Vulnerabili, di Gilles Bourdos
Vulnerabili ci trasporta nell’interiorità di tre diversi individui, mostrandoci quanto i rapporti familiari possano essere fragili, complessi e deleteri
Tre storie differenti s’intrecciano e raccontano, da prospettive diverse, le debolezze umane, la necessità di sentirsi amati e la confusione che ne deriva.
Vulnerabili (Espèces Menacèes) è l’ultimo film di Gilles Bourdos e si basa sui racconti dell’autore Richard Bausch.
Bourdos ci trasporta nell’interiorità di tre diversi individui, mostrandoci quanto i rapporti familiari possano essere fragili, complessi e deleteri.
Una coppia di giovanissimi sposi dopo le nozze raggiunge la camera d’albergo dove ci si aspetta consumino una piacevole notte di passione, almeno finché i discorsi non iniziano a farsi strani.
Sarà solo l’inizio di un susseguirsi di violenze domestiche che trascineranno la ragazza in un incubo, sempre più lontano dai genitori che cercano di aiutarla.
Anthony, uno studente insicuro, vive la crisi dei genitori che si stanno separando. Mentre cerca di comprendere sé stesso, assiste la madre in preda all’esaurimento nervoso che è finita in un ospedale psichiatrico, e il padre che non ha più intenzione di prendersi le sue responsabilità.
Nel frattempo un padre di famiglia, mentre vive la separazione con sua moglie, si preoccupa per sua figlia Melanie, incinta di un professore universitario molto più grande di lei.
Tutti si sentono persi, soli, condizionati dai rapporti con i propri familiari, che rendono i tre contesti completamente diversi. Allo stesso tempo però il desiderio è lo stesso: trovare un appiglio, una speranza, pure se nel posto sbagliato.
Non importa conoscere a fondo le loro vite, poiché il film gioca sull’empatia che lo spettatore prova semplicemente condividendo le emozioni dei personaggi attraverso le situazioni che vivono in quel preciso momento. Così anche i dialoghi passano in secondo piano rispetto agli sguardi, capaci di suscitare sempre emozioni forti.
Spesso queste emozioni sono contrastanti, tanto che dove c’è odio, rabbia o repressione, c’è anche la ricerca di un rifugio sicuro. Un rifugio fittizio, che può rivelarsi una trappola illusoria, dove ci si allontana da ciò che non si vuole comprendere o accettare.
La regia di Gilles Bourdos è in perfetta sintonia con la fotografia di Mark Lee Ping Bin (Renoir, The Rooftop, The assassin, Crosscurrent). Prevalgono sempre i colori caldi: le tinte rosse, arancioni o gialle instaurano nello spettatore quel senso di familiarità e conforto, che contrastano con il dolore e la rabbia dei protagonisti.
Bourdos in Vulnerabili utilizza il contrasto per raccontare del dolore che ci provochiamo a vicenda, delle esperienze diverse, visioni incompatibili, che inevitabilmente s’intrecciano tramite le relazioni. Ma ci racconta soprattutto di quel lato umano autodistruttivo che spinge ad attaccarsi all’illusione invece che affrontare la realtà così com’è.
Titolo originale: Espèces menacées
Regia: Gilles Bourdos
Interpreti: Alice Isaaz, Suzanne Clément, Vincent Rottiers, Pauline Etienne, Frédéric Pierrot
Distribuzione: Movies Inspired
Durata: 105′
Origine: Francia, Belgio, 2017