatura profondamente politica. Arrivando così ad approfondire – e forse anche a ri-legittimare – una mitologia che sembrava destinata a rivestire una funzione ancillaria nel panorama delle produzioni horror contemporanee. E che adesso ha finalmente trovato nelle foci del passato, la via per pensare il (suo) futuro.

Titolo originale: The First Omen
Regia: Arkasha Stevenson
Interpreti: Nell Tiger Free, Ralph Ineson, Sônia Braga, Bill Nighy, Tawfeek Barhom, María Caballero, Charles Dance, Nicole Sorace, Ishtar Currie Wilson, Andrea Arcangeli, Guido Quaglione, Michelangelo Dalisi, Dora Romano, Anton Alexander
Distribuzione: 20th Century Studios
Durata: 119′
Origine: USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
2.8 (5 voti)
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