Scarlett diva – Ritratto di Scarlett Johansson

Colin Firth l'ha definita la migliore attrice giovane della sua generazione. Malgrado i suoi 18 anni, la Johannson ha già una lunga carriera alle spalle da Rob Reiner a Robert Redford ai fratelli Coen

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Scarlett Johansson ha compiuto 18 anni a Tokio, nei panni di Charlotte. Charlotte è la protagonista femminile di Lost in translation L'amore tradotto, diretto da Sofia Coppola. Sofia, oltre che figlia di Francis Ford Coppola e regista del Giardino delle vergini suicide, è colei che ha deciso di scegliere Scarlett per interpretare una porzione spaesata e più giovane di sé stessa. E il personaggio di Charlotte, oltre a ricevere un unanime pauso critico per l'interpretazione che le ha fatto vincere il premio Controcorrente all'ultima mostra di Venezia, è già un piccolo oggetto di culto, con blog e fanlisting dedicati alla giovane americana in esilio nel Sol Levante, e alla sua solitudine silenziosa divisa tra malinconia e gusto ironico. Merito, oltre che della scrittura, dell'interpretazione soffice di questa giovanissima attrice Newyorkese, capace di mescolare una bellezza non convenzionale con un'intensità piena di riserbo. Le sue caratteristiche principali sono sguardo -soffuso e intelligente- e voce. Proprio questa tonalità bassa e sabbiosa (stranamente molto ben doppiata in italiano, almeno nel caso di Ghost World) ha colpito Sofia Coppola, che l'ha adocchiata dopo la visione di Manny and Lo (Lisa Krueger, 1996). Il personaggio di Charlotte è dichiaratamente ispirato alla Coppola, che si dice colpita dalla somiglianza anche estetica tra la sua protagonista e lei stessa.

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Ora davanti a Scarlett Johansson si apre un futuro ricchissimo di prospettive. L'interpretazione in Girl With a Pearl Earring di Peter Webber – ispirato alla pittura di Wermeer e alla sua modella – è stata elogiata da tutti e il co-protagonista Colin Firth l'ha definita la migliore giovane attrice americana. E fino ad ora la Johansson si è distinta dal gruppo attoriale di compatriote più o meno coetanee (Brittany Murphy, Mena Suvari ……) per un timbro personale e una sorta di maturità che le ha permesso di scavalcare la fase di giovane pin-up da inserire in qualche teen-comedy stile American pie. Più facile, come scelte e opportunità, accostarla a Christina Ricci o Thora Birch. Con quest'ultima ha fatto coppia in una piccola gemma dell'anno scorso, Ghost World di Terry Zwigoff, impersonando l'amica docile e sfuggente della nichilista Enid-Thora Birch. Per il resto le sue tappe sono fulminee ma efficaci. Il debutto mediatico avviene con Robert Redford ne L'uomo che sussurrava ai cavalli. Siamo nel 1998 e Scarlett interpreta ancora una pre-adolescente, ma riesce a farsi notare e guadagnare il premio "Young star award" della rivista "Hollywood Reporter". Il passaggio a un'altra età avviene invece con i fratelli Coen. Ne L'uomo che non c'era è una giovane aspirante pianista che fa innamorare platonicamente un uomo raggelato nelle emozioni, riportandolo brevemente alla vita.  È una coincidenza bizzarra come proprio questa attrice dalla recitazione sottotono sia spesso affiancata/opposta a personaggi spiritualmente spenti (Thora Birch in Ghost World, Billy Bob Thorton in L'uomo che non c'era e Bill Murrey in Lost in translation). Fatto sta che nella pellicola dei Coen Scarlett Johansson ha l'occasione di rivelare le sue doti: l'ambientazione anni '50 e il personaggio ambiguo ne fanno una Lolita pensosa e fuori dagli schemi.

In realtà la recitazione è sempre stata al centro di questa breve carriera. Nata a New York il 22 Novembre 1984, a soli otto anni Scarlett debutta in teatro al fianco, tra gli altri, di Ethan Hawke. Poi prosegue al cinema sempre in ruoli di bambina, con Genitori cercasi (Rob Reiner, 1994), La giusta causa (Arne Glimcher, 1995) e Appuntamento col ponte (Eric Schaeffer,1996). Nel 1996 è nel già citato Manny and Lo e nel '97 in Mamma ho perso l'aereo III (Raja Gosnell, 1998). Dopo di che passa in consegna a registi più noti, che tirano fuori la sua maturità -artistica e personale- in divenire. E in mani di "professionisti del settore": la sua manager non è più la madre, ma Stephen Huvane, già responsabile delle carriere di Kirsten Dust, Liv Tyler, Helen Hunt e Julianne Moore. C'è da sperare in un futuro roseo.


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Sito dedicato a Scarlett Johansson: www.scarlettjohansson.org


Fanlist dedicata a Charlotte: http://only-forever.org/charlotte.html

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