"Passaggi di tempo – Il viaggio di Sonos 'e Memoria", di Gianfranco Cabiddu

Gianfranco Cabiddu esprime incondizionatamente il suo mondo: per un etnomusicologo e documentarista sardo il tempo (non) passa e si dissolve tra le passioni e ricordi di sempre. Opera a metà strada tra docu-drama e reportage di viaggio in cui convergono le più diverse pratiche discorsive e formali.

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Buena Vista Social Club scontatamente ritorna alla memoria. Diventato un classico del documentario con Ry Cooder in cerca dei "superabuelos" (supernonni) Company Segundo, Ibrahim Ferrer, Ruben Gonzales. Il film di Gabriele Cabiddu (esce il 18 in Sardegna, il 25 a Roma e in altre città) però segue un filo conduttore differente, pur manifestando di aver ricevuto una spinta decisiva dal lavoro di Wim Wenders. Se l'autore tedesco è riuscito a creare (e sfruttare) un vero e proprio fenomeno mediatico attraverso la ricomposizione di un gruppo di fenomeni, nella terra del ritmo e della musica totalizzante, il regista sardo invece ha seguito il percorso inverso: dallo spettacolo "Sonos 'e Memoria", replicato da anni in Italia e nel mondo, ha realizzato un'opera ibrida "rispolverando" e mescolando con il presente immagini di repertorio della cultura popolare isolana. La pizzica salentina e la tammorra campana negli ultimi anni hanno monopolizzato le piazze e la ricchezza delle sonorità sarde è rimasta irrimediabilmente nell'indifferenza generale. Forse è anche colpa di quella austera severità che contraddistingue una terra "calciata" dal collo dello stivale. Il mare è divisione troppo spesso, i sardi da quella distesa d'acqua oltre l'invasione di ogni estate, non hanno trovato quel rapporto osmotico che invece concentrano "dentro", sulla/nella terraferma. E' un progetto audiovisivo, un'opera d'assemblaggio di materiali diversi, dal repertorio dell'archivio dell'Istituto Luce in 35 mm, alle riprese in HD a quelle digitali fino al super8. Tradizione e innovazione e provare a comunicare i segni di un reale certo, sotto la specie di un presente che presto potrebbe non essere più tale. Filmare le processioni, la cavalcata storica di S'Ardia, i riti religiosi, i concerti dal vivo dei Sonos, rischiano di trasformarsi in passato, ancora prima che scompaiano, relegando tutto nella memoria artificiale del cinema. Cabiddu con il "work in progress" di dieci anni scongiura l'effetto: la sua formazione da etnomusicologo e documentarista e le sue origini, fanno in modo che si confonda con chi osserva in una sorta di simpatia mimetica. Il respiro circolare, che gonfia la tromba di Paolo Fresu (tra i più grandi jazzisti italiani e non solo) e le launeddas di Luigi Lai (il più famoso virtuoso di uno degli strumenti più antichi del mediterraneo), si propaga per i vicoli antichi e i concerti nel mondo, tra gli alberi piegati dal vento forte e la quiete domestica e quotidiana, tra la ricerca e l'eufonia. Connubio complesso tra il jazz (oltre a Fresu, la Sardegna ha regalato, tra gli altri, Antonello Salis, Franco Cerri, Sandro Satta, Alessandro Zolo, Fabio Mariani) e la tradizione musicale (oltre alle launeddas, la voce di Elena Ledda, la mandola di Mauro Palmas e il Coro Polifonico di Santulissurgiu) che ha nell'oralità l'unica fonte ispiratrice e di contenimento. Il pericolo della violazione e del tradimento è sempre in agguato. È in agguato però anche sulle scelte formali e sulle diverse pratiche discorsive che documentari di questo genere suggeriscono inducendo a forzature. Il rischio è una certa retorica iconografica e descrittiva, dovuta proprio all'estemporaneità creativa di Cabiddu trovatosi a dover "inventare" attraverso il montaggio, non pensando probabilmente sin dall'inizio di realizzare un vero film.  È un docu-drama che narrativizza i materiali dietetici e assume l'andamento di racconto, ma si satura nello scambio comunicativo e suggestivo tra viaggio e (ri)scoperta.

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Regia: Gianfranco Cabiddu


Interpreti: Paolo Fresu, Furio Di Castri, Elena Ledda, Mauro Palmas, Luigi Lai, Carlo Cabiddu, Antonello Salis, Federico Senesi, Coro Polifonico di Santulussurgiu


Distribuzione: Istituto Luce


Durata: 85'


Origine: Italia, 2004

 

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