"Shan – Il cuore antico dei popoli naturali", di Stefano Milla

Il viaggio musicale dei cinque componenti del LabGraal attraversa i miti e le tradizioni celtiche, si snoda lungo geografie lontane tentando di mostrare le radici comuni che legano i Nativi del pianeta, diventa, infine, uno strumento di denuncia per la difesa dei diritti, delle tradizioni e dei luoghi sacri dei Popoli naturali

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Realizzato con l’incoraggiamento dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU, Shan, il nome arcaico del Graal ed anche il termine utilizzato dai popoli autoctoni europei per designare la Natura ed il suo mistero, è l’esplorazione fisica e spirituale, compiuta per mezzo della keltic music dei cinque componenti del Laboratorio Musicale del Graal, attraverso le tradizioni dei Popoli naturali, le culture estranee alle grandi religioni storiche, che vivono l’esperienza del trascendente e trovano la loro identità nel rapporto diretto con la Natura. Il viaggio musicale affrescato da Stefano Milla, che documenta il lavoro e l’impegno sostenuto dal LabGraal, attraversa i miti e le tradizioni celtiche, come l’antica leggenda della città di Rama, riscoprendo non solo in Bretagna ma anche nel territorio piemontese i segni di una civiltà misteriosa e scomparsa ma non dimenticata, abbandonando l’Europa si snoda lungo geografie lontane e diverse tentando di mostrare la comunione spirituale con la Natura e le radici comuni che legano intimamente tra loro i Nativi del pianeta, diventa, infine, uno strumento di denuncia per la difesa dei diritti, delle tradizioni e dei luoghi sacri dei Popoli naturali. Procedendo con un andamento discontinuo e sbilanciato, Shan finisce però per disperdere, in una narrazione troppo frammentata, a tratti incapace di penetrare oltre la superficie del racconto, la forza evocativa di miti sconosciuti ed antichi, nascosti nel silenzio degli imponenti resti megalitici, e, soprattutto, non riesce a far pienamente emergere la denuncia contro le barbarie di un imperialismo culturale ed economico, incapace di rispettare lo spiritualismo e le tradizioni dei Popoli naturali perché unicamente volto allo sfruttamento del territorio ed all’omologazione degli individui. La struttura risulta inoltre appesantita dagli assai poco riusciti elementi di finzione, che, oltre a non amalgamarsi con la parte documentaristica, non riescono a rendere palpabile quello spazio al quale alludono e dove il presente si specchia nel passato in una continuità, oltre lo scorrere del tempo, dell’esperienza spirituale che lega l’individuo e lo rende partecipe del mistero che regola l’universo.

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Regia: Stefano Milla

Interpreti: Rosalba Nattero, Giancarlo Barbadoro, Luca Colarelli, Andrea Lesmo, Giancarlo Roggero

Distribuzione: Research Visual Entertainment Produzioni Cinetelevisive

Durata: 92’

Origine: Italia, 2007

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