On the Road Film Festival 2018
al via dal 29 novembre
Ha inizio il 29 novembre On the Road Film Festival alla sua sesta edizione, il festival internazionale di cinema indipendente di viaggio, errante e di frontiera con i suoi itinerari di confine, spaesamenti e derive psico-geografiche. Sede principale del festival è ancora una volta il Cine Detour nel cuore del rione Monti a Roma.
Presidente della sezione lungometraggi è Marina Lalovic, autrice radiofonica, giornalista e conduttrice di Rai Radio3Mondo. A condividere le scelte, Gea Casolaro, artista visuale che dal 1994 espone in musei e gallerie in tutto il mondo e Davide Stanzione, critico cinematografico co-fondatore del dizionario di cinema online LongTake. Nella sezione corti il Presidente è Simone Manetti, regista e sceneggiatore autore del pluripremiato Ciao Amore Vado a Combattere. Con lui in giuria Lucilla Castellano, blogger di viaggi e montatrice, e Vincenzo Scolamiero, artista e docente di pittura all’Accademia di Belle arti di Roma.
Dal 29 novembre al 2 dicembre il Concorso Internazionale articolato in due sezioni competitive: The Road con sei lungometraggi e ShortCuts con nove cortometraggi. I film sono stati selezionati tra oltre 400 lavori pervenuti da tutto il mondo.
Nei weekend dal 7 al 15 dicembre si svolgeranno gli Eventi Speciali.
Domenica 9 dicembre segnaliamo la sonorizzazione dal vivo del capolavoro horror giapponese di Kaneto Shindo, Onibaba – Le assassine, a cura di Mike Cooper, musicista e “collagiste” del suono, che improvvisa sulla base del suo nuovo album Tropical Gothic.
Venerdì 7 e sabato 15 dicembre è la volta di un focus sul cinema basco contemporaneo in collaborazione con Euskara, Dicembre Basco e Txintxua Films con due anteprime italiane: Oreina (Il Cervo) di Koldo Almando, dove il fiorente paesaggio naturale nei dintorni di San Sebastián si snoda tra quel che resta di un mondo industriale e alienato ormai passato; Dantza dell’acclamato danzatore basco, regista e sceneggiatore, Telmo Esnal, e con le coreografie di Juan Antonio Urbeltz è un’esperienza collettiva profonda, un lavoro di ricerca ricco di storia, cultura e di significato, e di un’estetica al di là dei canoni comuni.
The Dark Path, è la traccia tematica proposta per questo sesto episodio del festival, desunta a posteriori dalla sensibilità prevalente che sembra attraversare la maggior parte delle opere visionate/selezionate: un oscuro scrutare sul perdurante senso della crisi in una natura che non è più scenario ma ventre di una narrazione che tende ad assumere le tinte cariche e fosche del noir tra coppie oppositive (condanna/salvezza, prigionia/fuga, isolamento/vicinanza, dovere/libertà ecc.) in cui le linee di demarcazione appaiono sempre più indefinite. Ma non manca la speranza e la gioiosa follia che verrà rappresentata tramite la resistenza creativa a un mondo ostile e la resilienza come formidabile arma di chi non ha più nulla da perdere.
Nella sezione lungometraggi tre anteprime italiane: Our Wildest Dreams della giovane regista berlinese Marie Elisa Scheidt, in cui emerge la lacerazione dei protagonisti Foots e Torjus tra le aspettative della società e il loro amore per la libertà, alla ricerca di se stessi nella giungla d’asfalto americano e nei boschi norvegesi; Cross del francese Idir Serghine ci racconta la storia di un ex pilota di motocross in crisi a seguito di un incidente, che rischia di distruggere tutto quel che gli resta di buono nella vita; UltravoKal del regista franco-libanese Christophe Karabache, è la fuga visionaria e surreale di Erwan e Celia inseguiti da un inviato dal Sistema per rintracciarli e catturarli, vivi o morti.
Tre i film di giovani promesse italiane in concorso: con Nimble Fingers di Parsifal Reparato che ci porta in Vietnam per conoscere il coraggio e la determinazione di Bay, giovane operaia che lavora alla periferia di Hanoi in uno dei siti di produzione industriale tra i più grandi al mondo; Blue Kids di Andrea Tagliaferri – prodotto da Matteo Garrone, interpretato da Fabrizio Falco, Matilde Gioli e della nuova promessa Agnese Claisse – ci catapulta nella vita di un fratello e una sorella, inseparabili ma soli, e nella cinica realtà che li circonda, violenta e straniante come i loro gesti. Happy New Year di Désirée Marianini, infine, ci porta in una periferia urbana in Cina, in un piccolo edificio fatiscente e il suo unico abitante: un giovane quarantenne che guarda al mondo con cinismo, sommerso dall’incessante rumore dei cantieri.
Sabato 8 dicembre, ZAD! Zona Arte Detour ospita Poeta de Malagrotta con pitture a olio di Daniele Roncaccia, a cura di Cristina Nisticò. “Poeta de Malagrotta” come si definisce, trova nella strada e nella periferia, spazi di inusitata bellezza e di umanità. Roncaccia affronta la poesia del colore con schiettezza disincantata, senza frivoli virtuosismi.
Sempre sabato 8 dicembre nella sala cinema del Detour saranno proiettati i film vincitori 2018 delle due sezioni in concorso.