YOUNGABOUT FEST – Forever young, I want to be forever young?

kristen stewart - cake eatersEssere per sempre giovani è possibile? Ma soprattutto è auspicabile? Durante queste giornate finali dello Youngabout Film Fest le tematiche già affrontate nei precedenti film in rassegna si ritrovano e si arricchiscono di nuovi e inaspettati spunti come nei due The Cake eaters con Kristen Stewart e Pagafantas, portarori di storie decisamente diverse tra loro, ma con un elemento comune: la difficolta di esprimere i propri sentimenti che ineffabilmente perdura nel tempo

 

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Essere per sempre giovani è possibile? Ma soprattutto è auspicabile? Durante queste giornate finali dello Youngabout Film Fest le tematiche già affrontate nei precedenti film in rassegna si ritrovano e si arricchiscono di nuovi e inaspettati spunti come nei due The Cake eaters e Pagafantas, portarori di storie decisamente diverse tra loro, ma con un elemento comune: la difficolta di esprimere i propri sentimenti che ineffabilmente perdura nel tempo.
The Cake eaters
, un fim americano della regista Mary Stuart Masterson racconta l’iniziazione amorosa di due ragazzi che forse mai avrebbero potuto avere qualcosa in comune se il destino non avesse toccato con la gelida sinistra la vita della quindicenne Georgia (Kristen Stewart, la Bella della Saga di Twilight) porgendole in eredità una malattia rara, la Friedreich Atassia, che non le permette di muoversi se non con un aiuto costante e che probabilmente la porterà entro pochi anni alla morte. Attorno a lei si muovono la madre, inutilmente apprensiva e la nonna, una donna di carattere che intrattiene segretamente e da anni una relazione con il padre di Beagle il ragazzo con il quale Georgia perderà la verginità. A lato dei due intrecci, un’altra storia, quella tra il fratello di Beagle e la parrucchiera di Georgia completa lo schema delle esitanti felicità su cui si regge l’impianto narrativo. Esitano tutti. Nel comunicarsi il loro amore, il loro affetto. Quell’affetto che è evidente per ognuno di essi, ma che nessuno forse sa spiegarsi. Ognuno dei personaggi sembra mancare di qualcosa. Una disabiltà che se per Georgia è data dalla malattia, per gli altri è frutto di dolori lontani, di astensioni colpevoli, di cinismo distratto. E questa esitazione trova una soluzione inevitabile nel rapporto tra i ragazzi che mettono in atto il loro progetto di scoperta del sesso violentati e sospinti , nel bene e nel male, dalla certezza della breve vita di Georgia. Mentre l’esitazione degli adulti, potremmo dire dei vecchi, sembra non risolversi fino a che ritrovandosi accanto ai loro ragazzi nella loro prima notte d’amore anch essi si lasciano andare a vivere l’attimo, dormendo abbracciati come adolescenti, come a significare il primato e la veracità di un sentimento proprio della giovinezza, un sentimento che non muore con il passare dell’età, che si nasconde per non morire, per riapparire d’improvviso quando è necessario che ci si salvi da una morte peggiore di quella fisica, quando forse è il tempo giusto per dichiarare quello che il cuore non ha mai potuto esprimere per orgoglio, per paura o per ignoranza di sé.
Pagafantas
è un termine che recentemente in Spagna si è diffuso su internet grazie a questa divertente commedia e che definisce quella patetica figura rappresentata dall’innamorato che diventa suo malgrado il migliore amico della ragazza desiderata. Il regista Borja Cobeaga dice di essersi ispirato a fatti autobiografici e gli crediamo perché tanti di noi sicuramente si saranno trovati ad essere investiti, pagafantascome lui, dalla sindrome dell’amore impossibile e taciuto che costringe il cuore timido a non rivelarsi pagando uno scotto incommensurabile per la colpa del proprio silenzio. Al povero Chema infatti ne capitano di tutti i colori. Vittima dell’equivoco fatale si farà stravolgere i capelli, la vita e il cuore dalla bella Claudia, la parrucchiera che finirà per sposarlo soltanto per poter ottenere il permesso di lavoro in Spagna passando poi la notte di nozze con l’aitante ex-fidanzato argentino e lasciando il novello sposo a prendere la pioggia fuori dalla porta dell’alcova. Superata la triste prova il buon Chema che proprio uno sciocco non è, chiude con tutti i suoi sogni e con Claudia lasciando la bocca amara anche allo zio che ai sogni ci crede e che innamorato da sempre della madre di Chema ha cercato di incoraggiare il ragazzo in tutti i modi con Claudia per finire poi caprio espiatorio della voglia di realtà e di cinismo di Chema che gli rinfaccia di essere un illuso sia nell’amore che nel lavoro. Anche lo zio è un Pagafantas e di lungo corso per giunta e finchè l’illusione di poter un giorno esprimere i suoi sentimenti all’amata è durata, per lui gli anni non sono passati e la vita è stata piena di certezze assurde, ma nutrienti. Così, alla fine, i due, costretti a mangiare l’amaro boccone dal piatto gelido della realtà si ritrovano a condurre una vita “giusta”, ma triste finchè il ritorno di Claudia non sconvolge i loro piani di realismo. Ma la chiusura non è rosea per il meschino pagafantas. Lo zio che vorrebbe abbracciare e baciare la madre di Chema si ritrova ad accettare l’invito per una manzanilla, una camomilla, mentre il buon Chema che finalmente trova il coraggio di dichiararsi non viene creduto da Claudia che dopo averlo massacrato con una risata asinina lo gratifica seppellendolo per sempre nel suo ruolo di buon amico con il grosso abbraccio detto “del Koala”, quello fatto con tanto affetto e una pacchetta sulla spalla. Un abbraccio mortale che condanna il povero Chema alla genna eterna. A non poter crescere mai. A rimanere per sempre il compagno di banco, l’orecchio per i lamenti, la spalla per i pianti, il pupazzo nel letto. Forever young, forever Pafagantas? Aiutooo!

 

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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