Upside Down, di Luca Tornatore
Ispirata ad una storia realmente accaduta, un’opera che ha sicuramente un taglio preferenziale verso le fasce di età più giovani e limitata da una linea stilistica scolastica

Ispirato ad una storia realmente accaduta, il film ha sicuramente un taglio preferenziale verso le fasce di età più giovani, mostrando interesse al mondo della disabilità che quotidianamente lotta per difendere la propria dignità. Ambientato in Puglia, il protagonista è Paolo che ha la sindrome di Down e lavora in un ristorante come cameriere. Ha due genitori accorti e sensibili, la madre capace di vivere la condizione del figlio con tranquillità e determinazione, il papà invece preso maggiormente dalle preoccupazioni sul futuro stesso del figlio. Paolo si appassiona alla boxe e grazie ad un allenatore caparbio e competente, colpito in passato negli affetti più cari, trova il modo e l’occasione di cimentarsi sul ring. Inizialmente la decisione di Paolo non guadagna il consenso del papà, pieno di dubbi e non propriamente convinto che questo sia lo sport giusto da coltivare. Poi, in fondo, le incertezze e le difficoltà trovano uno sbocco a lieto fine, certamente consolatorio.
Luca Tornatore, al suo terzo lungometraggio, dopo Hikikomori del 2007 e St@lker del 2014, segue una linea stilistica “scolastica”, che racconta con canonica semplicità la vicenda, senza mai calcare la mano sulle situazioni di scoramento o sconforto che una famiglia potrebbe attraversare in certe condizioni, e senza mai perdere di vista il messaggio principale: non permettere al contesto e al mondo circostante di compromettere la crescita di un ragazzo, a prescindere dal punto da cui si parte. Emblematico, in tal senso, utilizzare la metafora del ring e dei pugni per difendersi e attaccare, attraversando il più nobile degli sport e scoprendo memorabili fragilità che fuori dal quadrato siamo sempre così bravi a nascondere o a camuffare. Sovvertire i pregiudizi (mettere sottosopra le convinzioni, appunto, upside down…) è l’intento sicuramente apprezzabile, ma non sempre completamente raggiunto.
Regia: Luca Tornatore
Interpreti: Gabriele Di Bello, Donatella Finocchiaro, Fabio Troiano, Antonio Zavatteri, Paolo Graziosi
Distribuzione: DM Communication
Durata: 90’
Origine: Italia 2021
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
Il voto al film è a cura di Simone Emiliani