We Transfer: il primo progetto audiovisivo di file sharing

Il Laboratorio Artigianale di Pazzia lancia «We Transfer», primo progetto audiovisivo realizzato tramite file sharing. Tra gli artisti ad essere coinvolti anche Roberto Dell’Era degli Afterhours

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Quando nel 1918 Lev Kulešov associava al volto di un attore tre diverse sequenze con tre differenti situazioni, dimostrava al mondo intero che il neonato cinematografo non sarebbe mai stato un contenitore imparziale di idee. Ma soprattutto, nell’alternarsi di zuppe, cadaveri e bambine che giocano, si celebrava una complicità divenuta col tempo sempre più intima, quella tra proiettore che spara immagini su un fondale bianco e spettatore che a quel movimento di oggetti e cose dava un significato tanto preciso quanto soggettivo. Era l’apoteosi del contrasto tra significato e significante.

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Centouno anni dopo il Laboratorio Artigianale di Pazzia riparte proprio da Kulešov per lanciare «We Transfer», un’iniziativa di promozione dell’audiovisivo che elegga il file sharing ad unico vero mezzo di condivisione delle idee. Il progetto – che verrà presentato a Napoli il prossimo 10 febbraio – è opera di Nicodemo, produttore, insieme a Luigi Marmo, Giovanni Paglioli, Roberto Policastro e Ronan Chris Murphy, di un lavoro che ha coinvolto 100 artisti della scena culturale italiana ed internazionale. Tra loro Roberto Dell’Era degli Afterhours, Riccardo Tesio dei Marlene Kunz e Tony D’Alessio del Banco del Mutuo Soccorso, insieme per creare «a distanza» un Blob emozionale di venti minuti, un prodotto audiovisivo che ragiona sulle potenzialità del digitale per fare e divulgare cultura. 
Il cinema ai tempi dell’Internet of things. Dalla Long Tail di Chris Anderson alle avanguardie degli anni ’20, per raccontare l’individualismo 2.0. Ora come allora siamo compiutamente uomini-macchina nella società di massa come in Metropolis di Fritz Lang, persi per sempre nel turbine di qualche bunueliano complesso edipico.
E Kulešov è ancora lì, a ribadire che il cinema resta un mezzo atemporale per trasmettere idee, emozioni. Se il mondo chiude gli individui nella gabbia delle quattro mura domestiche, We Transfer progetta universi espansi, scompone le pareti del singolo per rintracciare le linee di un’arte globale. Verso il file sharing ed oltre.    

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