“The Last Stand”. Incontro con Arnold Schwarzenegger

arnold schwarzenegger
Davanti alla chiamata di Sly di serrare le fila, Schwarzenegger non poteva non rispondere. Dopo dieci anni di latitanza, l’ex governatore della California sceglie di farsi dirigere dal coreano Kim Jee-woon per tornare da protagonista nel genere che più gli si addice, quello degli Schwarzy movie, come viene definito dallo stesso Schwarzenegger

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arnold schwarzeneggerDavanti alla chiamata di Sly di serrare le fila, ovviamente Schwarzenegger risponde con un “Semper Fidelis” e schiera al fianco del Jimmy Bobo della coppia Hill/Stallone un granitico sceriffo che vigila su una cittadina di frontiera. Dopo dieci anni di latitanza, l’ex governatore della California sceglie di farsi dirigere dal coreano Kim Jee-woon per tornare da protagonista nel genere che più gli si addice, quello degli Schwarzy movie, come viene definito dallo stesso stesso Schwarzenegger. Oltre allo sceriffo di The Last Stand, anche Johnny Knoxville e Jaimie Alexander raccontano la loro esperienza sul set di Kim Jee-woon.
 
 
In The last stand – L’ultima sfida c’è un palese tentativo di omaggiare il genere western. Quali sono stati i western che hanno ispirato il film?
Arnold Schwarzenegger –  Prima di rispondere a questa domanda voglio dire che in passato sono venuto in Italia per il body building, per presentare e girare i film, sono venuto a trovare i miei amici e in vacanza e dopo dieci anni di assenza sono molto felice di esser tornato qui. Ma soprattutto sono felice di esser tornato nel mondo del cinema dopo 10 anni di assenza e come eroe d’azione. Per tornare alla domanda, il tono western non ha molto a che vedere con me, è stato il regista a scegliere questo taglio e Kim Jee-woon, il re dei film d’azione in Asia, è sempre stato un grande fan dei film western sia americani che italiani, basta vedere Il buono, il matto, il cattivo per rendersene conto. Quindi questa domanda dovrebbe esser posta a lui.
Jaimie Alexander – Il mio film preferito è Butch Cassidy e Sundance Kid perché ha anche un aspetto leggere e gli attori sono magnifici. Butch Cassidy non solo mi ha ispirato per questo film, ma anche per tutta la mia carriera.
Johnny Knoxville –  In questo film ci sono molte influenze dei western, sia americani che italiani. C’è anche un tocco di Mezzogiorno di fuoco. Ma ci sono anche altre cose, come l’inseguimento in macchina e il lavoro degli stunt, molti dei quali hanno lavorato per The Bourne Identity. Oltre all’azione ci sono anche diversi momenti umoristici. Poi ho girato una sparatoria al fianco di Schwarzy, cosa si può voler di più dalla vita?
 
Cosa differenzia il cinema dalla politica? Qual è il lavoro più impegnativo? E, infine, pensa che in futuro farà ancora politica?
Arnold Schwarzenegger – Sia il cinema che la politica richiedono molto impegno, ma l’unica cosa che conta veramente è amare quello che si fa. Sicuramente la politica è una faccenda più seria del cinema, ci sono molte più responsabilità. In California, quando sono stato governatore, ci sono stati duemila incendi e  nel frattempo dovevo anche occuparmi delle rivolte in prigione, dell’economia e via dicendo. Ciò vuol dire che per 24 ore al giorno bisogna dedicarsi a questo lavoro. Sono felice di aver fatto il governatore, ma sono anche felice di esser tornato ai miei film d’azione, gli Schwarzy movie. In The Last Stand ci sono inseguimenti, sparatorie, scontri, combattimenti, acrobazie, ovvero tutto quello che per decenni ho amato fare.
 
Sembra che oggi non ci siano icone capaci di competere al cospetto di Schwarzenegger, Stallone o Willis. Cosa ne pensa?
Arnold Schwarzenegger – Sono felice che le cose siano andate così…
 
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arnold schwarzeneggerIn America imperversa la polemica sul mercato e l’utilizzo delle armi. In questo film c’è un grande sfoggio d’artiglieria, senza contare che il personaggio di Johnny Knoxwille ha un vero e proprio arsenale nel suo museo…
Johnny Knoxville – Il cinema è finzione, noi facciamo intrattenimento. La questione delle armi non ha a che fare con il  inema, si tratta della realtà. Penso che ci dovrebbero esser delle leggi a tutela della gestione delle armi, ma penso anche che quando recitiamo non dobbiamo esser presi sul serio. Il cinema e la realtà sono due cose separate.
Arnold Schwarzenegger – La penso come Johnny, bisogna separare il cinema dalla realtà. Ma allo stesso tempo penso che, quando ci sono incidenti come quelli accaduti recentemente, dobbiamo raccogliere la sfida e fare tutto ciò che è in nostro potere perché queste tragedie non accadano più. Lo dobbiamo a tutte le vittime. E questo vuol dire agire a 360 gradi, facendo leggi e curando la sicurezza. Si tratta di questioni da affrontare non solo in America, ma in tutto il mondo.
 
Cosa ne pensa della politica di Obama sulle armi?
Arnold Schwarzenegger – Obama non ha proposto solo di limitare le armi, ma di occuparsi anche dei problemi legati alla malattia mentale e della sicurezza delle scuole. Bisogna affrontare il problema da tutti i punti di vista e per questo sono d’accordo con lui.
 
Non è allora incoerente recitare in un film dove una signora anziana uccide semplicemente per violazione di domicilio?
Arnold Schwarzenegger – Come già abbiamo detto, questo è un film,  è finzione. Parliamo di intrattenimento. Quella della signora anziana è semplicemente una scena molto divertente, una vecchietta dall’aspetto inerme prende in mano la situazione uccidendo un pericoloso criminale ed aiutando a risolvere una situazione difficile. The Last Stand vuole intrattenere e quindi fa uso di azione esagerata, di armi che sparano più di quando dovrebbero edi  macchina che corrono di più di quanto dovrebbero. E’ un action tradizionale, dove c’è un ottimo compromesso tra azione e humor.
 
Cosa le hanno lasciato i dieci anni di politica? E chi definirebbe coraggioso nella vita?
Arnold Schwarzenegger –Gli anni da governatore sono stati i più istruttivi della mia vita. Stavo tutto il giorno nel mio ufficio partecipando a riunioni dove prima si parlava dei senza tetto, poi arrivavano i capi delle stazioni della polizia per discutere dell’applicazione della legge, poi era la volta dei tecnici per parlare di come costruire le infrastrutture necessarie  per evitare crolli durante un terremoto, poi arrivavano i funzioni delle carceri per capire come evitare rivolte o migliorare il settore dell’istruzione. Tutto questo andava avanti tutto il giorno, tutti i giorni. Insomma, se hai sete d’imparare questo è il miglior lavoro possibile. Ma oggi sono entusiasta di esser tornato al cinema e di fare film come The Last Stand o The Expendables. Chi è coraggioso nella vita? Ci sono eroi coraggiosi in campi diversi. Gente come Nelson Mandela, Michail Gorbaciov,  Ronald Reagan, Roosevelt o Lincoln. Gorbaciov è un grandissimo eroe, che è cresciuto nel comunismo e ha avuto il coraggio di smantellarlo dall’interno perché ha visto che non funzionava. Oppure Mandela, che dopo 27 anni di prigione ha avuto il coraggio di parlare di perdono. E’ difficile anche solo sognare persone capaci di questo coraggio. E’ fonte di grande ispirazione. Poi ci sono nello sport come Muhammad Alì, che eccelle non solo come atleta, ma anche per la sua generosità. Ci sono eroi in ogni campo, medici, ricercatori, scrittori, economisti.
  
Lei ha definito Kim Jee-woon il James Cameron dell’Asia, girerebbe altri film con lui?
Arnold Schwarzenegger – Certamente. Kim è un grande collaboratore, ha un sacco di idee. E’ un visionario che non ha paura di osare.
 
Johnny Knoxville come immagine estrema a volte anche lontana del cinema e allo stesso tempo un ottimo attore. Come vede il suo futuro?
Johnny Knoxville – Sono fiero delle cose che ho fatto per Jackass e Nitro Circus. Ma mi piacerebbe fare anche altro e The Last Stand è un perfetto esempio di quello che vorrei fare.
 
Da eroina in Thor a un film al fianco di Arnold Schwarzenegger, come è stato?
Jaimie Alexander –
Ho imparato molto da Arnold, per me è stato un vero e proprio mentore. Amo fare cinema action e credo di esser stata fortunata di recitare al fianco di Terminator. Insomma, ho imparato dal migliore e i miei quattro fratelli ne sono entusiasti.

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