VIII FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO – Sentimento e contrasti sociali nel cuore del continente

Presentati a Lecce il tedesco-sloveno "Warchild" di Christan Wagner e il francese "Suzanne" di Viviane Candas, due storie difformi tra loro ma capaci di rivelare una volontà riconciliatoria rispetto a un'Europa spesso lacerata dalla Storia e dal tempo

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Una vetrina importante, questa offerta dal Festival del Cinema Europeo di Lecce per chiunque voglia rendersi conto dei fermenti che agitano il vecchio continente: un appuntamento che, pur partendo da un punto di vista che vuole essere soprattutto "artistico" (nel senso anche più elitario del termine) riesce a dare forma a un'interessante sinergia con le aspettative di un pubblico eclettico e curioso. Quello che emerge è dunque il ritratto di un continente fecondo nelle sue proposte cinematografiche, caratterizzato da storie inquiete, da immaginari spesso forti e crudi, capaci di aprirsi però a inusitati momenti di dolcezza. In questo senso non stupisce l'apprezzamento riservato a un film come Warchild, coproduzione tra Germania e Slovenia, diretto dal tedesco Christian Wagner. La storia vede una giovane madre, Senada, partire dalla Bosnia odierna per la Germania, in cerca della figlia smarrita durante la guerra che ha sconvolto i Balcani dieci anni fa. La ricerca è complicata dal fatto che la bambina è ormai cresciuta in un'altra famiglia e quindi il confine che la vicenda tende a tracciare è quello tra il desiderio di restituire la piccola alla sua terra d'origine e l'ossessione di una donna che rivuole accanto a sé la figlia per il proprio egoismo (o meglio per soddisfare il desiderio – probabilmente illusorio – di poter tornare alla normalità). La narrazione è semplice e lineare, attenta a esaltare il tema del viaggio e della ricerca come rivelazione dei contrasti e della confusione culturale di un continente che non ha ancora elaborato intimamente il lutto per la ferita rappresentata da un conflitto scatenatosi nel cuore dell'Occidente "civile" tra l'indifferenza generale.

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Ma le tentazioni sociologiche e le velleità da pamphlet impegnato (che fanno temere cosa sarebbe potuto essere il film in mano a uno dei tanti giovani "autori" nostrani) sono bandite in favore di una empatia con i personaggi che testimoniano una buona sensibilità di Wagner (ospite del Festival), il quale non prende posizione rispetto agli eventi e lascia terminare la storia con un finale aperto. In tal senso la semplicità del film diventa un modo per veicolare una storia di sentimenti contrastanti cercando di parlare al cuore di ogni spettatore, secondo l'idea di cinema "potente" enunciata dal regista, quella dove un film "resta nella mente" anche dopo la visione.


All'opposto, ma non troppo, si colloca invece il bellissimo Suzanne, diretto da Viviane Candas, delicata storia d'amore per un intellettuale settantenne (il veterano Patrick Bauchau) che dopo la morte della moglie ritrova la voglia di amare accanto a una donna più giovane e apparentemente poco affine al suo mondo. Un film che la regista, anche lei presente a Lecce, ha voluto orchestrare come una partitura musicale, non soltanto donando allo score una particolare importanza all'interno della storia, ma anche lavorando sulla gestualità dei protagonisti e sul ritmo della recitazione, in modo da confezionare un prodotto di particolare levità e brio, quasi una poetica danza dei sentimenti. Operazione riuscita, che rende il film particolarmente delicato e capace di dribblare l'ovvio pericolo di una pellicola senescente. La capacità, anzi, di focalizzare l'attenzione sulla normalità del sentimento in quella terza età poco considerata dal genere sentimentale si unisce a una esaltazione dell'amore come massima forma di cultura poiché unica forza in grado di unire gli animi. Il contrasto tipico di un'Europa lacerata viene quindi scavalcato dalla forza dell'empatia che si stabilisce in un particolare momento tra due anime (e due realtà) differenti, disegnando uno scenario ottimista poiché basato sulla convinzione che la conciliazione è sempre possibile laddove c'è la volontà. Un film che ci piacerebbe vedere distribuito in Italia.

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