Risi vs. Vitali – "Risi vitali o Vitali risi"

È un fatto di percezione e chiaramente quando si tratta di cinema (?) lo è ulteriormente. Lazzi, peti, pernacchie, docce, culi e tette si "rifanno" in Francia tanto per riderci addosso. Il "sorpasso" è compiuto: al volante Alvaro cornifica la commedia all'italiana. L'oltraggio di Vitali è figlio della (pre)ipertensione intellettualistica

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È un fatto di percezione e chiaramente quando si tratta di cinema (?) lo è ulteriormente. Anche il nostro governo, coadiuvato dalle più recenti rilevazioni Istat, propaganda l'occupazione in crescita e l'inflazione un ricordo lontano. Forse è vero che i lavoratori aumentano anche perché coloro che chiedono di lavorare sono sempre meno. Forse è anche vero che i salari crescono più dell'inflazione, ma se ci si ostina a mischiare nello stesso paniere beni di lusso e cavoli… Nello stesso paniere Dino Risi non vuole proprio starci. C'è un limite al buon gusto, tra bello e brutto, tra visibile e inguardabile che non può essere oltrepassato. Appunto… lazzi, peti, pernacchie, docce, culi e tette si "rifanno" in Francia tanto per riderci addosso. Il "sorpasso" è compiuto: al volante Alvaro cornifica la commedia all'italiana. Non è (solo) dissacrazione o iconoclastia becera, ma è come spiare dal buco della serratura: lo sguardo inquieto su forme e curve estasianti e per i più mai estetizzanti, minaccia paradossalmente la rimozione. Gli autori italiani del cinquantennio/sessantennio dovrebbero ringraziare i francesi: hanno circoscritto definitivamente il "cancro" della storia come fa Vespa di "(As)porta (As)porta che "salotta" con i reduci d'immani tragedie o come quando cementa il presente con il passato scomodo senza lasciargli nessuno spiraglio nel futuro. Sempre agli stessi autori blasonati di sopra, va detto che il ritorno della rinascimentale commedia dell'arte è vicino, ma prima purtroppo bisogna superare il Medioevo. È questione di rispetto… cronologico. L'oltraggio del cinema (?) con/di Vitali è figlia dell'eccessiva medicalizzazione del disagio psicologico. È scoppiata la (pre)ipertensione intellettualistica. Così impettito e teso nel suo umorismo, Dino Risi, con la sua commedia, dall'inchino passa allo sberleffo, dal servilismo al sarcasmo: ingordo, strafà e straparla. Ma la sua ribellione è assai modesta e probabilmente divertente: quel tenace conformismo, che i suoi personaggi in fondo mascherano per evadere dal potere e abbracciare i piaceri della vita, rievoca il successivo periodo di massima erotizzazione del sistema, in cui Lando Buzzanca, Johnny Dorelli, Lino Banfi, Renzo Montagnani e (ahinoi) Alvaro Vitali si ergono a paladini di una sessualità-merce e non più liberatrice e sovversiva, recuperata e reificata da una certa borghesia autoriale e dalla sua spesso ossequiosa "passione ideologica". Risi vitali o Vitali risi: non rimangono che questi…

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