"Roll Bounce" di Malcolm D. Lee

La pellicola di Malcom D. Lee non è sicuramente inferiore ad altri prodotti di genere: la sua forza è proprio nella netta presa di posizione stilistica e di scrittura. Inoltre il film è impreziosito dalla fotografia glamour, e dai virtuosismi tecnici, soprattutto nella gara finale, di Michael J. Muro.

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Il film di Malcom D. Lee è una  macchina del tempo cinematografica che riesce a spostare le lancette della storia del cinema indietro nel tempo. Lo scavo nell'immaginario americano  riesce a rispolverare, come un archeologo della pellicola, una moda che sul grande schermo è apparsa in pochissimi casi, la "roller disco", meglio conosciuta come "jam skating". Un ibrido tipicamente a stelle strisce: pattini a rotelle e disco music anni '70. Fenomeno socio culturale che ha invaso le piste da ballo generando molti Tony Manero su quattro ruote. Roll Bounce è un salto nel passato, tra capigliature ricce e magliette cortissime con sopra stampata l'immagine del mitico Fonzie. Il regista Malcom D. Lee (The Best Man, Undercover Brother) nato proprio nel 1970, ci fa rivivere il clima effervescente e scintillante di quel periodo in un contesto "all black". Il giovane Xavier Smith (Bow Wow – Il sogno di Calvin), da tutti chiamato semplicemente X, talentuoso asso del pattinaggio, dopo la chiusura del Palisades Garden, pista del South Side di Chicago su cui un tempo regnava insieme alla sua banda, si trova costretto ad avventurarsi in un territorio del tutto sconosciuto: l'elegante pista Sweetwater Roller, nel North Side, dove, sempre affiancato dai suoi amici, sognerà di vincere la difficile competizione annuale Roller Jam Skate-Off.
Sceneggiatura calibrata e oliata a perfezione sul genere adolescenziale: X è il bravo ragazzo, orfano di madre, gang di amici fidati che lo eleggono a leader, che troverà nella gara finale l'acclamazione riconosciuta da tutti per la sua indiscussa bravura e il rispetto degli avversari. Tutto già visto? Certo, ma la pellicola di Malcom D. Lee non è sicuramente inferiore ad altri prodotti di genere, la sua forza è proprio nella netta presa di posizione stilistica e di scrittura. Inoltre il film è impreziosito dalla fotografia glamour, e dai virtuosismi tecnici, soprattutto nella gara finale, di Michael J. Muro (operatore steadycam per Mann, Scorsese, Oliver Stone, Cameron). Parlavamo di scelte, la forza di questo racconto è l'efficace ricostruzione del periodo in cui spopolò la disco-music. Lasciando però, volutamente fuori dalla cornice, le tante storie americane che in quel periodo deflagravano nella società degli anni settanta: post Vietnam, droghe, corruzione. I ragazzi scapestrati sui pattini di Lee al massimo fanno commenti ironici e grotteschi sui loro difetti, apprezzano le curve femminili, ma più in la non si spingono. Sembrano veramente dei giovani tutti pattine e casa, ossessionati dal riuscire a realizzare qualsiasi figura danzante sui pattini, e basta. Niente eccessi, niente violenza, una comunità nera che vive in perfetta armonia, forse anche in quel periodo c'era chi pensava solo a ballare. La musica rimane la vestale di questo omaggio ad un periodo cool di una generazione che né avrebbe passate delle belle, soprattutto sul grande schermo. Sfilano ad accompagnare gli acrobatici balli di X: Village people o di Gloria Gaynor,  pezzi del calibro di Kung fu fighting di Carl Douglas e I'm your boogie man di K.C. & The Sunshine band. Niente male per dei ragazzini.

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Titolo Originale: Id.


Regia: Malcom D. Lee


Distribuzione: 20th Century Fox


Interpreti: Bow Wow, Chi McBride, Wesley Jonathan, Meagan Good, Mike Epps


Durata: 112'


Origine: Usa, 2005

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