FILM IN TV: "Il Grande inquisitore" di Michael Reeves

Opera terza e ultima di un regista promettente morto a soli 26 anni, “Il Grande inquisitore” è un urlo di dolore pervaso da un pessimismo cosmico che non lascia scampo a nessuno. Un piccolo capolavoro da riscoprire. Domenica all'1:45, a Fuori Orario, RaiTre.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Se il nome di Michael Reeves ancora non vi dice nulla, non possiamo non consigliare vivamente di cogliere l'opportunità fornita dalla notte di Fuori Orario, con la prima visione tv (in lingua originale con sottotitoli) di Il Grande inquisitore, opera terza e ultima del regista inglese scomparso nel 1969 a soli ventisei anni. Solamente tre film all'attivo (più la co-regia non accreditata dell'italiano Il Castello dei morti vivi, 1964), il primo dei quali (Il Lago di Satana, 1965, con Barbara Steele)  in verità  non propriamente indimenticabile: ma è nel 1967 che Reeves attira l'attenzione su di sé con un piccolo gioiello del fantastico, Il Killer di Satana, al quale l'anno successivo farà seguito il suo capolavoro, Il Grande inquisitore, appunto. Erroneamente catalogato da più parti come un horror (forse per la presenza di Vincent Price), il film è uno dei più struggenti ritratti storici dell'Inghilterra del XVII secolo: collocato in un contesto preciso che ben si adatta a specchio del nostro presente, narra le vicende di Matthew Hopkins, inquisitore delegato dal parlamento a setacciare le campagne inglesi in cerca di sedicenti streghe e adoratori del demonio; quando egli incrocerà la sua strada con quella di Richard, soldato dell'esercito di Cromwell, e di sua moglie Sarah, le conseguenze saranno tragiche per tutti. Il pessimismo adottato da Reeves non lascia scampo: in un mondo dove l'ignoranza e la superstizione uccidono più della spada, l'uomo riduce la propria statura a quella di un essere minuscolo, schiacciato dal peso delle proprie stesse convenzioni. La violenza diventa l'unica forma di relazione umana possibile, espandendosi a macchia d'olio e contaminando tutto e tutti: buoni o cattivi non fa alcuna differenza, il male degli uomini agisce anche su chi è armato delle migliori intenzioni, e in un universo dove la religione diventa solamente il pretesto per la soddisfazione degli istinti più bestiali, il silenzio di Dio (rappresentato dal fischio sibilante del vento, che accompagna l'impiccagione nel prologo) è allora l'unica risposta per coloro che sostengono di agire in suo nome. Aperto e chiuso dalle grida assordanti di chi è vittima sacrificale, Il Grande inquisitore è un melodramma senza speranza che lacera la carne dello spettatore: più vicino alle libertà formali del Free Cinema che non alla tradizione del gotico alla Hammer, ma riuscendo comunque a rielaborare in maniera personale gli stilemi di entrambi i filoni, il film sarà preso a modello da Ken Russell per I Diavoli, mentre Jess Franco ne realizzerà addirittura una sorta di remake, Il trono di fuoco, ma con risultati molto più modesti.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Titolo originale: Witchfinder General, conosciuto anche come The Conqueror worm


Regia: Michael Reeves


Interpreti: Vincent Price, Ian Ogilvy, Hilary Dwyer, Robert Russell, Patrick Wymark, Wilfred Brambell


Durata: 86'


Origine: UK, 1968


Domenica 18 Febbraio ore 01:45 RaiTre

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array