"Sahara", di Breck Eisner

L'estetica del film rinvia direttamente alle vignette di certi fumetti e film anni '40 e '50, scavando in un immaginario che dal cinema migra velocemente verso le pagine dell'omonimo best seller di Clive Cussler, per poi tornare alla celluloide "coloniale" anni '80 di film come “All'inseguimento della Pietra Verde”.

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Non vi sono dubbi che Hollywood stia riscoprendo e riflettendo nuovamente sulle coordinate essenziali del "classico" cinema d'avventura. Dopo i successi degli anni '80 ed un periodo di lontananza dalla frequentazione di questo "genere", ecco in questi ultimi anni una serie titoli pronti ad aggiornare schemi e codici narrativi, regalando tanta azione ed un pizzico di misterioso esotismo. Ingredienti che tornano protagonisti assoluti di Sahara, autentico fumetto tecnologico creato dalla macchina da presa di un figlio d'arte Disney come Breck Eisner. In effetti, queste sequenze che marciano spedite fra inseguimenti, love story e qualche battuta ben indovinata (Steve Zahn è decisamente il personaggio più riuscito in fase di scrittura del copione…) assomigliano alle parti meccaniche di un grande ingranaggio che ha un unico scopo: far divertire lo spettatore senza preoccuparsi troppo della coerenza del racconto e della verosimiglianza di alcune delle situazioni rappresentate.

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Poco importa però, perché il film corre via senza soste trovando in un certo gusto retrò della messa in scena il suo punto di forza. Un'estetica che rinvia direttamente alle vignette di certi fumetti e film anni '40 e '50, scavando in un immaginario che dal cinema migra velocemente verso le pagine dell'omonimo best seller di Clive Cussler, per poi tornare alla celluloide "coloniale" anni '80 di film come All'inseguimento della Pietra Verde (…anche se naturalmente la regia di Robert Zemeckis è un'altra cosa…). Tutto è perfetto fra queste inquadrature, calibrato millimetricamente per soppesare azione e ironia, senza dimenticare l'intreccio di una storia confezionata da un professionista come Cussler: ma forse il limite di Sahara riposa proprio in questa perfezione, in questi tempi sempre sincronizzati che lasciano poche fughe diacroniche all'organizzazione del tessuto connettivo del film. Là dove un'opera meno riuscita, ma decisamente più "sperimentale" e coraggiosa, come After the Sunset si diverte a provocare continui detour alle griglie narrative del tipico cinema d'avventura, Sahara sembra bloccarsi come prigioniero di corpi attoriali poco funzionanti (vedi soprattutto Matthew McConaughey…), di una sceneggiatura troppo attenta a non tradire il testo originale, e di una regia lineare ma visivamente poco stimolante. Certo, rispetto a prodotti più seriali come Il mistero dei Templari ci si diverte, ma forse osando qualcosa in più o avendo maggiore determinazione nello scegliere un preciso registro stilistico – vedi Timeline di Richard Donner – Sahara sarebbe potuto essere un blockbuster aperto a contaminazioni ed inaspettati cross over di corpi e forme.

Regia: Breck Eisner


Interpreti: Matthew McConaughey, Penélope Cruz, Steve Zahn, Lambert Wilson

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Distribuzione: Uip


Durata: 123'

Origine: Usa, 2005

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