Studio 666, di BJ McDonnell

Nato da un racconto di Dave Grohl, un horror-comedy che racconta la nascita del decimo disco in studio della band di Seattle. Gli manca un pizzico di coraggio. Da oggi in sala per una settimana.

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Studio 666 è la personale riflessione di Dave Grohl sullo stato di salute del Rock ‘n roll. Il frontman dei Foo Fighters consegna a BJ McDonnell, già regista di alcuni videoclip della band, il soggetto per un prodotto che gioca con le dinamiche dell’horror-comedy.

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Il motore dell’azione è la realizzazione del decimo disco in studio della band fondata nel 1994 da Grohl: Medicine at Midnight. L’ex batterista dei Nirvana, in cerca di nuovi stimoli per il disco, convince il resto della band a trasferirsi per alcune settimane all’interno di una villa di Encino. Qui i componenti del gruppo, in particolare Grohl, sono impegnati alla ricerca del sound perfetto per il disco. Ma i problemi cominciano presto.

Grohl si trova alle prese con il blocco dello scrittore che, giorno dopo giorno, lo porterà a impazzire all’interno di una casa che si scoprirà, ben presto, essere maledetta. Tra le mura, infatti, si nascondono delle forze soprannaturali che minacciano il completamento del disco e la stessa esistenza della band. Sono forze che abitano la stessa casa da decenni, da quando vent’anni prima, un certo Gregg Null, frontman di una rock-band anni ’90, posseduto dal demonio, si è macchiato di una strage, uccidendo violentemente tutti i componenti del gruppo.

Il macabro racconto intercetta uno stile espressivo splatter dichiaratamente esagerato. Suoni demoniaci accompagnano vivisezioni e squartamenti, mentre il comparto sonoro del film, acquista tridimensionalità, modellando gli incubi del protagonista.

Studio 666 mescola horror e commedia bassa, dando spazio a continui siparietti più o meno comici tra i membri della Band. Grohl e i Foo Fighters (compreso Taylor Hawkins, da poco defunto) non si prendono mai sul serio, soprattutto come attori, lasciandosi andare a battute che sfociano quasi sempre nella volgarità e che ricercano disperatamente la risata del pubblico. L’opera di McDonnell è sicuramente un film senza pretese per i fan della band, ma probabilmente c’è di più. Forse, tra le sequenze splatter sopra le righe che si susseguono per tutta la durata del film si nasconde una riflessione più o meno ricercata sulla condizione, in piccolo dei Foo Fighters, in grande di un genere in difficoltà nell’ultimo periodo come il rock. Non è un caso che in una delle ultime sequenze della pellicola, il produttore della band confidi a Dave Grohl che il rock sia morto e che abbia un disperato bisogno di una scintilla di malvagità per mostrarsi di nuovo interessante al grande pubblico.

I problemi che riguardano il lato artistico della band, come le dinamiche interne tra membri del gruppo, non passano sicuramente in secondo piano. È chiaro che manchi quella precisa volontà di approfondire un discorso solo in parte accennato per abbracciare una narrazione e uno stile che possa essere apprezzato dal proprio pubblico. Il progetto di Studio 666, infatti, non ha alcuna intenzione di continuare nel suo processo di metanalisi. In questo senso, la riflessione del film di McDonnell è troppo debole per essere paragonata a quello che poteva rappresentare un antecedente, quanto meno per la riflessione sul proprio stato di salute: Metallica. Some Kind of Monster. Un progetto troppo diverso da Studio 666 per stile e messa in scena e che indaga attraverso la forma del documentario su quei problemi di incomunicabilità, dipendenza e crisi esistenziale legate ad una band come i Metallica.

È indubbio che il progetto di Grohl e McDonnell abbia tutte le carte in regola per essere apprezzato dal pubblico affezionato, anche attraverso l’inserimento di numerosi richiami al mondo del rock e dell’horror. Tra i tanti camei presenti nel film, impossibile non citare quello di John Carpenter, il quale ha co-firmato una delle canzoni principali della colonna sonora.

Un pizzico di coraggio in più avrebbe, forse, permesso di creare un’opera di maggiore coinvolgimento.

 

Titolo originale: id.
Regia: BJ McDonnell
Interpreti: Dave Grohl, Nate Mendel, Pat Smear, Taylor Hawkins, Rami Jaffee, Chris Shiflett, Whitney Cummings, Jeff Garlin
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 106′
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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Il voto dei lettori
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