SAN SEBASTIAN 56 – "Laila's Birthday", di Rashid Masharawi (Concorso)

Eid Milad Laila è il nuovo lungometraggio del palestinese Rashid Masharawi, che la sua terra l’ha sempre raccontata cogliendone il senso quotidiano di sospensione. Da Curfew (1993) a Waiting (2005), emblematici fin dai titoli. Con Eid Milad Laila, Masharawi fa un passo in più, rischioso e riuscito. Raccontare il vivere e il morire in Palestina facendo coesistere tragedia e assurdo, componendo lentamente, scena dopo scena, con sguardo semplice e determinato, il ritratto di una città minata da una follia che scaturisce dal costante essere sul baratro.

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lailas_birthdayUna giornata a Ramallah. Dalla notte e dal risveglio alla sera successiva. Nei suoi diversi luoghi, attraversata da un taxista, ex giudice, protagonista di continue disavventure e detours che lo allontanano dall’obiettivo del suo procedere, e che solo la sera, tornato a casa, troverà un po’ di pace, con la moglie e la figlia che proprio quel giorno compie sette anni. Magari festeggiando senza elettricità, improvvisamente saltata… Quasi un personaggio scorsesiano, da Fuori orario… Ma qui, in Eid Milad Laila (Laila’s Birthday), siamo nella Palestina d’oggi, nell’impossibilità di vivere una vita normale, o il più possibile tale, nella continua instabilità segno della lunga, infinita occupazione israeliana. Eid Milad Laila è il nuovo lungometraggio del palestinese Rashid Masharawi, che la sua terra l’ha sempre raccontata cogliendone il senso quotidiano di sospensione. Da Curfew (1993) a Waiting (2005), emblematici fin dai titoli. Con Eid Milad Laila, Masharawi fa un passo in più, rischioso e riuscito. Raccontare il vivere e il morire in Palestina facendo coesistere tragedia e assurdo, componendo lentamente, scena dopo scena, con sguardo semplice e determinato, il ritratto di una città minata da una follia che scaturisce dal costante essere sul baratro. Già un regista come Elia Suleiman aveva scelto l’assurdo, lavorandolo teoricamente sulla durata, come segno per penetrare la quotidianità palestinese. Masharawi, che è cineasta più solido e schietto nel costruire un percorso meno d’arte e più narrativo, ha spinto il suo cinema verso un punto di vista da esplorare con intensità e senza moralismi. Con la complicità di un attore come Mohamed Bakri, come sempre bravissimo nel disegnare sul suo volto immobile le molteplici sfumature di un’identità sospesa, e nuovamente presente nel cinema di Masharawi dodici anni dopo Haifa. Eid Milad Laila non esisterebbe senza Bakri, infatti l’attore palestinese è presente con il suo personaggio, al tempo stesso disilluso e determinato a non cedere al degrado quotidiano, in ogni scena.

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Masharawi costruisce un breve film, poco più di un’ora, politico e mai manicheo, che affronta con umorismo, lieve e possente, anche le situazioni più drammatiche e tese, usando il pre-testo del compleanno della figlia e del regalo da portarle per un viaggio nel corpo di una città lacerata e dei suoi abitanti, personaggi che per pochi istanti condividono il percorso del taxista, diventando protagonisti di un film corale sussurrato anche nei suoi momenti di rabbia. Un film dedicato a Ahmed Baha Attia, il produttore tunisino scomparso nel 2007.

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