Venezia 80 – Making Of. Incontro con Cédric Kahn e il cast

Il regista francese ha presentato Fuori Concorso a Venezia80 il suo nuovo film. Accanto a lui, i protagonisti Denis Podalydès e Jonathan Cohen

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Cédric Kahn ha presentato a Venezia 80 Fuori Concorso il suo nuovo film Making Of. Accanto a lui, i protagonisti Denis Podalydès e Jonathan Cohen. Nel breve incontro ravvicinato con la stampa, il regista di Le Procès Goldman si è concentrato sul rapporto diretto regista-attore e il suo legame speciale con i personaggi protagonisti di Making Of. Una commedia umana, come l’ha definita lo stesso Kahn, che attraverso uno schema meta-cinematografico, racconta la storia di un regista (Simon) in piena crisi creativa che, tra mille difficoltà finanziarie, cerca di portare a termine e senza compromessi il suo film “politico” sullo sciopero proletario di una fabbrica francese. Accanto alla figura del protagonista, si accosta quella di un giovane aspirante regista (un ragazzo di nome Joseph) che avrà il compito di realizzare il making of del film politico. A chi chiede se si rispecchi in entrambe le figure descritte poc’anzi, Kahn risponde così:

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“Al 100%. Nel film, prendo in giro me stesso e la figura del regista ma mi identifico moltissimo anche nella figura del giovane aspirante regista. Il film non è proprio autobiografico ma è sicuramente molto personale. L’ironia era assolutamente necessaria perché non avrei potuto realizzare un film su di me troppo serio. Però, il personaggio del ragazzo è sicuramente quello più serio perché è ancora un sognatore. Devo dire che il fatto di aver scelto Denis (Podalydèsper) per il ruolo del regista mi ha permesso di prendere le giuste distanze dal suo personaggio, proprio perché Denis è profondamente diverso da me. Sarebbe stato troppo narcisistico scegliere me e così ho scelto Denis a cui non ho voluto dare dei limiti nella sua interpretazione, proprio perché volevo che risultasse molto personale”.

Più volte abbiamo definito il cinema Cédric Kahn come un cinema mimetico, la cui forma è in grado di aderire completamente ai diversi protagonisti e alle diverse storie che racconta. E, in effetti, durante Making Of il giovane Joseph si scontra verbalmente con un’attrice sul ruolo dell’autore rispetto al film, su chi sia più importante tra regista o attore nell’economia del film. Alla luce di questo episodio, il regista francese ci racconta il suo rapporto sul set con gli attori, spiegandoci il suo personale metodo di lavoro.

“In prima istanza, c’è la sceneggiatura, che è il programma e il brogliaccio da cui si parte. Ma la sceneggiatura è tutto e niente. Quello è il punto di partenza, ma quando scelgo degli attori mi aspetto che portino nel film le loro emozioni, la loro vita, la loro verità umana. Quello dell’attore non è soltanto un lavoro o una tecnica. Dietro c’è una persona in cui io ho posto la fiducia e la speranza che possa portare all’interno del film il proprio vissuto. Credo di dare parecchia libertà agli attori, al di là del fatto che questa libertà sia legata a quanto capiscano che stanno lavorando tutti allo stesso film. Ma questa, però, è anche responsabilità del regista, cioè mia. Il mio compito è quello di riuscire a coordinare e di creare una coesione interna per poi dare loro un’energia positiva e la voglia di tornare sul set ogni mattino. Questa sento che sia la mia esigenza più forte quando sono sul set, sia in veste di attore che in quella di regista”.

A questo punto, prendono la parola gli attori, Denis Podalydès e Jonathan Cohen, i quali riportano la loro personale esperienza sul set con Kahn, elogiandone la flessibilità e la capacità di creare un ambiente di gioia e di festa, all’interno del quale diventa più facile lavorare.

“Sì, devo dire che mi sento di confermare quello che diceva Cedric. Lui è riuscito a creare sul set un tale clima di festa e di gioia per il quale eravamo oggettivamente tutti contenti di tornare ogni mattina a girare. Quindi, anche se le scene sono sicuramente ben scritte, già di per sé c’era la curiosità e l’interesse di scoprire che cosa sarebbe successo durante la giornata di riprese. Abbiamo tutti sentito di avere un gran margine di libertà nelle nostre interpretazioni anche se non abbiamo improvvisato più di tanto”.

Il breve incontro si conclude con una battuta sul possibile “making of” del vero set del film. Kahn scherza paragonando il suo set a quello finto e catastrofico raccontato in Making Of.

“In effetti, anche il nostro è stato un set un po’ tribolato. Non sono successe le catastrofi che vengono mostrate nel film, però, abbiamo avuto parecchie problematiche di natura economica ed organizzativa. Ad esempio, sono mancati degli attori anche perché, in mezzo, c’è stato il Covid. Insomma, diciamo che tra finzione e realtà ne abbiamo passate…”

 

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