Apocalisse USA – Questo non è cinema!

L'immagine non riesce più a contenere il mondo.
Le distanze tra l'immagine, l'immaginario e la realtà si riducono spaventosamente e lo spessore che separa il reale e la finzione si assottiglia

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Il punto è che l'immagine non riesce più a contenere il mondo. Non c'è proporzione tra le cose.
Le distanze tra l'immagine, l'immaginario e la realtà si riducono spaventosamente e lo spessore che separa il reale e la finzione si assottiglia sino alla trasparenza.
Sarà pure banale, ma è così…
Anzi la vera tragedia (al di là di quella umana, fatta di sangue) è proprio questa BANALITA', che non ci consente più di trovare gli strumenti per astrarre razionalmente e idealmente le nostre riflessioni sulle immagini/fatti cui assistiamo.
"Questo non è cinema": non è per fare paragoni (per quanto i due eventi siano figli della medesima Storia), ma fa tremare i polsi pensare quanto si adatti alle immagini provenienti da Manhattan il titolo del numero speciale che gli amici di "Filmcritica" hanno dedicato ai "Fatti di Genova". Fa tremare i polsi il ritrovarsi senza più fantasia utile a immaginare un cinema capace di rappresentare la realtà meglio di quanto facciano i fatti.
Le telecamere, e non più le macchine da presa! Sono ormai le telecamere a aprirci gli occhi.
Questo non è cinema!
Ovvero il cinema non è – non sarà – mai più questo.
L'ho capito ieri sera, quando sono andato a vedere "Jurassic Park III" e mi sono ritrovato d'improvviso senza più occhi buoni per guardare: l'imbarazzo di vedere il finto crash dell'aeroplano o i corpi appesi nel vuoto apparente era quasi insostenibile.
Insostenibile la mancanza di proporzioni nella quale mi sono ritrovato: un abisso imploso nello spazio millimetrico delle medesime/diversissime emozioni provate tra il vero e il falso visti con gli stessi occhi.
Ecco, sarà il caso che ci dotiamo di un nuovo sguardo.
Dateci, per favore, nuovi occhi
"Questo non è cinema": non è per fare paragoni (per quanto i due eventi siano figli della medesima Storia), ma fa tremare i polsi pensare quanto si adatti alle immagini provenienti da Manhattan il titolo del numero speciale che gli amici di "Filmcritica" hanno dedicato ai "Fatti di Genova". Fa tremare i polsi il ritrovarsi senza più fantasia utile a immaginare un cinema capace di rappresentare la realtà meglio di quanto facciano i fatti.
Le telecamere, e non più le macchine da presa! Sono ormai le telecamere a aprirci gli occhi.
Questo non è cinema!
Ovvero il cinema non è – non sarà – mai più questo.
L'ho capito ieri sera, quando sono andato a vedere "Jurassic Park III" e mi sono ritrovato d'improvviso senza più occhi buoni per guardare: l'imbarazzo di vedere il finto crash dell'aeroplano o i corpi appesi nel vuoto apparente era quasi insostenibile.
Insostenibile la mancanza di proporzioni nella quale mi sono ritrovato: un abisso imploso nello spazio millimetrico delle medesime/diversissime emozioni provate tra il vero e il falso visti con gli stessi occhi.
Ecco, sarà il caso che ci dotiamo di un nuovo sguardo.
Dateci, per favore, nuovi occhi

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