11th eDIT FILMAKER'S FESTIVAL – Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo: bomba atomica "in miniatura"

IndyPablo Helman, supervisore agli effetti speciali per l’ultima avventura dell’archeologo più famoso della storia del cinema, ripercorre le tappe più emozionanti del quarto capitolo della saga, in bilico tra materia reale e spazio virtuale

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Indiana_JonesLavorare insieme a Steven Spielberg e George Lucas è stata un’esperienza incredibile. Se Spielberg voleva girare l’intero film sul set, Lucas voleva che ogni cosa fosse ricreata in computer grafica. La scelta di Steven Spielberg è caduta su un formato anamorfico, per rendere l’ultimo film di Indy il più somigliante possibile alle precedenti tre pellicole.

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All’inizio di un progetto io e il mio staff diamo sempre un’occhiata al cosiddetto materiale di riferimento. Nient’altro che foto, utili come esempi da mostrare al regista che desideri creare un effetto, senza riuscire a spiegare precisamente in  cosa consista la sua idea. Bisogna essere in grado di comunicare in maniera rapida e diretta con il regista, perché il tempo a disposizione per convincerlo è davvero poco. Il mio metodo di lavoro prevede di girare il più possibile, in modo da combinare le immagini catturate dal vero con quelle generate al computer. È una sfida notevole, un lavoro difficile, quello per ottenere un prodotto finale omogeneo. Se qualcosa non si inserisse perfettamente nel resto della scena, sarebbe come avere un libro in cui una parola in mezzo a tutte le altre risulti incomprensibile. Allo stesso modo gli effetti speciali vanno incorporati, inseriti in modo armonioso all’interno dello stile visivo del regista. Pochi possono vantare un talento visionario come quello di Spielberg, capace di capire immediatamente, sin dalle simulazioni animate, se una scena verrà bene in un modo piuttosto che in un altro. Tale capacità torna molto utile all’economia di un film, permettendo di risparmiare tempo e soldi.

 

Sono state circa 560 le scene realizzate con l’ausilio della computer grafica. Un numero molto piccolo rispetto ad altre pellicole che basano il loro impianto sugli effetti speciali, eppure da non sottovalutare, considerando l’uso limitato degli effetti che Steven Spielberg voleva venisse rispettato. Le scene in questione appartengono a diverse categorie:

 

1. AMBIENTAZIONI

 

In generale il manto erboso è stato uno degli elementi aggiunti in post-produzione, per completare le sceneinseguimento nella giungla girate nella giungla. Nella sequenza in cui viene mostrato l’accampamento dall’alto, le immagini sono il risultato della combinazione di tecniche diverse. Le fotografie realizzate in Brasile, composte tra loro, sono  servite come base per la rielaborazione computerizzata della vegetazione.

 

Per la realizzazione della sequenza in cui le due jeep, con a bordo Indy e la sua famiglia da un lato e il comandante dei sovietici Irina Spalko e la sua truppa dall’altro, si affrontano in un testa a testa, ci sono voluti 4 mesi di lavoro. In un primo momento è stato raccolto il materiale fotografico necessario, alle Hawaii e in Brasile. Contrariamente a quanto si possa pensare infatti, è necessario comunque effettuare dei sopralluoghi, scegliere delle location, per realizzare foto da rielaborare in un secondo momento.

 

La scena in cui dalle due piramidi fuoriesce la folla, è stata realizzata grazie a due modellini inscritti nel territorio circostante, risultante da diverse fotografie fatte a Machu Picchu. Quello che mi prefiggo sempre di fare in una scena del genere, è di far sì che la realtà si sposi perfettamente con l’elaborazione al computer, con il cosiddetto schermo blu.

 

HangarLa sequenza iniziale, in cui Indiana Jones viene spinto ad entrare nell’hangar dalle truppe della Spalko, ha richiesto ben 8 mesi di lavoro in post-produzione. Le porte dell’hangar erano infatti in realtà molto più piccole di quelle che si vedono poi nel film. Le riprese perciò sono state effettuate con la consapevolezza che le proporzioni dell’immagine sarebbero state modificate successivamente, quindi calcolando l’angolo in base alle misure definitive.

 

Per la sequenza girata nelle rapide siamo andati in Brasile. Prima di partire Spielberg si era raccomandato che non facessimo stupidaggini. Quando parlava così si riferiva forse a cose come quella che ci siamo ritrovati a fare, con l’elicottero a pelo d’acqua per catturare con la camera le immagini delle "turbolenze", che sarebbero servite come base di lavoro per la successiva rielaborazione in computer grafica.

 

Nella sequenza in cui le formiche assalgono Irina Spalko, sono state combinate la tecnica per la riproduzione delle masse e quella della key frame. Era necessario anche che le formiche avessero un aspetto gelatinoso, in modo da riprodurre l’effetto della luce sul loro corpo. Ognuna delle formiche segue percorsi diversi, è realizzata alternativamente in risoluzione bassa, media o alta e ha un comportamento differente dalle altre.

 

2. ESPLOSIONE NUCLEARE

 

Esplosione nucleare

Per la primissima fase di realizzazione della sequenza, la scena è stata ricostruita in miniatura, e poi ripresa da più angolazione possibili (una volta per ogni angolazione), per rendere lo studio delle tempistiche il più dettagliato possibile. Non ci si può permettere di sbagliare in questi casi. Un singolo errore significa tempo e denaro perso. Solo una delle case che si intravedono nella scena finale è stata costruita a dimensione naturale. Per il resto, tutto l’area che circonda l’automobile, è in miniatura, costruita in studio in una scala di 1:6, permettendo comunque che la scena venisse girata in esterni. E' stato anche necessario costruire oggetti di arredamento in miniatura, in una scala proporzionale alla grandezza delle abitazioni, considerando che durante l’esplosione gli oggetti presenti all’interno sarebbero stati espulsi, rendendosi perciò visibili. Ecco perché mi fa sorridere sentire commenti di critici che lodano l’accuratezza o la verosimiglianza della scenografia.

Una scena del genere non sarebbe stata possibile tempo fa, senza l’uso delle cosiddette PREVIEW, grazie alle quali siamo stati anche in grado di sapere quante costruzioni andavano realizzate. Prima di cominciare, ho mostrato una foto scattata nel 1957 nel corso di esperimenti di scienziati, sugli effetti dell’esplosione atomica sul corpi di esseri umani. Spielberg è subito convenuto con me che sarebbe stata quella l’idea a cui fare riferimento. Abbiamo lavorato 5 mesi sui manichini che si sarebbero dovuti sciogliere durante l’esplosione, ma alla fine Spielberg non ha più voluto inserire l’effetto nella pellicola. Per la scena finale della sequenza, quella in cui Indiana Jones si trova davanti al fungo atomico, Spielberg aveva già in mente sin dall’inizio come disporre i diversi elementi all’interno dell’inquadratura, grazie alla sua incredibile immaginazione iconica. Parlò di un triangolo, con Indy al centro, il sole alla sua destra e l’esplosione alla sua sinistra. Ed è così che la scena è stata poi realizzata definitivamente. Il fungo atomico non è stato riprodotto in 3D, come si potrebbe pensare, ma combinando più animazioni in 2D, grazie all’uso di 6 luci differenti e con il riempimento dei restanti spazi vuoti effettuato mediante l’inserimento di particelle.

 

3. CROLLO

 

IndyUna scena rappresentativa in questo senso è quella del crollo del tempio, nel momento in cui gli scheletri sono al loro posto sul trono e il pavimento, così come il soffitto, comincia a girare. Per costruire la camera, in parte on stage e in parte in CG, ci sono voluti 6 mesi. Bisognava poi farla crollare, per cui sono state elaborate delle prove in 2D, applicate alle forme geometriche in questione, per decidere ad esempio se l’effetto migliore sarebbe stato ottenuto con l’uso di  pezzi di materiale più piccoli o più grandi. Il lavoro relativo a questa scena è stato molto complicato. Il suo successo si deve alla simulazione effettuata prima di cominciare. Nel caso di modifiche da apportare, ci si impiegano circa 5 giorni per elaborare una  nuova simulazione.

 

PREVENTIVARE LA SPESA

 

Non esiste modo per riuscire a stabilire con precisione quale sarà la spesa da sostenere per la realizzazione di una determinata sequenza in computer grafica, considerando che la richiesta più frequente è quella di riprodurre qualcosa di mai tentato prima. Ci si deve basare su qualcosa che si avvicina al progetto che si vuole realizzare e in più, bisogna rischiare. Spesso si lavora contemporaneamente a progetti diversi nello stesso tempo, come nel caso di Iron Man e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Fissare un budget è molto difficile, a volte non si perde, ma non si guadagna neppure. Per fare un lavoro del genere bisogna fare attenzione non solo all’aspetto estetico, ma anche a quello economico. Tralasciando anche uno solo di questi aspetti, si rischiano parecchi problemi.

 

Sapevamo che il finale non sarebbe piaciuto a tutti. George Lucas però non aveva dubbi in merito, voleva assolutamente realizzare quella scena.

 

 

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