VENEZIA 67 – Happy Few di Antony Cordier: l'amore adulto, missione impossibile

Happy Few, di Antony Cordier. In concorso a Venezia 67. Nella foto:   Roschdy Zem, Élodie Bouchez, Nicolas Duvauchelle e Marina Foïs
Antony Cordier brinda ironicamente "alla felicità dei pochi fortunati": rubando a Stendhal il titolo del suo secondo film Happy Few, in concorso a Venezia 67, il regista francese intende investigare l'amore adulto, che definisce "una missione impossibile, quasi un'utopia". Con Marina Foïs, Nicolas Duvauchelle, Roschdy Zem e Élodie Bouchez
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Happy Few, di Antony Cordier. In concorso a Venezia 67. Nella foto:   Roschdy Zem, Élodie Bouchez, Nicolas Duvauchelle e Marina FoïsAntony Cordier brinda ironicamente "alla felicità dei pochi fortunati": rubando a Stendhal il titolo del suo secondo film Happy Few, in concorso a Venezia 67, il regista francese intende investigare l'amore adulto, che definisce "una missione impossibile, quasi un'utopia".

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Dal triangolo amoroso del suo primo lungometraggio Douches Froides (presentato a Cannes nel 2005 e vincitore del premio  Louis Delluc come miglior esordio) a un quartetto.

Rachel (Marina FoïsDarling, Le Bal des actrices, Non ma fille tu n'iras pas danser) è sposata con Franck (Roschdy Zem, apprezzato interprete di Indigènes, London River e Hors-la-Loi di Rachid Bouchareb) ma viene sedotta dalla schiettezza di Vincent (Nicolas Duvauchelle, tra i migliori giovani attori francesi: ha lavorato in Il piccolo ladro, Secret défense, Corpi impazienti, Les herbes folles, White Material, Secret défense e l'ultimo di André Téchiné, La fille du RER), che a sua volta è sposato con Teri (Élodie Bouchez, ultimamente prestata alla tv; la ricordiamo in L'età acerba di Téchiné, A tutta velocità di Gaël Morel e La vita sognata degli angeli di Erick Zonca, per cui vince il premio come migliore attrice al Festival di Cannes del 1998).

Completano il quartetto il veterano Jean-François Stévenin nei panni del padre di Rachel e Alexia Stresi.

Questa storia di passioni cieche e sentimenti confusi, racconta il regista, che l'ha scritta con Julie Peyr, ha poco a che fare conHappy Few, di Antony Cordier. In concorso a Venezia 67. Nella foto: Élodie Bouchez, Roschdy Zem, Nicolas Duvauchelle e Marina Foïs lo "scambio di coppia": i suoi personaggi non sono alla ricerca della dissolutezza.

"Oltre a una ventata di novità sessuale, vi è un impulso che li porta a un rovesciamento più generale delle proprie identità e dei propri ruoli. […] Franck pratica feng shui, vale a dire, cambia la disposizione dei mobili, per migliorare i flussi di energia. È esattamente questo che fanno i miei personaggi, e sarà la confusione totale."

Cordier si dichiara influenzato dal cinema degli anni '80, da Marco Ferreri a Jacques Doillon a Paul Verhoeven.

Dopo la proiezione a Venezia 67, Happy Few sarà distribuito da Le Pacte in Francia a partire dal 15 settembre e da Wild Bunch all'estero.

 


 

 

Happy few, di Antony Cordier. Il trailer originale

 

Se rimosso, visibile anche qui

 


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