Passaggi d’Autore 2020. Uomini in cammino

Dall’Egitto alla Sardegna: I’m afraid to forget your face di Sameh Alaa, Valerio di Giovanni Cesaraccio e L’uomo del mercato di Paola Cireddu

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Il parco titoli offerto dal festival che tradizionalmente si svolge a Sant’Antioco amplia gli orizzonti espandendosi anche verso i Paesi del Medio Oriente. Il breve lavoro del giovane cineasta egiziano Sameh Alaa, I’m afraid to forget your face, è stato selezionato tra i cortometraggi presentati durante l’evento speciale organizzato dal festival di Cannes per sopperire in qualche modo alla cancellazione dell’edizione 73 della kermesse. Il cortometraggio parla dell’impresa di Adam, un ragazzo che non incontra la sua amata da 82 giorni e che vuole rivedere. Il film non rivela coordinate precise su dove si trovi la ragazza, ma osservando l’evoluzione dell’opera potrebbe trattarsi di una casa comunitaria composta esclusivamente da donne che a causa dei precetti della religione islamica non possono mostrare il volto né uscire da casa.  Un fatto che veniamo a scoprire solo grazie all’audio-messaggio che Adam ascolta a inizio cortometraggio e che risulta essere uno dei pochi momenti parlati del film. Per il resto sono le immagini a comunicare per noi. Sameh Alaa si concentra sul dolore lacerante provato da Adam. Il suo sentimento amoroso non viene meno nonostante le avversità. Rimane imperscrutabile nel portare avanti la sua operazione di camuffamento indossando abiti conformi a quelli portati dalle donne musulmane per potersi quindi addentrare in quella casa. I dialoghi assenti sono compensati da rumori di fondo che ci permettono di metterci dal punto di vista di Adam, isolato dal resto del mondo come se non sentisse i suoni attorno a lui. La regia vede in lui l’unico soggetto da seguire lavorando sui particolari del viso per metterlo a fuoco e differenziarlo dal resto delle donne. La sua è una via crucis per dare un ultimo saluto alla sua donna, una forma di catarsi finale di un’opera sentita e intima.

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I numerosi titoli italiani presenti nel festival provengono dalla Sardegna proponendo titoli di cineasti giovani ed emergenti. Giovanni Cesaraccio in Valerio racconta gli episodi quotidiani di un uomo cinico e privo di umanità. La sua filosofia di vita è fregare il prossimo attraverso espedienti di ogni tipo per ottenere quanti più soldi possibili senza poi estinguere i pesanti debiti. Il paese lo conosce e cerca di rimanergli distante, ma la sua retorica persuasiva riesce a convincere i poveri malcapitati. Un film manifesto del politicamente scorretto per un personaggio sporco e deforme che non sfigurerebbe se messo a confronto con il grottesco e lo scorretto tipico del cinema di Maresco.

La cineasta sarda Paola Cireddu con il suo L’uomo del mercato traccia in pochi minuti la parabola di un uomo alle prese con umiliazioni e soprusi. Proprio il contrario del Valerio di Giovanni Cesaraccio, qui si mostrano le umili condizioni di Mario, un onesto lavoratore che raccoglie le cassette di frutta per il mercato ortofrutticolo. Preso in giro continuamente, la sua onestà viene percepita e sfruttata anche da un giovanotto che sembra voglia aiutarlo ad acquistare un mezzo di trasporto per portare le casse. Nonostante le sottolineature stucchevoli di alcune soluzioni narrative, si può provare una forte empatia verso Mario.

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